dell’agnello
Dell’Agnello: faccia cupa e nessun sorriso
Sala stampa Mimmo Mingione, nel giorno del quinto anniversario della morte.
La festa è già uno sbiadito ricordo. L’atmosfera è tesa. Tutti si aggirano senza un riferimento.
Ultimo ad arrivare è proprio il coach casertano.
“Abbiamo iniziato bene la gara, con l’approccio giusto. Ma non siamo riusciti a segnare e non abbiamo finalizzato – dice Dell’Agnello -. La seconda parte della gara non è stata alla nostra altezza. Con il passare dei minuti abbiamo perso fiducia ed anche la possibilità di portare a casa il risultato. Forse abbiamo peccato di presunzione, ma non dobbiamo dimenticare i nostri obiettivi. Il fatto di aver raggiunto una buona classifica ci ha un po’ distratti. Il posto occupato non ci compete. Dobbiamo ritrovare la nostra anima operaia. La gara non è stata alla nostra altezza. Siamo usurati. Speriamo di riprenderci presto”.
Non scuse ma attenuanti
Non cerca scuse Sandro Dell’Agnello, visibilmente contrariato e con la consueta schiettezza afferma: “La responsabilità è mia. Sono io l’allenatore ed io mi devo assumere le responsabilità. Il nostro deficit attuale è sia fisico che mentale Abbiamo delle difficoltà nelle rotazioni in partita e ovviamente in allenamento per gli infortuni di Czyz, da un mese in difficoltà e per ultimo di Bostic”.
“Bostic ha subito una recidivante – precisa Dell’Agnello – Di solito è sempre peggio del primo infortunio. Spero di sbagliarmi. Bostic è molto importante nell’economia del nostro gioco. A dicembre non siamo ancora rodati e la qualità non è ancora al top. Perdere elementi fondamentali nel gioco non è positivo. Una sconfitta che brucia. Ma Pesaro ha stravolto tutte le percentuali. Ha tirato con il 45 % da tre, mentre fino ad oggi è stata la squadra che ha tirato peggio. Abbiamo cambiato difesa su tutti blocchi. A Cantù è andata bene, mentre oggi il risultato ci ha penalizzato”.
La festa e la distrazione
Sulla festa che non lo ha visto protagonista per antichi dissapori: “Meglio non parlarne” visibilmente contrariato.
E come dargli torto?
Di umore opposto Piero Bucchi
“Era una partita difficile soprattutto in termini di motivazioni. Dopo la sconfitta di domenica scorsa non era facile infondere fiducia nei giocatori che sono stati bravi ad invertire la rotta e credere nel risultato. Ora dobbiamo espugnare … L’adriatic Arena”. Jasaits ha dato un contributo fondamentale. Abbiamo usato diverse volte la difesa a zona. Non è inusuale il suo utilizzo”.
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Il primo ad arrivare in sala stampa è stato Boscia Tanjevic. Più un’occasione per salutare i vecchi amici che per ragioni tecniche. Però due battute sulla partita “Non si possono vincere tutte le partite. Il campionato di Caserta finora è più che positivo. Adesso vado a fumare una sigaretta”.
Alla mia osservazione, Boscia risponde “sempre. Non ho mai smesso. Finirò la mia vita con la sigaretta tra le dita”. E giù una sirata.
Almeno qualcuno ha riso.
Il tabellino
PASTA REGGIA JUVECASERTA
Sosa 30 (7/12, 3/10), Cinciarini 14 (1/3, 2/3), Putney 10 (5/6, 0/4), Gaddefors, Jackson, Giuri 5 (1/4, 1/4), Bostic 5 (0/1, 1/2), Cefarelli, Metreveli, Czyz, Watt 18 (6/10, 1/3), Iavazzi Da 2 20/38 – da 3 8/26
All. Dell’Agnello
CONSULTINVEST PESARO
Fields 13, Gazzotti 2, Cassese , Thornton 19, Jasaitis 8, Ceron 2, Bocconcelli, Jones 24, Serpilli, Nnoko 6, Zavackas 5, Harrow 8 Da 2 23/46 – da 3 8/18
All. Bucchi
Arbitri
Mazzoni Manuel, Biggi Maurizio, Bartoli Mark
Spettatori 3528 per un icasso di € 38.753,00