Cohen
di Maria Rosaria Corsino
E’ venuto a mancare in questi giorni Leonard Cohen, grandissimo artista musicale che ha influenzato intere generazioni.
Noto per essere stato una voce graffiante e un poeta moderno, non è a tutti conosciuto come il vero autore dell’ “Hallelujah”.
Nato nel 1934 a Westmount, padre dell’ispirazione degli anni Sessanta/Settanta è da paragonare forse solo a Bob Dylan quanto a influenza, Cohen con la sua musica viene definito come “impossibile da ascoltare in una giornata di sole”.
La sua vita ha avuto due grandi momenti: quella parte di esistenza trascorsa nell’eccesso e quella parte dedicata a un’interna pace spirituale.
Il suo primo disco pubblicato nel 1967, “Songs of Leonard Cohen”, in cui aveva proposto le atmosfere della cantante tedesca Nico, non ebbe molto successo.
Tutta la sua discografia è permeata di malinconia e angoscia, di un tormento spirituale e religioso che sembra non trovare risposta.
L’Hallelujah di Cohen
E’ il 1984 quando viene pubblicato l’album “Various Position” che contiene uno dei brani più rifatti nella storia della musica: l’Hallelujah.
La composizione di quest’ultimo recò non pochi problemi all’autore, che impiegò più di due anni per terminarlo.
“Avevo riempito due blocchi degli appunti e ricordo che ero al Royalton Hotel seduto in mutande sul tappeto, mentre sbattevo la testa sul pavimento dicendomi “Non riesco a finire questa canzone”.
Il testo, che fa riferimento ai testi biblici dell’Antico Testamento non si cura solo degli aspetti religiosi, ma un po’ di tutto ciò che ci circonda.
“Questo mondo è pieno di conflitti e pieno di cose che non possono essere unite ma ci sono momenti nei quali possiamo trascendere il sistema dualistico e riunirci e abbracciare tutto il disordine, questo è quello che io intendo per halleluja. La canzone spiega che diversi tipi di halleluia esistono, e tutte le alleluia perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c’è un occhio che ci sta guardando tutti. C’è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo.”
Buon viaggio, signor Cohen
Si spegne così, all’età di 82 anni uno dei pilastri musicali del nostro secolo.
Poco prima aveva dovuto affrontare la dipartita della sua Marianne, a cui ha voluto augurare, con tanta dolcezza e amore, un buon viaggio.
E in queste piovose sere di Novembre nella nostra testa risuona solo un freddo e rotto Hallelujah.