Notti.
Di Michela Salzillo
Housman diceva: io non so che cosa sia la poesia, ma so riconoscerla quando la sento. Un verso, questo, che appare come una dottrina, una libera legge difficile da smentire. La poesia, soprattutto quella contemporanea, è bella perché è irriverente, sta fuori dagli schemi pur conoscendoli benissimo. È fatta di sensazioni che la parola disegna come può, e quando ciò che tratteggia rispecchia i margini del reale o dell’immaginato vivo, tutto funziona da sé. Improvvisamente ogni pezzo sembra essere al posto giusto, anche se un po’ sgangherato. Quando un verso suona se ne frega di tutto il resto, perché l’unica cosa che gli conferisce dignità è il ritmo rubato all’emozione, qualunque essa sia. Le mie notti di Gianrenzo Orbassano è una silloge che probabilmente si sviluppa proprio sull’elementare principio della parola per istinto. Non a caso è lui stesso a confessare che la raccolta suddetta- pubblicata nel dicembre del 2014 da Spring editore- viene fuori da una sola apparente inerzia, che attraverso il dialogo con la poesia si tramuterà in una più chiara destabilizzazione; quel senso di disequilibrio che di solito anticipa un’ importante fase di cambiamento interiore.
Le mie notti: il 23 Febbraio a Casapulla
È fissato per giovedì 23 Febbraio l’appuntamento dal vivo con Gianrenzo Orbassano, che incontrerà il pubblico intervenendo nell’ambito della rassegna incontri d’Autore organizzata dalla pro-loco di Casapulla. La presentazione de Le mie notti si terrà alle ore 18.30 nella Sala Consiliare ‘’Vescovo Natale’’; Piazza Municipio, Casapulla (ce).
Interverranno:
Anna Di Nardo (Assessore alla Cultura del Comune di Casapulla)
Eliana Riva (Editrice Spring Editore)
Antonella D’Andrea (Direttrice Editoriale Spring Editore)
Elio Di Domenico (Docente di Lettere e Scrittore)
Letture a cura di: Santa Santillo
Relatore
Francesco Marino (Direttore Caserta Focus)
Le mie notti: sinossi e prefazione
‘’Le mie notti è un libro di poesie scritto di getto all’età di diciotto anni. È venuto fuori per destabilizzarmi, per modificare la routine quotidiana di un diciottenne qualunque fatta di prime volte e di porte chiuse in faccia.
Ho dovuto subire le conseguenze di scrivere, di essere quindi etichettato come uno scrittore, un poeta. Non che mi facciano schifo questi appellativi, ma preferisco non definirmi così: Io sono un appassionato e la parola stessa indica un interessamento profondo verso qualcosa. Di poesia ne ho masticato, forse inconsapevolmente, fin da tempi delle elementari, quando mio padre mi portava da casa a scuola con la macchina. In questa macchina c’era una radio che trasmetteva di continuo Lucio Battisti ed io imparai a memoria, giorno dopo giorno, alcune sue canzoni.
Poi in adolescenza ho avuto molti impulsi che mi hanno portato verso la musica e la scrittura in generale. Adoravo la new wave, quindi i Duran Duran e i Depeche Mode, in Italia invece ascoltavo i cantautori. Cos’è una canzone se non una poesia e viceversa?
Bowie faceva canzoni che erano poesia, De Andrè anche, con l’aggiunta che lesse Edgar Lee Masters e ci tirò fuori Non al denaro, non all’amore né al cielo.
Ritornando al libro, posso affermare che è stato concepito con molta frenesia e ingenuità che si notano nelle poesie, ci sono errori di punteggiatura e parole, a volte, ripetute.
È un libro quasi selvatico che parla dell’insonnia, dell’atmosfera che si crea una volta sceso il sole, la notte mi raccontava delle emozioni ed io le trascrivevo, senza neanche pensarci sopra. Parla di anarchia, di depressione, di solitudine, di controversie, di ossessioni, ma c’è anche una visione di speranza, quasi ad assicurarci che comunque dopo la notte, c’è il giorno. Il giorno che inizia inevitabilmente con la notte, da lei non si sfugge, è maestosa, per me una fabbrica di idee poiché è il momento delle ventiquattro ore dove si è più calmi e questo mi ha aiutato anche a pensare alla copertina del libro, raffigurante una sagoma nera sotto ad un lampione con delle stelle quasi scarabocchiate di fianco ad una luna disegnata con più accuratezza, contenente delle note musicali, giusto per ricordare l’importanza della musica.
È un libro che, una volta scritto, ho rinnegato subito come se, appunto, non l’avessi mai scritto io.
Perché la poesia non è mia, io non mi reputo un poeta, anzi mi darebbe fastidio esserlo.
Ciò che scrivo, mi piace pensare, sarà inevitabilmente sbranato da qualcun altro che lo farà tutto suo.
Ecco perché quando leggiamo qualcosa che ci colpisce esclamiamo: ‘’Hey, quello sono io!’’.
Nella scrittura ci si rispecchia, e penso non si può avere l’arroganza di crederci autori di nulla, la poesia è un volo pindarico nel blu dell’oceano, è come l’istinto, chissà poi dove cadrà.
Gianrenzo Orbassano: biografia
Gianrenzo Orbassano nasce a Torino ormai ventuno anni fa, nel mezzo degli anni novanta,
lasciò la terra natìa a causa del lavoro dei genitori e venne adottato dalla Campania (fu) Felix, da Caserta e da Casapulla, piccolo paese di provincia ma con una grande storia alle spalle spesso dimenticata.
Frequenta e si diploma in un Istituto Tecnico Commerciale e scopre le poesie di Baudelaire e i racconti di Bukowsky, oltre alla musica cantautorale italiana ed inglese.
Nel 2014, con la Casa Editrice Spring, pubblica il suo primo volume di poesie intotalato “Le mie notti”, riscuotendo un discreto feedback da parte dei lettori, presenziando ad eventi culturali e presentazioni nelle scuole e nei locali del casertano.
Nel 2016, insieme alla regia di Alessandro Calamo, lancia un videoclip, “Amore Universale” che è una canzone sulle dissonanze e delle ossessioni derivate da un sentimento, l’amore, ormai praticato con troppa schematicità, senza considerare la spontaneità e la magia che solo l’amore può dare.
Dal 2016 collabora con la testata giornalistica on line Caserta Focus diretta da Francesco Marino.