Sfida
Di Michela Salzillo
Dimmi di che catena sei e ti dirò a quale sensibilità appartieni! Clicca mi piace, condividi, e riceverai a casa un kit per migliorare la tua partecipazione ai drammi del mondo.
Ormai funziona così, gli specchi per guardare in faccia le persone- spesso con la presunzione di sportarsi anche un po’ più in là – non sono più quelli di una volta, e non li trovi neppure più nascosti dietro le scarpiere o le porte dei bagni di servizio. Il riflesso dell’essere, compreso il nostro, oggi lo fa la forma che, se da sostanza si traveste, è sicuramente online. Non bisogna generalizzare, certo, e va da sé che di tutta un’erba un fascio è l’errore più comune, tanto quanto il meccanismo automatico del like and share.
Ma è innegabile dare conto al condizionamento che deriva da certe mode web: dal condividi sei hai un cuore, al Je suis…chi capita al momento. Dalle foto profilo anti- femminicidio, alle neonate immagini, dai toni elegiaci, che rispondono di sì alla sfida. Ma dall’ invito accolto, al salto nel vuoto il passo è sicuramente breve.
Sfida accettata! La nuova catena gioca con la scusa dei malati di cancro
Quando un nuovo stile online si diffonde a macchia d’olio, navigando a dismisura tra il fare comune e l’abitudine ad essere conformi all’ idea d’effetto, viene di certo la curiosità di capire da dove sia partito e quali siano stati, se ci sono stati, i motivi che lo hanno fatto nascere. Nel caso dell’ultimo telefono senza fili, che ha previsto la condivisione di foto in bianco e nero, ritraenti i visi giovanissimi dei nostri amici Facebook, parte, come quasi sempre, da molto lontano.
Prima di arrivare a noi nelle vesti di una catena di Sant’Antonio tritata male, l’iniziativa portava con sé una buona causa, anche se solo in teoria. Il passaparola originale, infatti, nasce come parecchio presuntuoso, in quanto si fa carico di un sostegno, nei fatti inesistente, da indirizzare ai malati di cancro. La sfida che ti insegna un tumore, è chiaro, non può avere proprio niente a che fare con la pubblicazione di uno scatto datato che, secondo i termini del flusso di condivisioni iniziali, prevedeva un ‘ immediata nomination all’amico social ritenuto più sensibile all’argomento, tramite il seguente messaggio:
Poiché hai messo like alla mia foto, ora dovrai postarne una tu in bianco e nero e scrivere “Sfida accettata”. Riempiano Facebook con immagini in bianco e nero per dimostrare il nostro sostegno alla battaglia contro il cancro. Questa è la sfida. Agli amici a cui piacerà il tuo post, invia questo messaggio».
Chiarire le origini della diffusione non ha di sicuro migliorato la situazione, anzi, viene difficile comprendere gli slanci di genio di chi ha idee del genere. Ciò detto, la morale non è da fare a nessuno. Nella vita, soprattutto in quella che social non è, la leggerezza è fondamentale. Quindi che ben vengano i salfie con le labbra pigmentate o le tenere foto ricordo, ma teniamo bene a mente che per farlo non abbiamo bisogno di scomodare il perbenismo, anche perché l’empatia per le difficoltà importanti la possiamo sviluppare solo vivendole e condividendole fuori dallo schermo.