Strada
Tutti i titoli inseriti nella collana per il sociale firmata La strada per Babilonia sono stati pubblicati, oltre che per il loro valore letterario, anche per contribuire ad aiutare associazioni umanitarie, comprese quelle finalizzate alla ricerca medica e scientifica.
Tra gli obiettivi prioritari, ovviamente, va considerata la sensibilizzazione del lettore a tali tematiche. Le associazioni potranno acquistare copie a prezzo di costo (quello tipografico) e usarle per auto-finanziarsi, rivendendole ai loro eventi. Molti autori, inoltre, devolveranno i loro diritti a tali associazioni.
Il Basilisco – o della speranza- battezza la collana per il sociale de La strada per Babilonia
Il Basilisco – o della speranza – di Stefano Cortese è il primo titolo lanciato per dare il via a tale progetto. In questa raccolta di racconti e novelle, che racchiudono un arco temporale che va dal Medioevo francese ai primi anni del Novecento italiano, affiora una concezione del mondo e dell’uomo che, pagina dopo pagina, si scopre essere metastorica più che meramente storiografica.
Se l’Italia rurale del post brigantaggio narrata ne La Sila diventa occasione di realismo magico, e se il tempo cronologico del racconto finisce per sfumare nel tempo mitico, non sorprende allora che gli altopiani montuosi che fanno da scenario alla vicenda siano quelli della cosiddetta Sila Greca, rappresentata non a caso come un portale mistico di unione e incontro con dèi e demoni. A fare da contraltare alla religiosità di pastori e carbonai calabri è invece il breve Il cetorino, in cui, in una pregnante e pragmatica dimostrazione di stoicismo, vengono immaginati gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat, impotente dinanzi all’unica possibilità che gli resta: l’accettazione del destino. Riflessioni sull’aut-aut tra nobiltà di spirito e nobiltà di sangue sono inoltre offerte dai suggestivi L’incidente di Teplitz e Le nevi dell’altro anno: nel primo caso attraverso un confronto tra il genio musicale di Beethoven e quello letterario di Goethe, e nel secondo attraverso una collazione tra i versi apollinei del duca-poeta Charles d’Orléans e quelli dionisiaci del brigante e poeta maledetto François Villon. Autentica epopea sul senso di colpa e sulla lenta e claustrale estinzione della speranza è infine la novella che dà il titolo alla raccolta e che, attraverso la drammatica vicenda di Maria D’Avalos e Fabrizio Carafa, trucidati per mano di Don Carlo Gesualdo da Venosa, si fa portatrice dei temi esistenziali del nulla e dell’attesa, del silenzio e dell’assenza, ma che, contestualmente, reca un messaggio su tutti: un messaggio sull’importanza dell’arte.