Campania
“LA CAMPANIA CORRE VERSO LA SCOMPARSA TOTALE. PARTITA LA SFIDA DEL DEGRADO”
CASERTA. Sta diventando chiaro agli occhi di tutti i lavoratori il fallimento totale della politica. Oggi l’aspetto principale che della politica ci colpisce è quello fondato su due aspetti che rabbrividiscono l’onestà e la purezza della fedina penale, da qui la riscossa supersonica attivata con la carta dell’onesta, ma noi lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> ci domandiamo ma quale onestà? oggi c’è solo la clientelare corruzione. Diciamolo subito con franchezza: si tratta solo di un’arma di distrazione di massa per far sì che televisioni e giornali smettano di parlare della struttura antidemocratica di un partito, di una giunta regionale, ma soprattutto di lei Assessore Sonia Palmeri che sbandiera ai quattro venti il rilancio della Campania. Bugie solo bugie, oggi con la scusa dell’onestà escludiamo chi non rispetta più alcuna regola. Ma consideriamo oggi un po’ più a fondo questa vera e propria ideologia dell’onestà che contraddistingue questi aspetti che riguardano la vertenza del lavoro in Campania.
Il seguito è un fatto difficilmente confutabile: la tesi dell’Assessore Palmeri,rimane una tesi fasulla. Come fa ad affermare che gli ammortizzatori sociali sono importanti per l’occupazione. Forse l’Assessore ha dimenticato che i lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> non hanno più la mobilità retroattiva ( sono 1200 lavoratori che sono da due anni senza sussidio). Nessuno di questi lavoratori è incluso per il 2017 in progetti di ricollocazione. Oggi, si è abbassata l’asticella, in un mondo in cui determinante è “sopravvivere”, e inizia ad essere chiaro che i problemi di almeno tre generazioni sono strutturali. Assessore Palmeri si rinfreschi la memoria insieme a De Luca, cercate di alzare il sedere e di scendere in campo, noi lavoratori siamo disgustati da questo comico teatro della demagogia, vogliamo i fatti. Per risolvere certi problemi ci vuole realismo, ma soprattutto verità nel leggere il presente e una certa visione globale per costruire il futuro. Noi siamo completamente morti la speranza è finita. Un modo oggi particolarmente facile per degradare lei donna di potere che decide le sorti del lavoro in Campania, è concentrarsi sulla vecchiaia del suo corpo, ma soprattutto sulla vecchiaia della sua mente. Facile perché oggi in Italia gli uomini e le donne di potere hanno tendenzialmente un’età avanzata: sessanta, settanta, ottant’anni e oltre. Lei che risulta essere giovane, ci colpisce, perché sta dimenticando la vera realtà dei fatti. Facile perché sono ormai tanti anni (almeno dal 2005) che noi lavoratori chiamiamo «zombies», «salme», «morti viventi» i politici, le donne, e gli uomini di potere con cui prendersela, per evidenziare che dicono e fanno cose antiquate, superate, ma soprattutto inventate. E a furia di sentirlo ripetere, ci siamo abituati. Facile perché al tormentone della politica nazionale si è aggiunto quello regionale con la rottamazione, altro tormentone a cui noi lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> ci siamo abituati. Perciò se anni fa era una salma Romano Prodi, oggi lo è Giorgio Napolitano, insieme a Bassolino, Caldoro, De Luca, ed Oddati. Oggi lei rimane il nostro <zombies> preferito da colpire. Nella attuale fase di sviluppo lei caro Assessore ha superato quella politica che produceva benessere, lei ha cancellato il cosiddetto welfare state. In questa precedente fase la politica conservava ancora un margine di autonomia, la presenza in particolare di una forza operaia concentrata, con partiti che nel bene e nel male rappresentavano i suoi valori e i suoi interessi, alimentava la possibilità di un’azione, per dirla schmittianamente “katechontica“, capace cioè di frenare i peggiori spiriti animali del capitalismo.
Questa fase è finita, con la distruzione della Campania. Oggi lei ci parla di nuove sfide lanciate, ci viene da ridere, ma allo stesso momento ci domandiamo ma con quale criterio lei parla di sfide per il lavoro?. La politica, come strumento di mediazione tra i diversi interessi, diventa forte quando il capitale diventa “totale“, scomparendo del tutto. La politica riduce il lavoro a puro e semplice epifenomeno del suo stesso processo. Quando è il caso il potere finanziario sostituisce persino i governanti con suoi funzionari o ammette politici, come Renzi, Caldoro, De Luca, compatibili con le linee guida imposte dai mercati finanziari. Oggi assistiamo ad un processo di dissoluzione della politica regionale cominciato già prima, con Rastelli, anche se qualcosa evidentemente è andato storto, perché oggi ci troviamo nella stessa situazione di allora, senza però avere i partiti di allora.
La grande finanza considera i partiti politici, vecchi o nuovi che siano, come un impiccio, il residuo di una democrazia ormai morente. I cosiddetti corpi intermedi (forze politiche, sindacati eccetera) rallentano le decisioni immediate, veri propri diktat distruggono il lavoro in Campania. Decisioni che devono essere applicate immediatamente e senza discussione. Questo tra l’altro spiega anche la necessità di sostituire Costituzioni come la nostra, ancora legate ad un’epoca in cui la democrazia era considerata il valore politico per eccellenza. In un mondo sempre più dominato dalla finanza, dai grandi poteri, la democrazia ha perso ogni senso, si trasforma in democrazia di facciata. Partiti, sindacati, sono forze frenanti che devono essere delegittimate.
C’è un legame che andrebbe indagato tra sviluppo del capitale finanziario e movimenti “giustizialisti“. Lo scopo è quello di delegittimare i politici, identificati con la casta, e lo Stato sprecone ed inefficiente. Noi del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> condanniamo questi giochetti squallidi. Oggi questo contesto lo condanniamo in maniera definitiva. Il giustizialismo si contrappone al ceto politico diffondendo l’idea che partiti e politici siano tutti corrotti e che tutti i nostri guai derivino dalla totale esistenza della „casta“, responsabile di aver creato un enorme debito pubblico.
La sua politica caro Assessore Palmeri ormai ha perso ogni significato, si trasforma così in morale, o meglio in piccolo moralismo, nell’onestà di cui tanto si sciacqua la bocca la sua giunta regionale: noi lavoratori siamo contro il marcio. L’unica categoria politica che noi esaltiamo viene presa in prestito dalla giustizia rappresentando l’onestà. Attraverso l’onestà che nel popolo si alimenta un risentimento sterile e impotente che non sposta di una virgola i rapporti sociali dominanti. Così la questione sociale viene trasformata in questione morale e occulta tutti i nodi fondamentali come la disintegrazione sociale, la perdita di sovranità a tutti livelli, la crisi delle istituzioni democratiche.) – Caro Assessore non faccia discriminazione tra i bacini intervenga coprendo tutti i mancati pagamenti della mobilità in deroga dei mesi pregressi (tanti i lavoratori senza reddito dal 2015 ).
2 – Bisogna assolutamente assegnare la continuità contributiva che permette agli ex operai di rimanere collegati con i contributi.
3 – Bisogna assolutamente far iniziare al più presto i corsi di formazione retribuiti, ad oggi dopo tanto parlare a vuoto, non c’è ancora la conoscenza della data di partenza dei corsi di formazione retribuiti, ma soprattutto garantire il sostegno ai lavoratori.
4 – Bisogna assolutamente affrontare con azioni concrete il 2017 con programmi di ricollocazione mantenendo fede ai vari accordi di Programma avviando il sostegno alle famiglie dei lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA con la mobilità in deroga fino alla completa rioccupazione.>
Siamo stufi di sentire chiacchiere, siamo stufi della sua buffa demagogia politica che lei sbandiera sui giornali, contemporaneamente attendiamo di conoscere anche l’incontro romano che avverrà a Roma con il Sottosegretario Franca Biondelli per conoscere le motivazioni scadenti di Poletti sull’esclusione di Caserta dalle aree di crisi, ma soprattutto vorremmo capire se ci saranno interventi futuri per Caserta.
La necessità del potere finanziario è quella di soggiogare la politica costringendola a deperire. E la tecnica del controllo sociale si sposa molto bene con l’ideologia giustizialista, tutta focalizzata su un’idea astratta di legalità, come se tutti i problemi fossero risolvibili con la lotta contro l’evasione fiscale e la corruzione, dimenticando che non ci sarà mai giustizia sociale senza investimenti pubblici, senza politiche di sviluppo lavorativo, deficit spending, ma soprattutto senza reali piani veri di inserimento dei lavoratori, ma soprattutto senza il recupero della propria sovranità, se lo ricordi Assessore Sonia Palmeri. È di tutto questo che la nostra regione avrebbe bisogno per uscire dalla crisi, e invece a cosa stiamo assistendo? Ad un nuovo attivismo del suo mandato che non fa sconti a nessuno, neppure a quei lavoratori che chiedono solo la sopravvivenza.