Cervello
Ma parliamo parliamo e non ci capiamo?
A quanto pare no. Non vale con i cani.
E ce lo dice uno studio pubblicato su Scienze da Andics e colleghi nell’agosto 2016 in cui gli scienziati hanno provato che il cervello canino elabora il linguaggio in modo simile al cervello umano
Attila Andics, etologo alla Eötvös Loránd University di Budapest, ha iniziato a studiarli con l’obiettivo di capire come il cervello dei mammiferi possa processare il linguaggio.
“La parte più difficile è stata far comprendere ai cani che dovevano rimanere assolutamente fermi. Quando hanno capito che intendevamo assolutamente fermi, a quel punto siamo riusciti nell’impresa”, racconta Andics.
D’altronde è difficile anche per noi umani stare fermi in una sorta di cestello della lavatrice.
Nel 2014 Andics e colleghi sono riusciti a mostrare come il cervello di questi 13 cani rispondeva a varie vocalizzazioni sia di altri cani che di umani, come grugniti, abbai, gemiti e urla.
Lavorando con gli stessi 13 cani, Andics e colleghi hanno riprodotto le registrazioni dei padroni in quattro modalità diverse: una parola “premio” pronunciata con un tono di apprezzamento, una parola neutrale con tono neutrale, una parola di lode con tono neutrale e infine una parola neutrale in tono di lode.
Le immagini ottenute dalla risonanza hanno mostrato che l’emisfero sinistro del cervello dei cani rispondeva alla parola in sé, mentre quello destro rispondeva all’intonazione. Solo la lode unita al tono di apprezzamento riusciva però ad attivare il centro della ricompensa nel cervello dei cani.
Lo studio dimostra così che i cani capiscono le parole, le distinguono, sanno riconoscere anche le intonazioni con cui vengono pronunciate, in maniera molto simile a come l’uomo comprende la comunicazione umana. Vengono coinvolte le stesse regioni del cervello che l’uomo attiva quando usa il linguaggio: una capacità probabilmente acquisita nel corso della co-evoluzione, quando sono/siamo stati addomesticati.
Questo apre le porte a nuovi quesiti sulla comunicazione interspecifica uomo cane.
Sull’utilizzo della punizione come forma di linguaggio.
Sul cosa dire e come.
Sull’umano che simula un cane quando vuole comunicare con il suo cane.
Sul posto che i cani occupano in questo mondo, e che di diritto gli spetta.
Sulla loro capacità di leggerci. Di denudarci.
Di dimostrarci che non siamo forse i più sapiens.
Io, da tecnico, mi domando se noi umani potremmo mai rendere il favore.
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