1 MAGGIO
di Giovanna Rizzo
1 maggio…… la festa camuffata
In questa globalizzazione che costringe i lavoratori a “scannarsi” e “cannibalizzarsi” l’un l’altro, in una competizione apparentemente liberista ma di fatto asservita alle dinamiche della finanza, sembra più plausibile celebrare un lutto.
Un lutto più che una festa
Un lutto, si. Non quello del lavoro nel suo significato più prossimo, ovvero quello evocato dall’art. 1 della Costituzione Italiana, ma del lavoratore che si troverà di fronte a un “lutto” nel senso psicologico più stretto del termine, nella auspicabile rielaborazione della possibilità di credere che le catene “platoniane” possano passare in ombra e che tutto ciò che ci viene proiettato come un bene dai padroni del discorso, dai padroni del sapere, dai padroni mediatici, possa essere messo in discussione.
E che la “nuda” vita, magari, non sia così preziosa della vita “sociale” per la quale l’essere umano è più incline e per la quale ha dimenticato di lottare.
La zebra scappa dal leone perché conosce il suo predatore, ma se il predatore veste i panni del titolare dello zoo safari, sarà sempre più difficile avere il coraggio di pensare altrimenti, di pensare al TUO valore e alla responsabilità della TUA vita scevra dalla riconoscenza del dono, ma sempre più pregnante di sfumature da conoscere, conquistare e vivere.
È necessaria una rivolta dell’anima, per una rivolta verso l’immagine di ciò che ci può sembrare scontato.