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Categoria

Musica

grande madre
CulturaEventiIn primo pianoMusicaTeatro

Grande Madre – Laboratorio danze popolari

scritto da L'Interessante

Grande madre

Laboratorio Stabile Danze del Sud Italia
diretto da Angela Esposito

presenta

GRANDE MADRE
LABORATORIO SULLA VISIONE CONTEMPORANEA DELLA DANZA POPOLARE

a cura di:

Angela Esposito
Alessia Tudda

IV° ed ULTIMO INCONTRO
Sabato 7 Maggio
Dalle ore 16 alle ore 19

>>Ritorno alla Madre<<

Testi di riferimento:
“Canti a “ffigliuola e Tammurriata per Materdomini”
(Esecutori: Antonio De Luca, Gennaro Albano, Luigi Auricchio, Domenico Catapano, Pasquale Boccia)
Zona: Somma Vesuviana, Terzigno

Presso il
Led Spazio Danza
Via Francesco del Giudice n.9
(Nei pressi della chiesa Pietrasanta, su via tribunali)
Napoli

Info e prenotazione:
Cell: 3497428098 | 3285428140
Email: angie.esposito86@gmail.com

Il vero canto popolare è innanzitutto la rappresentazione di un mondo interiore. Si basa su un’articolazione di “Segni”, leggibili in una visione rituale e magico-religiosa dei canti stessi. Questi infatti sono comprensibili nella loro molteplice verità secondo un codice culturale che rapporta i “segni” ad angosce collettive da esorcizzare proprio mediante la loro stessa espressione.
Le principali tematiche di tali “Segni” sono: la donna o la madre, il sesso e la morte.
Tutto è rivolto alla “figliola” come vergine, madre, sorella, sposa, come terra, albero, orto, giardino, rosa, fontana, pozzo, come montagna, castello, palazzo, casa, chiesa, e come sole e luna, come barca, fiume, mare in cui perdersi, annegare, ma anche viaggiare e poi tornare, come grotta, caverna dalla quale si è nati ed alla quale si vorrebbe sempre ritornare.
La figliola prima dolce come mela o albicocca, ora aspra come limone o foglia di limone, ha la stessa faccia della morte: come morte è la vergine sposa che accoglie il seme e ripartorisce la primavera.
Nella antropologia e psicologia Junghiana e di Neumann, la Grande Madre rappresenta una forza numinosa come archetipo di potenza ambivalente, che può nutrire ma anche divorare, salvare ma anche distruggere. È il luogo della magica trasformazione, della rinascita, dell’occulto e tenebroso, ciò che divora e seduce.
Essa è datrice non solo della vita ma anche della morte. Il grembo della terra si trasforma nelle fauci divoranti e mortali del mondo sotterraneo seminando distruzione e pericolo; l’utero da fecondare e la cavità protettiva della terra e della montagna si trasformano nell’abisso, nella caverna, nell’oscura cavità profonda dell’utero divorante della tomba e della morte, nell’oscurità priva di luce e nel nulla proprio della Madre oscura.
Ed è sempre a lei che si tende, lei che sta in alto su una montagna o giù in una valle, o nel mare, o sotto terra, comunque sempre al di là di chi vorrebbe raggiungerla pur avendo paura di raggiungerla. E per raggiungerla al di là si passano i ponti, si traversano i fiumi, si varca il mare in un eterno viaggio di andata e ritorno, come il moto dell’onda sulla spiaggia, come il coito di un universo di angoscia e di amore.
Tutto ciò perché in fondo le cose sono tre: la madre il sesso e la morte ed entrano una nell’altra e si scambiano e sono la stessa cosa in un modo o in un altro.
E se il sesso è la stessa morte, esso diventa arma, coltello, spada, pistola, fuoco e combattimento. E se la madre è il sesso è anche la nascita o una nuova nascita dopo la morte perché è il sesso che genera nuovamente.
Ed anche il “Grande Cerchio” rappresenta una dimensione del femminile. Quell’aspetto che tende a mantenere fermo ciò che da esso sorge e a circondarlo come sostanza eterna. Tutto quello che nasce dal femminile appartiene ad esso, anche quando l’individuo diviene autonomo, l’archetipo del femminile relativizza tale autonomia, rendendola una variante secondaria della sua essenza eterna.

Il laboratorio è aperto a tutti coloro che, pur non avendo precedenti studi di danza, intendendo compiere una ricerca sul corpo attraverso alcuni principi base della danza contemporanea e attraverso i movimenti, l’analisi dei testi e l’ascolto di alcune sonorità tipiche della tradizione popolare campana, in particolar modo LA TAMMURRIATA.
Il laboratorio è aperto a uomini e donne di qualsiasi età, che abbiano voglia di scoprirsi, di ricercare e scoprire una propria visione della danza popolare, in una ottica nuova, e quindi, contemporanea.
A tutti quelli che intendono compiere questo viaggio nel femminile, in queste dimensioni:

MADRE = MORTE = SESSO = MADRE

Programma dettagliato:

– Riscaldamento del corpo sulla base della tecnica contemporanea
– Postura e Accentramento
– Scomposizione e dissociazione corporea
– Lavoro sulle articolazioni
– Esercizi di stile tipici della danza contemporanea
– Gestualità e mimica tipici della danza popolare
– Camminate e passi danzati tratti dall’espressione coreutica popolare e della danza contemporanea
– Danza nel “Grande Cerchio” in una visione contemporanea della danza popolare

Bibliografia
Jung C.G., Opere 9, tomo 1, Bollati Boringhieri, Torino, 1980
Neumann E., La grande madre, astrolabio, Roma, 1981
De Simone R., Canti e tradizioni popolari in Campania, ed. Lato side, 1979

Angela Esposito
Danzatrice, Performer, Coreografa
Direttrice del Laboratorio Stabile Danze del Sud Italia
Napoli | Portici | Pomigliano D’arco | Cercola

Nata e cresciuta nella zona vesuviana, fin da bambina, osserva e partecipa ai rituali annuali contadini della zona agro-sommese. Crescendo si appassiona ad altri stili di danze tradizionali campane, osservando e assimilando la coreutica delle Tammurriate dei Monti Lattari e dell’area Domiziana.
Nel 2008 studia e ricerca l’atto performatico attraverso il corso di danze rituali della Puglia condotto da Mattia Doto, presso l’associazione culturale TARANTA POWER, diretta da Eugenio Bennato. Percorso in cui matura un profondo lavoro sul corpo e sulla presenza scenica, attraverso alcuni principi di lavoro e di training tipici del teatro-danza contemporaneo.
Nello stesso tempo prosegue i suoi studi sulle altre danze del sud Italia, osservando sul campo, nei luoghi e nei contesti in cui si svolge la danza, dalla Pizzica Pizzica del Alto Salento, allo stile ostunese della Bassa Murgia, dalla Tarantella Cilentana al Sonu a Ballu Riggitano.
Dal 2011 insegna presso numerose strutture del territorio campano (Napoli, Pomigliano d’Arco, Scisciano, Somma Vesuviana, Cercola, Torre del Greco, Portici).
Nel 2014 collabora con l’antropologo dott. Fabio Birotti nei Progetti PON rivolti alle Scuole.
Dal 2012 al 2015 ha collaborato con l’Associazione SuDanzare, con sede a Parigi, in qualità di insegnante, danzatrice e responsabile per la regione Campania.
Nel 2014 partecipa, come componente della compagnia omonima di teatro danza, allo spettacolo “sanTarantella”, la cui prima nazionale è andata in scena al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e successivamente al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo.
Nel 2015 inizia un percorso di ricerca sulla visione contemporanea della danza popolare. Ricerca da cui nascono laboratori e coreografie, lavori presentati in seguito durante gli spettacoli di fine anno dell’Accademia Iris di Portici, diretta da Valeria Schiano, e del centro studi Arteballetto di Pomigliano D’arco, diretto da Daniela Sorrenti.
Collabora con vari artisti della scena musicale campana e non, come: i Rareca Antica, A paranza r’o Lione, Paranza dell’Agro, Pino Jove, Luna Calante, Progetto Sanacore, Marilù & i Contrabballo, Rione Junno, e con la danzatrice/performer Ashai Arop Lombardo (nel Workshop Tammurriata Nera).
Dal 2015 dirige il Laboratorio Stabile di danze del Sud Italia, con sede principale a Napoli presso il Led Spazio Danza, e presso altre strutture (Accademia Iris di Portici, Centro Studi Arteballetto di Pomigliano D’arco, Arte in movimento di Cercola), dove svolge incontri di danze tradizionali e sulla visione contemporanea delle danze popolari.

Alessia Tudda
Danzatrice, performer, coreografa

Nata nella zona vesuviana, frequenta fin da bambina, a soli sei anni, i corsi di danza classica e contemporanea presso l’‘Accademia dello Spettacolo’ di Portici (Napoli), diretta da Irma Cardano e Virginia Vincenti, tramite le quali avrà la possibilità di studiare, nel corso dei dodici anni di frequenza accademica, con Maestri del calibro di Lia Calizza, Pedro de La Cruz, Renato Greco, Bill Hasting, Chet Walker, Agostino D’Aloia e numerosi altri nomi di fama internazionale.
Impegno e dedizione alla disciplina, e corsi di studio avanzato presso centri di danza di spicco come quello di Rossella Hightower di Cannes nel 2002, le permettono di conseguire, a partire dall’età di 11 anni, ‘primi premi’ e riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali nell’ambito della danza contemporanea e di vincere borse studio come quella all’ ‘International Dance Theatre e Musical Festival’ (Trento) nel 2009.
Il perfezionamento presso altre scuole napoletane come la scuola ‘Romeo e Giulietta’ di Floriana Troise e Claudia Perez, lo stage di danza “modern/jazz” presso l’evento “Sebs” (Napoli) che la vede vincitrice della borsa di studio per la compagnia del Maestro Luigi Grasso nel 2010 e la continua attività didattica rivolta a classi di danza classica e contemporanea, inferiori e superiori, a partire dall’anno 2009, mantengono viva la sua attività di danza ormai ventennale e rappresentano fonte di continuo arricchimento.
Il senso forte d’appartenenza alla sua terra ed il forte legame con le sue radici, per metà vesuviane e per metà “arbereshe”, la spingono ad approfondire la conoscenza della tradizione coreutica della sua terra. L’incontro con Angela Esposito, nel 2012, l’avvicina istintivamente allo studio delle danze popolari del Sud Italia, partecipando attivamente ai corsi, prima come allieva, poi come assistente.
Opera in seguito in spettacoli di teatro – danza: nel 2014 con la compagnia Sudanzare nello spettacolo “SanTarantella” la cui prima Nazionale si è svolta Napoli, presso il Museo Archeologico e successivamente presso il Teatro Stabile d’innovazione Galleria, ed nel giugno 2015 nello spettacolo di fine anno “Agape e Nemesis” dell’Accademia Iris di Portici (Napoli), diretta da Valeria Schiano.
Ha poi l’occasione di collaborare negli anni, come ballatrice ospite, per vari gruppi e nomi storici della tradizione popolare campana: Luna calante, Pino Iove, la Paranza dell’agro.
Nel 2015 lavora, per l’intero tour estivo, con il gruppo “Rione Junno”, con il quale si esibisce, fra l’altro, nel ‘Kaulonia Tarantella Festival’, a Caulonia (Rc); nel ‘Pastena Folk Festival’, a Pastena (Fr) e nella ‘Festa del mare’, a Positano (Sa), con il Maestro polistrumentista Erasmo Petringa; nel ‘Gal Gargano Festival’ a Mattinata (Fg), con Eugenio Bennato; a Manocalzati (Av) con il percussionista Luca Rossi; nella ‘Notte bianca’ di San Giorgio del Sannio (Bn), con Pietra Montecorvino; ad Olevano Romano (Rm) con Enzo Gragnaniello.
Collabora con il Laboratorio Stabile Danze del Sud Italia, diretto da Angela Esposito, in qualità di insegnante ed assistente nei corsi di danza popolare e in qualità di danzatrice e coreografa durante gli spettacoli e saggi di danza popolare e sulla visione contemporanea della danza popolare.

Grande Madre – Laboratorio danze popolari was last modified: aprile 27th, 2016 by L'Interessante
27 aprile 2016 0 commenti
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The Statue Thieves
CulturaEventiIn primo pianoMusica

The Statue Thieves al Club 33 Giri

scritto da L'Interessante

The Statue Thieves

The Statue Thieves, dal Regno Unito al Club 33 Giri

Sabato 23 aprile 2016 nella sede dell’associazione culturale a Santa Maria Capua Vetere (Ce)

L’associazione culturale no profit Club 33 Giri ospiterà, sabato 23 aprile 2016, a partire dalle ore 21.30, la band inglese The Statue Thieves. Sul palco dell’associazione in via R. Perla (via Jan Palch, Central Park) a Santa Maria Capua Vetere (Ce) il gruppo proporrà al pubblico i brani del loro ultimo ep “Revolutions in your Mind”.  Ad accompagnare la loro
performance un live painting curato e realizzato dall’artista Tiziana Simiani.
The Statue Thieves, si sono formati nel Gennaio del 2012,  una rock band alternativa con base a Nord Ovest di Londra.  I membri della band sono Craig Ingham ( voce, chitarra, armonica ), Ivàn Muela ( chitarra, seconda voce ), Gennaro Oliviero ( batteria ) e Michal Domin ( basso ).  La loro musica consiste in una fusione tra rock e psychedelia, con piacevoli e
leggeri innesti di noise, blues e soul saggiamente dosati per rendere il sound unico. La band ha costruito la sua reputazione grazie alle sue infuocate performance live e al forte impatto che suscita nel pubblico.
Dall’infanzia acustica della band fino alla completa maturità sviluppata, The Statue Thieves hanno dato prova di saper propriamente combinare melodie intime con un’intensa e sincera tecnica.  La band ha tre EP all’attivo:
“Statues of Realisation” E.P (2012) “Formation” E.P. (2014), ed il nuovo
“Revolutions in your Mind”, rilasciato il 22 Giugno 2015. Al momento vi sono anche nuovi brani in cantiere.
 Il loro singolo “Meditation”, estratto dall’EP “Revolutions in your Mind”, è stato scelto dalla rivista Classic Rock Magazine per celebrare i cinquant’anni di carriera dei Pink Floyd. La rivista, nella sua edizione speciale, ha rivissuto passo per passo la carriera dei Pink Floyd, proponendo 15 nuove band influenzate dal loro sound. Oltre all’ottima critica per i  The Statue Thieves, il loro singolo è stato inserito nel cd allegato alla rivista. Sulla scia del successo dell’ultimo EP uscito in Giugno, sono riusciti ad esibirsi non solo sul territorio di Londra ma in diverse location del Regno Unito ed anche oltre i confini dell’isola. Il loro obiettivo è quello di continuare a scrivere, esibendosi e suscitando interesse in nuovi fans e nelle industrie musicali che incontrano sulla loro strada.

Per partecipare a tutte le attività dell’Associazione Culturale Club 33 Giri è necessario tesserarsi per entrare a far parte del collettivo. La tessera, che ha validità per l’intera durata della stagione associativa, si può sottoscrivere durante qualsiasi evento o incontro.

Per maggiori informazioni sull’associazione o sull’evento è possibile
visitare il sito a questo indirizzo: http://club33giri.it/

The Statue Thieves al Club 33 Giri was last modified: aprile 23rd, 2016 by L'Interessante
23 aprile 2016 0 commenti
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Edoardo
CulturaIn primo pianoLibriMusica

Edoardo Inglese al Jarmusch Club per presentare il suo lavoro targato Roundmidnight Edizioni

scritto da Roberta Magliocca

Edoardo Inglese

Non ci si ferma mai. Sembra essere questo lo slogan di una Round Midnight Edizioni che, nonostante il mondo ci spinga al verso opposto, non smette di puntare sull’arte, quella seria, quell’arte che è fine a se stessa senza secondi fini. L’arte come espressione massima della cultura, come unica vera fonte di salvezza per questo stivale un po’ demodè.

E questo viaggio, spesso in salita, ha varie tappe. Una di queste è il 21 Aprile al Jarmusch Club con Edoardo Inglese che presenterà, per la prima volta in Campania, il suo lavoro.

Di seguito, tutte le info dell’evento – dalle quali capirete che non si è autori della Round Midnight a caso, lo si è per fortuna, per sfiga, perchè profondamente si ha qualcosa che non va, qualcosa di fottutamente geniale:

Il cantautore romano presenterà per la prima volta in Campania la sua ultima fatica: “A sfidare il cielo…” in un concerto piano e voce.
ticket € 3 – info e prenotazioni: 338/5954567 345/7021106

Chi è Edoardo Inlgese?

Soprattutto canzonettista da più di trent’anni. Musica e parole. Poi realizza documentari (Stefan Delureanu. Una storia, la Storia – 2010, Ritratti di famiglia – dal 2013), format radiofonici e televisivi (dal 2009, RadioLi- vres. La NarraTela dal 2013, sigla Gazebo, Rai 3 – dal 2012), web series (Defaticamento Tour – 2014, Defati- camento Clandestino – 2015) teatro (Go Morra! – 2013, Romanacci Tua – 2014, Amleto fa Cirano coll’Inglese – 2015), cinema (colonna sonora Arance e Martello di D. Bianchi per la Fandango – 2013), libri (Col fiato so- speso – Erickson 2010), festival (Villastock – 1992, MusicAlMeno – 1994, Festival delle Storie – dal 2009) non sense, doppi, tripli sensi, post e commenti. Dal 1988 cantante dell’Original Slammer Band (6 dischi e 1 dvd autoprodotti). Dal 2013 anche da solo (cd L’Inglese per Tutti). Nasce il 15 luglio del 1969, a Sora e, nonostante tutto, ancora vive. Dall’87 a Roma. Ogni tanto si ricorda che è laureato di lungo corso – perché ha approfondito – in Filosofia. È così rassegnato all’umano errare che preferisce far parlare i fatti. I fatti gli chiedono sempre 5 euro e lui si meraviglia che ci casca ogni volta. Difenderà comunque sempre il diritto dei fatti a fare i fatti. A patto che non gli chiedano più 5 euro.


A Sfidare il cielo finchè ci sarà un dio


Lo volevo chiamare Tutti per l’Inglese, perché rispetto all’Inglese per tutti, quello è. Si intitola “A Sfidare Il Cielo Finche Ci Sarà Un Dio”. Non l’ho pensato io ma è la crasi geniale di un mio verso di “Cronache di Settembre”, che il maestro Roberto Acqua ha pensato e dipinto. In fin dei conti è quello che è il disco. In fin dei conti è la mia direzione ostinata e contraria. In fin dei conti.

Taccuino con:
5 disegni in b/n di luca d’elia
12 testi musicali di edoardo inglese
6 poesie di edoardo inglese
cd musicale con:
12 brani di edoardo inglese.

Roberta Magliocca

 

Edoardo Inglese al Jarmusch Club per presentare il suo lavoro targato Roundmidnight Edizioni was last modified: aprile 20th, 2016 by Roberta Magliocca
20 aprile 2016 0 commenti
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Sud
CulturaIn primo pianoMusica

Tammurriata: ballando tutti i sud del mondo

scritto da Roberta Magliocca

Tutti i Sud del mondo

Tutti i Sud del mondo

Son cantastorie, un buffone, un giullare;

ma stasera son serio, vi porto a ballare.

Fidatevi, dunque, venite con me

Vi porto nel posto più bello che c’è

C’era una volta, così comincia ogni storia. Ma questa è una storia che oggi ancora c’è e che, se saremo fortunati, domani ancora ci sarà. Ma, soprattutto, se starete attenti, una volta lette queste mie parole, potrete scorgerne l’eco scritta sulle case, disegnata sui quaderni dei bambini, scolpita sui muri delle chiese, raccontata dalle rughe degli anziani. Io oggi la vedo spuntare tra le nuvole di un cielo grigio che alle 7.00 del mattino ha già pianto tutte le lacrime che aveva da piangere.  La nebbia, pian piano, me la lascio alle spalle; o meglio, ai miei piedi e il mondo sembra cambiare, il tempo fermarsi, i sogni avverarsi. Mi hanno sempre detto che l’amore, quando c’è, lo percepisci. Io l’ho visto. Ho visto milioni di braccia alzarsi al cielo, incontrandosi le une con le altre per raccontarsi la gioia di esserci, la nostalgia di un passato da tenere stretto col suono di castagnette che hanno innata la musica della tradizione. Li ho visti quei piedi che, girando e ballando, disegnano un mondo perfetto. Poco più in là, ho visto mani vattere (picchiare) una tammora, tenendo il tempo, il tempo del canto, della fatica, della preghiera, del perdono. C’è gente che mi balla davanti, di lato e tutta intorno. C’è qualcuno che mi allunga un bicchiere di vino, qualcun altro sulle scale di una chiesa mi sorride sincero. Un uomo fotografa due ballatori. Una donna abbraccia una bambina. Un nonno che tiene per mano suo nipote, gli spiega la storia della sua terra attraverso quei canti che scacciano le guerre, la cattiveria di chi le combatte, la follia di chi le pensa. E ora quel bimbo sa che oltre i draghi e ai re, ben più magico di fate e stregoni, c’è un ballo, la tammurriata, che tiene unita la gente nella speranza e nella condivisione.

E non è l’allegria o la semplicità di questo popolo ad avermi colpito. O non solo. Sono le radici che ognuno di quei ballatori, musicanti e cantori ha a farmi capire la grandezza di questo sud. Sono persone che hanno il mare negli occhi, nelle mani e nei pensieri. Un mare che potrebbe portarli ovunque, eppure loro restano lì, come querce secolari, convinte che, lontane dal proprio sole, perderebbero l’ammore e ‘a cuntentezza.

Ed è come se avanti agli occhi avessi una foto in bianco e nero, nella quale, però, saprei riconoscere tutti i colori, pur non avendoli mai visti. In questi balli, in questa musica, vedo e sento il sud che mi piace. Nessun sud fotografato e stampato in offensive cartoline, un sud dai sapori lontani dalla solita pizza, un sud non suonato dal mandolino, un sud visitato da turisti che camminano con lo zaino sulle spalle e non, come di solito accade, stretto sul petto. Il sud del “Non ho niente e te lo dono”.  

Questa storia ho narrato,

ai cavalieri e alle lor signore.

Che vi sia piaciuta o meno io non ho peccato,

perdonatemi, di grazia, son solo un cantastorie

Roberta Magliocca

Tammurriata: ballando tutti i sud del mondo was last modified: aprile 19th, 2016 by Roberta Magliocca
19 aprile 2016 0 commenti
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pianoforte
CulturaIn primo pianoMusica

Un pianoforte per Napoli

scritto da Roberta Magliocca

Take a sad song, and make it better. Dai tetti di Londra ai vicarielli di Napoli. Come i Beatles e le loro chitarre furono, oggi i napoletani e il pianoforte sono. Hey Jude, prendi una canzona e rendila migliore. Quante volte lo si è pensato di Napoli. Prendiamo una città – la nostra città – e rendiamola migliore. E forse qualcuno che crede nella musica come salvezza per il mondo, o chi non vuole rassegnarsi a partenze ed addii, o forse solamente chi vuole trovare rimedio alla noia dei ritardi e mancate coincidenze.

Chiunque abbia avuto l’idea di mettere un pianoforte alla stazione, ci ha visto lungo

Ebbene si, Napoli canta don’t cry for me Mergellina – o meglio, suona – per i pendolari giornalieri o figuranti di passaggio. Nei mattini di primavera, spesso è passato di qui il treno dei desideri di Celentano che all’incontrario va.

Nessuna idea originale quella partenopea, sia chiaro. Sembra che tutto sia partito dal Giappone, portando pianoforti a Roma, Venezia, Torino, passando dagli Stati Uniti.

E se fino a qualche mese, alla stazione, si ingannava il tempo con qualche veloce lettura, con un caffè al bar o con una passeggiata per le attese più lunghe, ora si canta e si perde la nozione del tempo, lo stesso tempo che, all’insegna della noia, sembrava non passare mai. Quindi basta tristezza nelle attese snervanti. Per assurdo, se per lavoro, studio, viaggio, svago e divertimento, vi trovaste a passare alla stazione di Napoli Centrale, potreste addirittura meravigliarvi nel vedere viaggiatori contenti dei ritardi di Trenitalia, perché questo permetterebbe loro n’ata cantata.

Ed è proprio questo che succede: bellissimi momenti di aggregazione che solo la musica  riesce a regalare. A colpi di Tu vuò fa l’americano e Funiculì Funiculà, il pianoforte a Napoli è stato accolto con gioia da partenopei e parte-no.

Perché che siano classici napoletani o canzoni d’oltreoceano, una cosa è sicura – parola di pendolare – quel pianoforte non smette mai di suonare. C’è sempre qualcuno che, per sé o per gli altri – si accomoda al piano, la valigia al suo fianco, e suona. Spesso qualcuno si accosta e, sulla scia di note ben conosciute, canta. E se… “Annuncio ritardo, ci scusiamo per il disagio”, adesso c’è chi scusa volentieri quel disagio e risponde a gran voce “suoniamoci su!”.

Roberta Magliocca

Un pianoforte per Napoli was last modified: aprile 11th, 2016 by Roberta Magliocca
11 aprile 2016 0 commenti
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Zero Assoluto
CulturaEventiIn primo pianoMusica

Zero Assoluto all’ Auchan di Napoli

scritto da L'Interessante

Zero Assoluto

Proprio nei giorni del suo debutto nelle sale cinematografiche, il centro commerciale Auchan di Napoli continua a far parlare di sé. Dopo essere stato scelto come location per il primo film degli Arteteca, il grande spaccio ospita la musica italiana.

Sabato due aprile, dalle 17:00 alle 20:00, saranno invitati d’eccezione gli Zero Assoluto: è un incontro organizzato per tutti i giovani fans del gruppo, quello di oggi. Durante l’appuntamento sarà possibile realizzare un firma copie del loro ultimo successo discografico: Di te e di me.

Zero Assoluto, qualche notizia sulla loro carriera: dal 1999 ad oggi

Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci si sono conosciuti tra i banchi del liceo classico di Roma, muovono i primi passi nella scena rap romana con la canzone In due per uno zero. Il loro singolo d’esordio esce però nel 1999 e si intitola Ultimo capodanno. La canzone è cantata con la collaborazione del Rapper Chef Ragoo. Passati alla notorietà anche come radiofonici, conducendo il programma Suite 102.5, in onda su RTL, nel 2005 conquistano il disco di palatino con il singolo Semplicemente.

Da allora collezioneranno un successo dopo l’altro, confermandosi così una delle più amate realtà musicali, specie tra i giovanissimi.

Risale a qualche mese fa la loro partecipazione alla sessantaseiesima edizione del festival di Sanremo, il singolo in gara- con l’omonimo titolo dell’album uscito il 18 marzo- ha confermato la forza del loro sodalizio d’amicizia ed artistico: in poche settimane dal debutto nelle classifiche ha già ottenuto 1.800.000 visualizzazioni e ha conquistato la top ten di iTunes.

Michela Salzillo

Zero Assoluto all’ Auchan di Napoli was last modified: aprile 2nd, 2016 by L'Interessante
2 aprile 2016 0 commenti
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Gnut
CulturaEventiIn primo pianoMusica

Club 33Giri: Gnut in duo con Mattia Boschi live. Unica data casertana per il “Domestico” Tour

scritto da L'Interessante

Domenica 3 aprile 2016, a partire dalle ore 21.30,  l’Associazione Culturale Club 33 Giri ospiterà l’unica data casertana di presentazione del nuovo ep di Gnut dal titolo “Domestico”

Il concerto si terrà nella sede dell’associazione, in via R.Perla (Central Park, incrocio con via Jan Palach) a Santa Maria Capua Vetere (Ce). Il cantautore napoletano salirà
sul palco accompagnato da Mattia Boschi al violoncello. L’ep** “Domestico” è stato realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding con Musicraiser.*

Con il precedente album “Prenditi quello che meriti” è stato acclamato come una delle migliori realtà cantautoriali della sua generazione, ora Gnut pubblica un nuovo EP dal titolo “Domestico”, in cui tutta la sua arte, fatta di testi leggeri ma di spessore, melodie sospese tra pop e folk che rimangono impresse dal primo ascolto, si condensa in un universo fatto di
visioni che parlano di quotidianità semplice ma profonda. L’EP è stato finanziato grazie ad una campagna di crowdfunding realizzata con Musicraiser. “Domestico”, ha il doppio significato del cognome dell’artista (Claudio Domestico appunto) e della registrazione casalinga, intima; contiene sei brani nuovi di zecca, in cui il cantautore napoletano chiama a sè degli amici e straordinari musicisti: Marco Caligiuri alla batteria, Valerio Mola al contrabbasso, Mattia Boschi al violoncello, Daniele “Mr Coffee”Rossi alle tastiere, Luigi Scialdone al mandolino, Francesco Arcuri alla sega musicale, Maurizio Capone alle percussioni, Daniele Sepe ai sax e flauti, e lo stesso Gnut, alle chitarre acustiche ed elettriche. L’ep farà da anteprima al disco prodotto da Piers Faccini e in uscita nel 2017 per un’etichetta francese. La copertina di “Domestico” è stata realizzata da Giuseppe Boccia con un illustrazione di Stif che ha creato il logo che accompagnerà il tour, “Homebrella”. L’intro dell’ep, “La Banda”, è una registrazione che fatta  mettendo il microfono fuori dalla finestra mentre passava la “Scalzabanda”, simpaticissima banda di bambini e bambine del quartiere Montesanto a Napoli. Claudio dedica “Domestico” al piacere delle
piccole cose quotidiane, all’amore e all’attenzione nei confronti di ciò che lo circonda, in un condensato di emozioni quotidiane e al tempo stesso straordinarie.

Per partecipare a tutte le attività dell’Associazione Culturale Club 33 Giri è necessario tesserarsi per entrare a far parte del collettivo. La tessera, che ha validità per l’intera durata della stagione associativa, si può sottoscrivere durante qualsiasi evento o incontro.

Per maggiori informazioni sull’associazione o sull’evento è possibile visitare il sito a questo indirizzo: http://club33giri.it/

Club 33Giri: Gnut in duo con Mattia Boschi live. Unica data casertana per il “Domestico” Tour was last modified: marzo 30th, 2016 by L'Interessante
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Luciano
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Luciano Bideri: una vita per la musica

scritto da L'Interessante

Luciano Bideri

Dopo novantadue anni di esistenza, molti dei quali spesi a scoprire e promuovere gli astri nascenti della tradizione musicale napoletana, è morto l’editore Luciano Bideri

Si è spento il 27 Marzo all’ età di novantadue anni: titolare della Edizioni musicali Bideri, fondata nel 1876, aveva battezzato e seguito fino all’ età della saggezza i più bei brani del patrimonio musicale partenopeo.

Tutti conoscono canzoni come O surdato ‘nnamurato, scritta nel 1915 da Aniello Califano ed Enrico Cannio, e ‘O Sole mio, un capolavoro del 1898, partorito dal genio artistico di Giovanni Capurro ed Eduardo di Capua ma pochi sanno che, se sono ancora oggi repertorio d’ onore di interpreti nazionali ed internazionali, il merito è della famiglia Bideri, a capo della produzione musicale di eccellenza da più generazioni.

Luciano era il pronipote del Barone Ferdinando Bideri, fondatore primo dell’etichetta musicale che erediterà il suo stesso cognome. Il novantaduenne è stato pioniere di una lunga carriera, costruita non solo sulle fondamenta di quello che il nonno gli aveva lasciato in custodia: si è infatti guadagnato la fama che oggi celebriamo anche come ex presidente sia dell’ente nazionale per la canzone napoletana, sia per la SIAE (Società Italiana degli Autori e gli Editori), esperienza vissuta fino agli anni novanta.

È Stato uno dei principali promotori del festival di Napoli, una competizione canora nata nel 1952 e cessata nel 2004. Dal 1952 al 1970 lo spettacolo fu trasmesso dalla RAI, mentre tra il 1998 ed il 2004, in chiave rielaborata, fu mandata in onda da Rete 4.

I funerali si sono tenuti martedì 29 Marzo nella chiesa di Santa Chiara a Roma, in piazzale Delfico, tra le tante persone accorse per dare l’ultimo saluto al Bideri, anche i figli Silvia e Flavio che, già stretti collaboratori del padre, da oggi daranno seguito alla lunga attività di passione e musica cominciata molti anni fa.

La Bideri edizioni: una lunga catena di promozione musicale

La prima bozza da cui nacque l’idea concreta della casa editrice fu elaborata da Giovanni Emanuele Bideri, poeta e drammaturgo italiano. La sede venne stabilita ,inizialmente, in via università vecchia, a Napoli, ma fu spostata nel 1883 in via San Pietro a Majella.

Alla produzione di quegli anni appartengono opere di rilevante importanza, come un volume sulla storia del teatro San Carlo elaborato da Salvatore Di Giacomo: fino a quel momento, la filosofia della casa editrice si era mossa su logiche culturali tradizionali, ma ben presto assunse una più definita identità, muovendo passi piccoli ma decisi anche in direzione del panorama discografico.

Una scelta fatta con audacia e senza grosse pretese che, però, si rivelò sin da subito un’ ottima opportunità di diffusione del concetto di arte inteso come mestiere proficuo e dignitoso, dando voce a tutti i principali protagonisti della canzone napoletana a cavallo fra i due secoli.

Tra questi: Libero Bovio che solo nel 1915 confezionò canzoni come Tu ca nun chiagne (musica di Ernesto De Curtis) e Reginella (musica di Gaetano Lama); Ernesto Murolo autore di Tarantelluccia (1907), Te sì scurdata ‘e Napule (1912), A primma ‘nnammurata (1917), Mandulinata a Napule (1921), Nun me scetà (1930) ed Adduormete cu mme (1932).

Molte delle canzoni composte in questo periodo fecero il giro del mondo, oltre a  ‘O sole mio,  cantata anche da Elvis Presley e da Bill Haley,  sono  molto note I’ te vurria vasà, O marenariello, Voce ‘e notte, Io ‘na chitarra e ‘a luna.

Se è vero che  la morte è uno dei processi per esistere, secondo Friedrich Nietzsche, una vita senza musica, sarebbe un errore, e questo Bideri l’ha ricordato per più di novant’anni.

Michela Salzillo

Luciano Bideri: una vita per la musica was last modified: marzo 30th, 2016 by L'Interessante
30 marzo 2016 0 commenti
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Wena
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Wena torna a cantare a Caserta, ecco quando

scritto da L'Interessante

Wena and the Souldiers: lo apprendiamo da Facebook e ne siamo tutti ben contenti.

Wena tornerà a cantare a Caserta, lo dice stesso lei

“Ciao Souldiers,

dopo quasi un anno in giro per l’Italia non vedo l’ora di cantare nella mia città. ..non pensavo potesse mancarmi cosi tanto!
Il 24 Aprile finalmente saremo a Caserta!
Vi tocca aspettare per saperne di più…il tempo di un casatiello!

Love you” 

Caserta non vede l’ora.

Wena and the Souldiers: lo apprendiamo da Facebook e ne siamo tutti ben contenti.

Tornerà a cantare a Caserta, lo dice stesso lei

“Ciao Souldiers,

dopo quasi un anno in giro per l’Italia non vedo l’ora di cantare nella mia città. ..non pensavo potesse mancarmi cosi tanto!
Il 24 Aprile finalmente saremo a Caserta!
Vi tocca aspettare per saperne di più…il tempo di un casatiello!

Love you” 

Caserta non vede l’ora.

Wena torna a cantare a Caserta, ecco quando was last modified: marzo 31st, 2016 by L'Interessante
25 marzo 2016 0 commenti
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