Requiem a Pulcinella
Di Roberta Magliocca
Pulcinella, uno e trino. Nel nome del padre, del figlio e del nonno, della signora con le borse della spesa, della vecchietta in chiesa, di chi promette e dopo toglie, di chi brucia e avvelena, di chi brucia per protesta, di chi brucia per stanchezza.
Sul palco di Officina Teatro un pulcinella lontanissimo da castagnette e tarantelle, nessun abito bianco di purezza assoluta, ma un pulcinella sommerso dal puzzo della Terra dei Fuochi, avvelenato da chi? Da Pulcinella stesso.
Pulcinella, al secolo Damiano Rossi, in scena magistralmente coniuga parola e fisicità, in una danza dal tempo scuro, dalla morte certa. Ma è come se, cosciente della sua imminente dipartita, pulcinella vomitasse al pubblico la decostruzione dei luoghi comuni e della società così come ce la vogliono far bere: avvelenata ma ricoperta di zucchero. E la sua invettiva la vomita in una frase sola, durata tutto lo spettacolo.
Ed è qui la forza e l’originalità dello spettacolo: perché della Terra dei Fuochi sentiamo parlare da anni ormai, e continuamente da anni continuano a morirci sotto al naso parenti ed amori, amici e conoscenti, sconosciuti ma gemelli di un medesimo destino. E allora vuol dire che le parole che ci arrivano, così come le notizie, non sono quelle giuste. Damiano ha capito il valore della parola. Della parola non in quanto chiacchiera, ma portatrice di un significato univoco e solo, lontano dai modi di dire e dalle omertà.
E intorno alla parola ci ha costruito un intero spettacolo. Rimettendo il cappotto per uscire al freddo, fuori dal teatro ci si interroga sulle parole e sulla vicenda, sulla morte che si pensa essere l’opposto della vita, mentre è solo l’opposto della nascita. Ed è questo l’ultimo luogo comune smantellato. La vita non ha opposti. Non andiamole contro. Pensiamo di più alle parole. E comportiamoci di conseguenza.
Di una bravura che sconcerta i tre pulcinella in palcoscenico. Quella bravura che caratterizza chi fa teatro per comunicare e non per gli applausi. E a quel punto, però, gli applausi scrosciano lunghissimi, tanto da far uscire in scena gli attori trafelati più e più volte come è successo ad Officina Teatro. Lunghissimi e decisi, di quegli applausi che ti fanno male le mani. Eppure continui.
REQUIEM A PULCINELLA
di e con Damiano Rossi
turntablist Ivan Alfio Sgroi
coro, figure, tecnica Tommaso Renzuto Iodice