Anfiteatro
Di Maria Rosaria Corsino
La storia, l’arte, l’archeologia sono materie così interessanti che sembrano non bastare mai.
Passeggiare tra maestosi monumenti architettonici, inciampare in un sassolino millenario e invocare gli dei pagani, è sempre una grande emozione.
A Santa Maria Capua Vetere, avvolto da un’atmosfera quasi magica e circa tre o quattro bar, sorge il mastodontico anfiteatro
Risalente circa alla fine del I secolo, viene fatto costruire da Augusto dopo la vittoria ad Azio da una colonia conquistata, fatto restaurare da Adriano e inaugurato da Antonio Pio.
Secondo solo al Colosseo, l’anfiteatro campano è noto a livello mondiale per la grande storia (mescolata a molti ingredienti di fantasia) di Spartaco.
Di origine Tracia, assodato nell’esercito romano, fugge non riuscendo a sopportare la disciplina ferrai a cui è sottoposto.
Catturato e considerato disertore, viene ridotto in schiavitù e venduto a Lentulo Batiato che gli da il soprannome di Spartacus.
Viene così introdotto in quella che è la più grande scuola di gladiatori.
Inutile soffermarci troppo su ciò che è un gladiatore: un lottatore, tendenzialmente schiavo o ex soldato assetato di voglia di combattere, che ha come arma una piccola spada, il gladio.
Ma la vita dei gladiatori è tutt’altro che facile, ecco perché nel 73 a.C. Spartaco scappa insieme ad altri 70 compagni iniziando quella che verrà poi ricordata come la “Terza Rivolta Servile” che si conclude nel 71 a.C con la sconfitta dei ribelli.
Dopo questo grande momento di gloria però, l’anfiteatro perde colpi.
Viene distrutto prima dai Vandali di Genserico e poi dai Saraceni, mentre i Longobardi lo usano come cava di marmo e come fortezza.
I Borbone metteranno fine alla sua distruzione dichiarandolo monumento nazionale.
Ad oggi è uno dei monumenti più apprezzati nel territorio campano.
Circondato da tanto verde, tanta storia e tanti anziani, è veramente un posto degno di essere visitato.