Secondo un antico proverbio indiano il libro è un guardino che puoi custodire in tasca, ma stando ad una vecchia novità datata 2010, l’oggetto inanimato in grado di costruire sogni potrebbe trasformarsi in un impermeabile da prima pagina.
Il libro waterproof che aveva sollecitato qualche polemica fra gli appassionati del genere tradizionale torna a far discutere
Con l’arrivo della stagione estiva, insieme all’arsura e la tintarella, il rito dei romanzi in edizione tascabile ricomincia a farsi desiderare. Dai classici allegati ai settimanali, alle ultime uscite strategiche, l’alternativa più valida all’ IPod resta la lettura.
Se è vero che non hanno ancora inventato il bikini con tasche, il libro resistente all’acqua non è un’esagerazione della fantasia.
Si chiama Bibliobath, la start-up olandese che ha ideato una collana di libri con rilegatura impermeabile a pagine sintetiche. È un progetto sperimentale che sta cercando di prendere fiato e farsi spazio tra le nuove abitudini da proporre ad appassionati e non.
Secondo gli ideatori, servirebbero almeno dieci mila dollari per effettuare una realizzazione su larga scala, è per questo che già da un po’ è partita su Kickstarter una campagna finanziante il progetto.
I primi quattro titoli trasformati in cavie da laboratorio sono stati: “Cloths of Heaven and Other Poems” di W.B. Yeats, “Macbeth” di Shakespeare “l’Arte della guerra” di Sun Zi e una selezione di racconti firmati Mark Tawin.
Purtroppo, fino ad oggi, le traduzioni sono state realizzate solo in lingua inglese, privilegio che, ancora una volta, potrebbe far arrivare l’Italia tra le ultime nazioni disposte ad adattarsi ai cambiamenti.
È ovvio che non si tratta soltanto di poca elasticità o scarsa preparazione ai mutamenti. La questione, infatti, è da intendere anche da un punto di vista economico.
Se le donazioni raggiungeranno una cifra considerevole – dicono gli inventori- non è da escludere un ‘estensione della collana, arrivando così ad includere altre lingue.
Le polemiche dei tradizionalisti che fanno di questa innovazione una piccola violazione del concetto di libro, inteso come oggetto tangibile e di specifica consistenza, sembra non stare in piedi, visto il destino che abbiamo riservato agli e-book.
Chiaro è che anche in questo caso si tratta di gusto personale e affezione al tipo di formato, ma l’idea di poter difendere il romanzo che stiamo leggendo da qualche onda spruzzo in direzione del bagnasciuga non sembra così cattiva. Non ci resta che attendere l’incremento della start- up per capire da che parte stare.
Intanto, buona lettura a tutti!
Michela Salzillo