Caserta
Un colpo di pistola, un gioco spavaldo e la realtà non la riavvolgi più.
Aveva solo 19 anni, Marco, il ragazzo di Caserta che qualche giorno fa è stato ingoiato vivo da un gesto folle e senza rimedio
Ha sparato Antonio Zampella, il dichiarato amico della vittima che, dopo il tragico accaduto, si è presentato al comando dei carabinieri come un reo confesso sotto choc.
La terribile vicenda, che ha ferito nel profondo la sensibilità di un’intera provincia, è avvenuta nel rione Santa Rosalia. Un normalissimo pomeriggio d’estate, una Browning calibro 7,65 e il confine tra verità e finzione si è accorciato per sempre.
Marco è morto a casa di Umberto, fratello di Antonio Zampella, presente nell’abitazione perché costretto dagli arresti domiciliari. Dopo aver preso coscienza del decesso, i due ragazzi, sono scappati via dall’evidenza, gettando l’arma in prossimità dei garage del palazzo, ritrovata poi dai carabinieri.
È bastato un braccio teso, un grilletto sottovalutato dall’incoscienza, per ammazzare il futuro di un giovane che aveva solo da invecchiare, con diritto e desiderio, fra la routine di una vita senza grosse pretese, una vita semplice, una qualunque, e invece no.
Forse, se avesse avuto il tempo di accorgersene, Marco, quel gioco, l’avrebbe fermato, avrebbe fatto finta di stare guardando una di quelle serie televisive in cui, saltato il proiettile, basta un regista per rimetterti in piedi e ricominciare da capo. Purtroppo, però, i film se ne fregano della vita vera, possono influenzarla, certo, ma non gliene importa niente di come va a finire.
Dovremmo ricordarcelo quando, di fronte all’esaltazione del crimine, ci affezioniamo a modelli socialmente discutibili come fossero un’arte da esibire, dovremmo, forse, puntualizzare che certi giochi non esistono, ci sono solo delle realtà da cui la finzione prende spunto, ci sono vite, in moto fra giusto e sbagliato, che valgono molto di più di un Gomorra a fine stagione.
Ci sono dolori, come quelli di queste famiglie, sia dall’una che dall’altra parte, che non potranno mai passare, non potranno mai finire con un “Stai senza pensieri”.
Michela Salzillo