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Napoli in crisi
Il Napoli, con il pari casalingo con il Sassuolo, è “ufficialmente” in crisi. Crisi di gioco e crisi di risultati. A parte la parentesi di Udine non riesce più a vincere. La mancanza di un attaccante di ruolo è diventato un ritornello noioso e ripetitivo. La squadra appare monca. Produce gioco fino alla tre quarti poi non sa che fare e si intravedono iniziative personali precedute da un temporeggiare come per dire: “e ora che faccio?.
Le colpe della società e la mancanza di spettacolo e risultato. Andare allo stadio ed “intossicarsi”.
Le colpe, inutile ripeterlo, sono del presidente De Laurentiis, l’unico che gestisce, l’unico che incassa e …l’unico che sbaglia. E’ fin troppo ovvio. Una squadra impegnata su tre fronti non può avere un solo attaccante. La fortuna non può e non deve essere sfidata. La tanto sbandierata programmazione che fine ha fatto? Solo con i prezzi così bassi i napoletani possono accorrere allo stadio e non tanti da riempirlo. Altrimenti la disaffezione aumenta in maniera proporzionale al “non gioco”. Concedere sempre attenuanti dettate dal tifo non appare giusto. Non è più una gioia andare allo stadio, manca lo spettacolo. Anzi è deprimente. Vai via con rabbia. Fila per il biglietto, sopportarne il costo, traffico per raggiungere lo stadio, difficoltà e costo del parcheggio con il “patema” di ritrovare il mezzo lasciato (auto, motorino, moto o quant’altro), fila per entrare, fila per il tornello, perquisizione, prezzo per acquistare una bottiglia sugli spalti, stadio fatiscente ed alla fine, ciliegina sulla torta, spettacolo deprimente. Pareggio o sconfitta. E no, questo è troppo. Solo il tifo organizzato che la partita non la vede, che (forse) non paga il biglietto, che deve rivendicare una leader ship del tifo, può occupare i gradoni di uno stadio fatiscente e sopportare (quasi) tutto.
Le dichiarazioni di Sarri equivalgono alla fine del ciclo… mai iniziato. Gabbiadini già via e Insigne…quasi.
Sarri ha definito i suoi giocatori degli immaturi. Incapaci di gestire ed amministrare la partita. Queste dichiarazioni fanno presagire (e non ci vuole molto a capirlo) che a fine stagione andrà via. Anzi è certo. Fine di un ciclo …mai iniziato. Un bel titolo di film pe il produttore De Laurentiis. E’ oramai diventato fisiologico: dopo due anni gli allenatori sbaraccano il tempo di rendersi conto della situazione e delle persona con cui hanno a che fare. Gabbiadini, per motivi diversi, (ruolo non suo, mancanza di sinergia con lo staff tecnico e giocatori) andrà via a gennaio. Alla Sampdoria, un ritorno alla base. Ma difficilmente verrà Muriel e nemmeno i nomi gettonati. Chissà. Altro giocatore in partenza è Insigne ancora con il contratto in scadenza. Ma per il napoletano il discorso, per il momento, è rimandato e la (eventuale) cessione a giugno.
Venerdì l’Inter in campionato e martedì il Benfica in Champions. Due esami da superare a tutti i costi. In caso negativo, il Napoli rischia, all’inizio di dicembre, di essere già fuori da tutti i giochi. E De Laurentiis può già ….programmare.
Il pubblico non dimentica i giocatori simbolo come Cannavaro e i tifosi genoani cementano il gemellaggio con i fischi all’indirizzo del “traditore”.
Paolo Cannavaro applaudito ed osannato dal pubblico al coro di “c’è solo un capitano”. La società, come al solito, assente. Applausi all’ingresso ma fischi alla fine per la squadra azzurra.
A Marassi, invece, i tifosi genoani hanno fischiano Higuain al suo ingresso in campo al grido di “Napoli, Napoli”.
Qualcosa di positivo, in questa giornata, c’è stato.