Archivio Storico del Banco di Napoli
Da questa mattina , con ingresso gratuito per i primi due mesi, si apriranno le porte dell’ archivio storico del Banco di Napoli, un’opportunità di screening tutta multimediale.
La visita guidata garantirà un’ immersione totale nell’ enorme schedario degli antichi banchi pubblici: si tratta di un racconto inusuale, di trame reali tessute sui fatti storici del 1539. È un crocevia suddiviso in 330 stanze di realizzazione cinquecentesca; ad accoglierle l’antico Palazzo Ricca di Via dei Tribunali, distante pochi metri da Castel Capuano che, dopo Castel dell ’Ovo, è la più antica struttura partenopea di origine normanna.
Di proprietà della fondazione Banco di Napoli è una realtà, quello dell’archivio in questione, che vanta dimensioni non paragonabili alle altre fonti di stessa natura sparse per il mondo.
Nasce con finalità puramente filantropiche, indirizzate verso il sostentamento delle precarie condizioni economiche in cui versava la fascia medio bassa della popolazione.
Un obiettivo presto realizzato, infatti i banchi si rivelarono sin da subito una colonna portante su cui si erse lo sviluppo economico della città. Negli anni divenne addirittura una fortezza economica al cospetto dell’economia mondiale, tanto da rendere Napoli il fulcro su cui equilibrare i rapporti finanziari nazionali ed internazionali.
Le stanze dell’archivio sono una cassaforte inestimabile, custode di volumi originali e le bancali degli otto banchi pubblici, che furono assoluti protagonisti degli scambi fra il mezzogiorno e le altre realtà geografiche sin dal 1539.
“Il progetto de ilCartastorie museo multimediale permanente – ha spiegato il presidente della Fondazione Banco di Napoli Daniele Marrama – si instilla in un quadro più ampio di iniziative già sperimentate, come i laboratori di scrittura creativa, poetica e di teatro, ideati per far conoscere a napoletani e turisti un luogo unico dove sono conservati documenti bancari che vanno dal 1500 ad oggi”.
Durante l’itinerario, lo sguardo catturerà vere e proprie opere d’arte, si scannerizzeranno non solo gli aspetti dell’economia dell’epoca, ma irromperanno come meraviglie sfumature mai viste sui costumi di quei tempi. Tra i protagonisti per antonomasia, spiccheranno gli espedienti artistici di Caravaggio e le peculiarità legate all’attività del principe di Sansevero.
Sarà interessante venire a contatto, attraverso il filtro ottico dei banchi, con le storie di sfida e coraggio, di amori e sconfitte vissute dalla gente comune fra le frattaglie sociali, culturali ed economiche di molti secoli fa.
Un buco della serratura rispettoso, quindi, in cui infilarsi in punta di piedi per godere del profumo di una parte significativa della nostra antica identità.
Michela Salzillo