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Categoria

Notizie fuori confine

NASA
AttualitàIn primo pianoNotizie fuori confine

NASA. 7 pianeti attorno ad unica stella

scritto da L'Interessante

NASA

Di Antonio Andolfi

Dopo giorni di attesa, speculazioni e anticipazioni a proposito della “conferenza stampa straordinaria” indetta dalla Nasa, l’annuncio è stato finalmente dato: nell’orbita di Trappist-1, una nana rossa ultrafredda a una distanza stimata di circa 40 anni luce da noi sono stati scoperti in totale 7 piccoli pianeti rocciosi, cioè con caratteristiche simili a quelle della Terra. Detto in altre parole: gli astronomi della Nasa (e non solo) hanno trovato ben 7 pianeti quasi gemelli della Terra, non uno solo!

L’annuncio della NASA: Trappist – 1 e i suoi pianeti

Le osservazioni, iniziate nel settembre del 2015, sono state effettuate utilizzando un insieme di strumenti: il telescopio TRAPPIST-South (ESO, Osservatorio Europeo Australe, La Silla, Cile), il Very Large Telescope (ESO, Cerro Paranal, Cile), il telescopio spaziale Spitzer (Nasa, in orbita a 568 km) e altri telescopi attorno al mondo.

Osservabile nella costellazione dell’Acquario, è molto “piccola” (poco più grande di Giove) e di massa stimata nell’8% di quella del Sole.

 Tutti i suoi pianeti, chiamati rispettivamente Trappist-1 b, c, d, e, f, g, h (dal più vicino al più lontano), hanno dimensioni simili a quelle del nostro pianeta: le dimensioni, la possibile composizione e le orbite sono state desunte dalle variazioni di luminosità della stella causate dal passaggio dei suoi pianeti tra noi e la stella stessa: eventi che in astronomia sono noti come transiti.

Il coordinatore della ricerca, Michaël Gillon (istituto di astrofisica di Liegi, Belgio), afferma che «ci troviamo di fronte a un sistema planetario incredibile, non solo perché abbiamo trovato così tanti pianeti insieme, ma soprattutto perché sono sorprendentemente simili per dimensioni alla Terra».

 Da tempo gli astronomi ipotizzavano che stelle con dimensioni affini a quella di Trappist-1 (che per tipologia è la più diffusa nell’Universo, probabilmente tra il 70 e l’80%) possono avere attorno molti pianeti rocciosi di dimensioni simili alla Terra. Trappist-1 è la prima a essere stata sottoposta a osservazioni così prolungate e approfondite, tali da permettere la scoperta di “b”, “c” e “d” già nel 2015 e infine gli altri quattro.

Questi pianeti, o almeno alcuni di essi, se orbitano in modo regolare e alla distanza “giusta” potrebbero sostenere forme di vita.

 Amaury Triaud, co-autore della ricerca, sottolinea che «la quantità di energia emessa da stelle come Trappist-1 è molto inferiore rispetto a quella emessa dal nostro Sole. Per avere acqua liquida in superficie sui loro pianeti, questi devono orbitare a distanza ravvicinata, molto più vicini alla loro stella di quanto la Terra sia dal Sole. Sembra che questo tipo di configurazione compatta sia proprio quella che caratterizza Trappist-1».

 

Tutti e sette i pianeti, infatti, orbitano a una distanza inferiore di quella tra il Sole e Mercurio (circa 58 milioni di chilometri) e, proprio a causa della bassa energia della stella, tutti potrebbero ricevere una quantità di energia analoga a quella che irradia sui pianeti interni del Sistema Solare (Mercurio, Venere, Terra e – a seconda dei criteri utilizzati – Marte).

Anatomia dei pianeti scoperti dalla NASA.

In particolare, Trappist-1 c, d, f ricevono quantità di energia vicine a quelle che arrivano, rispettivamente, su Venere, Terra e Marte. Le misure sulla possibile densità dei singoli pianeti suggeriscono che almeno i primi sei sono di tipo roccioso.

 

Tutti e sette potrebbero potenzialmente avere acqua allo stato liquido in superficie, anche se per alcuni la probabilità sembra più elevata: “e”, “f” e “g”, per esempio, sembrano avere tutte le carte in regola per mantenere questa condizione – l’acqua liquida – che dal nostro punto di vista è anche condizione indispensabile per un eventuale sviluppo di forme di vita.

In base ai modelli utilizzati, i pianeti “b”, c” e “d” potrebbero avere acqua, ma forse solo in piccole regioni, mentre per “h” – il più distante – l’ipotesi è che, se c’è acqua, è allo stato solido. Sarà però purtroppo solamente con la prossima generazione di telescopi, come l’European Extremely Large Telescope (ESO) e il James Webb Space Telescope (Nasa/Esa) che potremo saperne di più.

NASA, I commenti a caldo.

Questa scoperta è importante non solo dal punto di vista scientifico, ma anche culturale: sapere con sempre maggiore sicurezza che oltre il nostro Sistema Solare ci sono luoghi potenzialmente favorevoli alla vita è semplicemente affascinante. La ricerca di pianeti extrasolari è uno degli ambiti in cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica è profondamente coinvolto a livello internazionale, con l’eccellenza dei suoi scienziati, strumenti d’avanguardia come il Telescopio Nazionale Galileo e importanti partecipazioni in missioni spaziali di frontiera.

 

Il sistema multiplo di pianeti terrestri transitanti individuato attorno a Trappist-1 è straordinario sotto diversi aspetti. Innanzi tutto è il primo sistema con pianeti di tipo terrestre nella fascia di abitabilità (quell’intervallo di distanze da una stella entro il quale un pianeta di tipo roccioso con un’atmosfera può potenzialmente avere acqua allo stato liquido sulla superficie) per i quali sia stato possibile determinare, sia pure in modo preliminare, la densità, e quindi la composizione interna, scoprendo che sono probabilmente rocciosi come la nostra Terra.

 

In secondo luogo, tre dei sette pianeti del sistema sono soggetti a livelli di irraggiamento simili a quelli che Venere, la Terra e Marte ricevono dal nostro Sole, e se posseggono un’atmosfera di tipo terrestre potrebbero avere oceani sulla superficie. Inoltre, la bassissima luminosità e le dimensioni della stella, paragonabili al nostro Giove, rendono gli eventi di transito dei pianeti in fascia abitabile frequenti e facili da rivelare, aprendo la possibilità della caratterizzazione dettagliata delle loro proprietà atmosferiche con strumentazione di punta già esistente (come l’Hubble Space Telescope) o pronta nel futuro prossimo (come il James Webb Space Telescope).

 

I pianeti rocciosi potenzialmente abitabili attorno a stelle molto più piccole e fredde del Sole, quali Trappist-1, costituiscono dei laboratori eccezionali dove studiare l’impatto sulle proprietà atmosferiche (e sul concetto stesso di abitabilità) di questi oggetti con storie evolutive molto diverse da quelle da cui ha avuto origine la nostra Terra.

 

In ultima analisi, l’esistenza del sistema planetario di Trappist-1 e, in generale, il successo della strategia della ricerca di pianeti terrestri attorno a stelle di piccola massa, rende se possibile ancora più urgente moltiplicare gli sforzi per la scoperta e la caratterizzazione delle proprietà fisiche e delle atmosfere di veri gemelli della nostra Terra, cioè pianeti di tipo terrestre nella regione di abitabilità di stelle più simili al nostro Sole.

NASA. 7 pianeti attorno ad unica stella was last modified: febbraio 23rd, 2017 by L'Interessante
23 febbraio 2017 0 commenti
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Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

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scritto da L'Interessante

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***PUBBLICITA’*** SOUND MAX SERVICE PER LE TUE FESTE*** was last modified: febbraio 10th, 2017 by L'Interessante
10 febbraio 2017 0 commenti
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amore
CulturaIn primo pianoNotizie fuori confine

L’ Amore ai giorni nostri

scritto da L'Interessante

Amore

Di Miriam Gargiulo

L’ amore al giorno d’oggi è sempre più raro. Viviamo in un’epoca in cui sembra non esserci più spazio per l’amore, in cui i messaggi, le chat e i social media hanno sostituito il guardarsi negli occhi e il tenersi per mano, creando una distanza sempre più forte tra le persone. Oggigiorno non si ha più la voglia di investire sentimenti, di condividere la propria vita con un’altra persona e di prendersi cura di questa.

Molti, terrorizzati dal pensiero di perdere la propria libertà, passano i loro giorni senza legarsi mai! Convinti di non avere bisogno dell’Amore, ricercano felicità e soddisfazione nelle serate trascorse a divertirsi con gli amici in discoteche e locali, lanciandosi in incontri occasionali, vuoti e privi di qualsiasi sentimento, piuttosto che impegnarsi in una relazione stabile e duratura.

Possiamo chiaramente assistere ad una spaventosa e diffusa perdita dei valori e dei sani principi di una volta, insieme alla scomparsa di quel romanticismo e di quelle piccole attenzioni e gentilezze,ormai derise e considerate superate, che si incontrano soltanto nei nei grandi classici.

Al giorno d’oggi si tende ad essere più superficiali, meno pazienti e meno scrupolosi. Si tende a togliere poesia a gesti e a parole che meriterebbero maggiore importanza e sensibilità.

Gli uomini non sanno più corteggiare e le donne non si fanno più desiderare! E’ ormai passata di moda la bellezza dell’-attesa- sostuita dalla triste abitudine del –vivere tutto e subito- senza amore, liberi dalla preoccupazione delle conseguenze e del domani.

Tempi duri per l’ amore

In un mondo fatto di tecnologia, tentazioni e sesso facile, non c’è posto per chi dimostra di essere diverso. Chi si distingue dalla massa mantenendo saldi i cari e vecchi valori, chi mette ancora cuore nei gesti e nelle parole, sa infatti che altrettanto cuore non troverà spesso.

“Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.”
-Franz Kafka-

L’ Amore ai giorni nostri was last modified: dicembre 6th, 2016 by L'Interessante
6 dicembre 2016 0 commenti
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mascotte
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Mascotte dei Mondiali di calcio Russia 2018: la spunta il lupo Zabivaka

scritto da L'Interessante

Mascotte

Di Erica Caimi

Il simpatico lupo Zabivaka, scelto a furore di popolo, sarà la mascotte ufficiale ai prossimi mondiali di calcio che si terranno in Russia nel 2018.  Il simbolo è stato presentato a Mosca lo scorso ottobre dal ministro dello sport russo Vitalyj Mutko e dall’ex attaccante del Brasile Ronaldo. La mascotte è stata ideata dalla studentessa di design Ekaterina Bočarova, perché «il lupo personifica lo sport stesso, l’essere amichevoli, l’operosità, proprio come deve fare una mascotte», come batte l’agenzia di stampa russa TASS, riportando una citazione della ragazza. Il battesimo col nome di “Zabivaka”, che in russo significa “colui che fa gol”, si deve, invece, al ministro Mutko.

Il sondaggio della FIFA incorona la mascotte Zabivaka

La votazione per la scelta della mascotte si è svolta in tempi diversi sui siti della FIFA e del Pervyj Kanal, il canale primo della televisione nazionale russa. I risultati sono inconfutabili e la vittoria del lupo sui concorrenti è schiacciante: a votare per lui, infatti, è stato il 53%, contro un 27% per la tigre e un irrisorio 20% per il gatto. Sul sito della federazione calcistica internazionale, Zabivaka è stato descritto come una mascotte «che irradia divertimento, fascino e fiducia e ama giocare a calcio rispettando le regole e i suoi avversari. Inoltre, è divertente e adora posare per le foto».

Breve storia delle mascotte ai mondiali di calcio

La prima mascotte nella storia del campionato del mondo è stato World Cup Willie, un leoncino che apparve come portafortuna dell’Inghilterra durante i mondiali del 1966. Negli anni seguenti, altre simpatiche figure hanno accompagnato tifosi e calciatori nel corso di diversi eventi calcistici come il ragazzino messicano con tanto di sombrero Juanito, Tip e Tap per Germania Ovest 1974, Gauchito per Argentina 1978, l’arancia Naranjto, il peperoncino rosso Pique, il cane Striker o il gallo Footix, per ricordarne alcuni.

Sono tutti contenti del lupo?

Tutti sembrano soddisfatti del fatto che la scelta sia ricaduta proprio sul lupo Zabivaka, primo fra tutti il ministro Vitalyj Mutko, il quale si è detto «sicuro che Zabivaka otterrà un enorme successo tra i tifosi sia durante la Confederations Cup del 2017 sia durante i Mondiale del 2018». Sulla stessa linea d’onda è Fatma Samoura, segretaria generale della FIFA, la quale dichiara «Diciotto mesi dopo aver lanciato la sfida, siamo estremamente felici che la mascotte 2018 sia il risultato di un lavoro di squadra. Il popolo russo ha dimostrato il suo enorme estro creativo e il forte impegno per organizzare una Coppa del Mondo di successo».

Mascotte dei Mondiali di calcio Russia 2018: la spunta il lupo Zabivaka was last modified: novembre 12th, 2016 by L'Interessante
12 novembre 2016 0 commenti
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Scienza DNA
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Scienza: neonato dal DNA di tre persone

scritto da L'Interessante

Dna

Di Antonio Andolfi

A prima vista sembra una notizia di fantascienza, invece è realtà.

Il 6 Aprile 2016 è nato un bambino, figlio di una coppia giordana, il primo a incorporare il DNA di tre adulti, assemblato con una nuova tecnica che ha permesso al neonato di non ereditare dalla madre una grave malattia neurodegenerativa

La donna è portatrice sana della sindrome di Leigh, una patologia letale che colpisce il sistema nervoso in fase di sviluppo, e che aveva già causato diversi lutti nella famiglia.

La coppia si è così rivolta a John Zhang, primario del New Hope Fertility Centre di New York, il quale, per compiere la procedura, proibita negli Stati Uniti,  si è recato in Messico, dove non esistono leggi a riguardo.

La sindrome di Leigh è riconducibile a mutazioni in 75 geni: in gran parte dei casi, i geni difettosi si trovano nel DNA nucleare, all’interno del nucleo delle cellule, ma in un caso su 5 queste mutazioni sono a carico del DNA mitocondriale. I mitocondri sono le “centrali energetiche” delle cellule e hanno un corredo di 37 geni che ereditiamo direttamente dalla madre.

Per evatare che il feto ereditasse la malattia, Zhang e i suoi colleghi, sono ricorsi ad una variante della “fecondazione in vitro con tre genitori”.

Nel Regno Unito è stata recentemente approvata una tecnica che prevede che sia la cellula uovo della madre, sia quella di una donatrice siano fecondate con gli spermatozoi del padre. Prima che gli ovuli fertilizzati incomincino la divisione cellulare, i nuclei di entrambi vengono rimossi, quello della donatrice viene scartato e sostituito con quello della madre.

Ma questa procedura implica la distruzione di embrioni che per la coppia, di fede musulmana, comportava limiti etici. Così Zhang ha scelto un approccio diverso.  Ha rimosso il nucleo da uno degli ovuli della madre e l’ha inserito nella cellula uovo di una donatrice, a sua volta privata del nucleo.  La cellula ottenuta, con il DNA della madre e quello mitocondriale della donatrice, è stata fecondata dagli spermatozoi paterni.

Solo uno dei 5 embrioni creati si è sviluppato normalmente e ha dato esito ad una gravidanza “finita” bene.  Solo l’1% del DNA mitocondriale del bambino sembra aver ereditato le mutazioni responsabili della malattia, troppo poco perché questa possa esprimersi. La tecnica potrebbe permettere a genitori portatori sani di importanti patologie di avere figli sani, ma comporta anche limiti etici: primo tra tutti, quello di generare un figlio con il corredo cromosomico di 3 genitori.

Negli anni ’90, quando la tecnica dei “tre genitori” fu testata per la prima volta, ci furono casi di bambini che svilupparono disordini genetici, e la procedura fu abolita.  In quelle circostanze però, il DNA mitocondriale della donatrice era stato iniettato nella cellula uovo della madre, e sembra che i problemi derivassero dalla presenza di due DNA mitocondriali. Il fatto che il piccolo sia maschio dovrebbe assicurare che il DNA mitocondriale della donatrice non venga trasmesso ad eventuali eredi.

Una tecnica rivoluzionaria, grazie alle nuove tecnologie di montaggio del DNA che porterà a nuovi problemi etici. Staremo a vedere cosa succederà in futuro.

Scienza: neonato dal DNA di tre persone was last modified: ottobre 3rd, 2016 by L'Interessante
3 ottobre 2016 0 commenti
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Luna
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

La luna, sorella della Terra? Le recenti scoperte

scritto da L'Interessante

Luna

Di Antonio Andolfi

Quant’è bella la Luna!

Con il suo incanto ha affascinato poeti, scrittori e scienziati.  Tante sono le domande che da sempre l’uomo si pone, oggi gli scienziati grazie alle nuove tecnologie stanno pian piano cercando di rispondere ai tanti quesiti.  Il nostro satellite orbita ad una distanza di  384.400 km da noi, il chè la rende facilmente visibile ad occhio nudo. La sua attrazzione gravitazionale influenza il fenomeno delle maree, grandi masse d’acqua che si sollevano al passaggio della Luna. Ma quando è nata la Luna è perché?

Un meteorite caduto in Siberia nel 2013, ha rivelato la sua età: 4,48 miliardi di anni, una bambina praticamente.

Questo meteorite conserva i resti “fossili” di un catastrofico impatto fra la Terra e un piccolo pianeta, da cui è nata la Luna.

Questo già si sapeva, ma ora arriva la conferma da uno studio pubblicato su Nature, condotto dal  gruppo coordinato da Kun Wang, dell’università americana di Harvard.  

Lo studio ha esaminato la composizione chimica delle rocce provenienti dalla Luna e dalla Terra, e hanno dimostrato che Terra e Luna hanno composizione identiche quindi quest’ultima sarebbe nata dall’aggregazione delle polveri terrestri strappate dall’impatto di un pianetino che polverizzò e vaporizzò buona parte del nostro pianeta.  Le simulazioni, realizzate dai ricercatori, mostrano che l’impatto catastrofico ha generato detriti che in parte sono stati scagliati nello spazio ed in parte hanno dato vita alla Luna. Secondo i ricercatori i detriti di questa collisione, avrebbero colpito l’asteroide, da cui poi si è staccato il meteorite che ha colpito la Siberia.

Gli scienziati hanno esaminato sette campioni di roccia lunare portati sulla Terra dalle diverse missioni del programma Apollo, e hanno confrontato i risultati con le analisi di otto rocce terrestri provenienti dal mantello, cioè lo strato che si trova tra la crosta ed il nucelo. Le analisi hanno mostrato che tutte queste rocce hanno la stessa “impronta digitale” per così dire, cioè hanno gli stessi elementi chimici.  Inoltre nelle rocce lunari è presente una forma di potassio molto pesante, che può formarsi solo ad altissime temperature, proprio come quelle in cui è nata la Luna.

In conclusione la Terra, nel periodo in cui si stava formando, fu colpita da un pianetino delle dimensioni di Marte, la collisione avrebbe vaporizzato e polverizzato gran parte del nostro pianeta, come accade ad un’anguria colpita da un martello. Questi detriti terrestri hanno vagato nello spazio fino a formare un piccolo corpo celeste, che pian piano è entrato in orbita attorno alla Terra.

Pensiamoci la prossima volta che, di sera, alziamo lo sguardo al cielo stellato, e ci lasciamo incantare dalla Luna e dal suo sorriso.

La luna, sorella della Terra? Le recenti scoperte was last modified: settembre 17th, 2016 by L'Interessante
17 settembre 2016 0 commenti
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Cristiani
CuriositàDall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Cristiani in moschea e musulmani in chiesa: la forza della preghiera interreligiosa

scritto da L'Interessante

Cristiani e musulmani

Di Erica Caimi

Forse, l’attentato alle Torri Gemelle può essere considerato il ciglio di uno scosceso baratro di brutalità che si sono succedute e alle quali abbiamo imparato ad assistere. Fino ad allora non si era mai parlato di scontro di civiltà, guerra religiosa, decapitazioni gettate in rete, infedeli da annientare e crisi del melting pot, vanto di molte società. La verità è che le barbarie di talune azioni superano di gran lunga le differenze religiose e si conficcano dritto al cuore dell’essere umano in quanto tale, scalfendo il diritto inviolabile alla vita, un principio che dovrebbe essere universalmente condiviso. Quest’ottica, purtroppo molto utopistica, spoglia un attentato dalla sua matrice ideologica ed equipara le distanze, che si tratti di ragioni politiche o religiose, che si verifichi nel cuore di Parigi o a Beirut, un atto di violenza rimane pur sempre un atto di violenza, dovunque e qualunque siano le ragioni.

Il primo passo per superare le divergenze è l’incontro, basato, sul presupposto imprescindibile di riconoscere il valore dell’interlocutore e delle sue posizioni, in un clima di scambio di opinioni alla pari. Con questo intento, il presidente delle Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia), Foad Aodi ha promosso un’interessante iniziativa in programma per l’11 e il 12 settembre volta ad aprire le porte di moschee e luoghi di culto musulmani a cristiani, fedeli di altre religioni e laici che abbiano voglia di unirsi per testimoniare la propria solidarietà verso le vittime degli attentati. Le adesioni finora sono numerose, tra associazioni, organizzazioni, università arabe, federazioni, comunità, moschee, italiani di origine straniera che in tutta Italia hanno ben accolto la proposta.

Gli organizzatori hanno sottolineato che «l’iniziativa Cristiani in moschea ripropone a parti inverse quella dei Musulmani in chiesa, che il 31 luglio scorso ha portato oltre 23 mila islamici in diverse chiese italiane a pregare con i cristiani per le vittime del terrore»

A luglio, infatti, molti musulmani si erano raccolti nelle chiese per manifestare la propria indignazione contro il brutale omicidio di padre Jacques Hamel in Francia. L’iniziativa, volutamente in concomitanza con l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, si articolerà in due momenti, uno l’11 settembre, quando le moschee aderenti ospiteranno dibattiti dalle 17 alle 20 e saranno aperte a chiunque voglia lasciare un messaggio di pace e vincere il pregiudizio. Un secondo momento di apertura e scambio d’auguri avverrà il giorno seguente, il 12 settembre, in occasione della festa islamica dell’Id Al-Adha, “Festa del sacrificio”, una delle ricorrenze più importanti per il mondo musulmano, durante la quale i fedeli rievocano il pellegrinaggio alla Mecca. Questa iniziativa ben si sposa anche quanto dichiarato dall’Associazione Islam Italia:

 « Je ne suis pas Charlie, ma allo stesso tempo siamo tutti coloro che sono vittime (musulmani compresi) di questo terrorismo e non permettiamo che si possa strumentalizzare il dolore».

Cristiani in moschea e musulmani in chiesa: la forza della preghiera interreligiosa was last modified: settembre 9th, 2016 by L'Interessante
9 settembre 2016 0 commenti
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Gallipoli
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Gallipoli: le due facce della medaglia

scritto da L'Interessante

Gallipoli

Gallipoli

Di Vincenzo Piccolo

“Come perla incastonata in un anel di mare, rifulgi di bellezza.
Ti cinge, trepidando, e ti bacia il vento, geloso ti rapisce e porta con sé granelli di carparo, tua bellezza.
Dall’ellenica fonte il riverbero di civiltà di storia e d’arte si spande verso i mari e gli oceani e in altre sponde approda.”

Mi piace iniziare, spesso, gli articoli con citazioni, aforismi o versi. Perché non c’è premessa migliore che quella dettata dall’anima.

E questa premessa, per l’appunto, ce la suggerisce Aldino De Vittorio, artista poliedrico, nato e cresciuto nella “perla Salentina”. Città, la sua, che non ha mai lasciato, immergendosi pienamente negli scenari culturali, folcloristici e tradizionali. Lasciandosi ispirare “dall’ellenica fonte” di questi posti, De Vittorio con le sue produzioni, può essere annoverato tra gli artisti più importanti del ‘900. Ho scelto di iniziare con questo pensiero per tentare di raccontare una Gallipoli che va oltre il luogo comune che la vede come semplice punto di divertimento, dov’è possibile spendere il proprio tempo libero, concessoci dalle vacanze, in beach-party o nelle discoteche del litorale salentino. Con una storia da far invidia alle più grandi metropoli italiane come Roma, Milano, Napoli o Firenze, questa città è già un passo avanti per la sua collocazione geografica. Situata lungo la costa occidentale del Salento, affaccia interamente sul mar Jonio. La sua posizione, infatti, la rese un importante centro per gli scambi commerciali nel periodo ellenico della Magna Grecia. Nel XVII sec. conobbe il Barocco, sulla scia leccese, e per questo oggi è inserita nella “Tentative List” dell’UNESCO per essere riconosciuta patrimonio dell’umanità. Non solo movida, quindi, non solo “l’Ibiza Salentina”. Gallipoli è molto di più, seguendo il messaggio che ha voluto lasciare Aldino, attraverso la sua arte, il suo spirito e la sua virtù, riusciamo a cogliere il lato struggente di questo posto segnato da un passato culturalmente florido, oggi caduto nel dimenticatoio dovuto a “tanti bicchieri di troppo”. Meta di giovani turisti provenienti da ogni dove, oggi è conosciuta principalmente per locali come il Samsara, il Rio Bo, la Playa e tanti altri, che la rendono una vera e propria discoteca a cielo aperto. Ma credetemi, se riuscite a trovare un posto in riviera, durante il tramonto, riuscirete a sentire ancora nel vento della sera il richiamo degli antichi che, sbarcando su queste coste, fondarono la nuova civiltà ellenica. La Magna Grecia. Portando sulle loro navi quell’ideale che ancora oggi riecheggia nell’aria di questi posti, la libertà. In alto i calici, allora, per questa Gallipoli, l’unico posto che è riuscito a trarre il meglio da entrambe le facce della medaglia, dove divertimento sfrenato e cultura camminano a braccetto, rendendola magica ed affascinante a qualsiasi ora del giorno. E della notte.

Gallipoli: le due facce della medaglia was last modified: settembre 2nd, 2016 by L'Interessante
2 settembre 2016 0 commenti
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Donna tatuata
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoNotizie fuori confine

Io, donna tatuata del Sud. In risposta alla caduta di stile di alcuni “giornalettisti”

scritto da Roberta Magliocca

Donna tatuata

di Roberta Magliocca

Premessa. Io, donna tatuata del Sud. Io che, giornalista, non dovrei cedere alle provocazioni. Io che, quando malauguratamente inciampo in maldestri tentantivi di critica sociale da parte di sedicenti giornalisti che nemmeno saprebbero venderlo un giornale, dovrei ridere dell’ignoranza e passare oltre.

Ma l’amore per il mio lavoro, il sudore, le notti insonni, i mal di testa dopo dodici ore ininterrotte davanti ad un pc, mi ispirano altruismo. Devo al mio lavoro la stessa serietà e dignità che ogni giorno l’essere giornalista mi impone.

E allora, no, stare zitta di fronte la stupidità umana, liquidando ogni scempiaggine come se l’autore della stessa fosse una voce fuori dal coro significherebbe giustificare. E giustificare significherebbe capire, trovare una logica a ciò che logica e comprensione non è attribuibile.

Perchè c’è un limite che non deve essere oltrepassato. Eppure qualcuno lo ha fatto. Qualcuno che ha abusato della lingua italiana per sputare giudizi non richiesti, fango e insulti gratuiti.

Non so come spiegarvi il senso di orticaria che il leggere certe parole mi ha dato, spingendomi a scrivere ciò che ho premesso fino ad ora e ciò che scriverò da qui a qualche momento.

Io, dicevo, donna tatuata del Sud. E in quanto campana la tammorra tatuata sul piede sinistro suona tutta la melodia che mi lega a questa terra meravigliosa e dannata, dilaniata dall’ignoranza di chi crede che sparare a zero contro la mia terra renda migliore i non-napoletani, i non-estroversi, i non-volgari.

E se è vero che io, donna tatuata del sud, non sono certo tatuata per nobiltà (?) marinara, nè per senso di appartenenza a qualche categoria ben precisa, non mi sento una poveraccia affetta da narcisismo, nè ho bisogno di chance per sentirmi strafiga. Forse chi scrive sciocchezzuole insensate ed infondate ha bisogno di quell’opportunità per brillare rubando luce a chi – tatuando il proprio corpo – non fa del male a nessuno, ma del bene a se stesso. Chi non ha luce, ne cerca altrove. E se pure prova ad essere luminoso con l’energia altrui, non riesce ad emanare grandezza. Allora tenta di spegnere gli altri. Fallendo.

E un’altra verità è stata detta da uno di questi giornalettai da quattro spicci. Il buon gusto non si può imporre per legge. Non si possono vietare i tatuaggi e non si può vietare la procreazione di esseri tanto ignoranti da imparare a leggere e a scrivere senza imparare buona educazione e grandezza d’animo.

Quanto al conformismo che prenderebbe noi cafoni del sud marchiati a fuoco come gli indigeni che furono, non sarà più o meno marcato di quello che invade i timorati di Dio la domenica mattina in Chiesa, o chi cerca con i propri figli i Pokemòn – ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale – o, ancora, chi indossa mocassini e maglioncini legati al collo.

Saremo pure conformisti, ma il tatuaggio è la forma più alta di responsabilità che un ragazzo possa intraprendere. Ci assumiamo i rischi di stancarcene domani, pagando con la nostra pelle un errore fatto a nostre spese. Quanti medici, poliziotti, giornalisti (etc.) possono dire di pagare a loro spese gli errori che modificano e rovinano vite di coloro che gli capitano a tiro?

E ci dispiace davvero tanto se qualcuno, andando in spiaggia quest’estate, ha dovuto subire questo assurdo panorama di noi tatuati, di pelle abbronzata e conformista, di labbra rifatte e consumistiche. C’è una soluzione per chi non vuol vedere ciò che – soggettivamente – non piace. Chiudere gli occhi o non uscire di casa. Eppure sono sicura che questi signori da giacca e cravatta, con la pelle bianca senza nemmeno una cicatrice, per raggiungere l’orgasmo nell’unico atto sessuale mensile con la propria moglie – anch’essa bianca e senza tattoo – sogna una donna tutta rifatta e tatuata, conformista e giovanissima, di contemporanea memoria.

Io, donna tatuata del Sud. In risposta alla caduta di stile di alcuni “giornalettisti” was last modified: ottobre 21st, 2016 by Roberta Magliocca
21 ottobre 2016 0 commenti
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Storie tra le macerie

scritto da Roberta Magliocca

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Di Roberta Magliocca

Scrivo. Il tuo corpo, nudo e stanco sotto le lenzuola. E io…scrivo.

Scrivo di questa stanza, campo di battaglia. La nostra battaglia. Quanta vita mi hai passato stanotte. Mi sono vista nelle tue mani. Mi piace ciò che ho visto. Io e te…e il mare d’inverno. Ma non serve a nulla. Non servono a nulla i colori con i quali mi hai dipinta. Me lo hai detto tu, i tuoi disegni, una volta completati, li distruggi. E allora non completarmi. Lasciami così, non finita…INFINITA. Infinita come quelle litigate che hanno portato i nostri corpi ad accendersi di nuova violenza. Infinita come le nostre distanze. Infinita come i miei occhi a cui non sai resistere. Infinita come il mio petto che pulsa troppo. Come il tuo petto che pulsa troppo poco. Troppo poco,sì! Perchè tu non ne hai bisogno, giusto? Non hai bisogno dei pensieri che quotidianamente fai di noi. Pensieri che, in questo momento, turbano il tuo sonno. Sei inquieto, agitato. Cosa c’è? Sogni di noi? Lo so, lo so…sono presuntuosa; anzi no, prepotente…come dici tu. La verità è che, altrove, siamo ben più avanti di così. Su quella spiaggia invernale abbiamo trovato il coraggio di viverci. Ma fa troppo caldo ora per percepire il freddo di quella stagione; un caldo che impedisce ogni possibile vicinanza. Questo caldo, però, non m’impedirà, adesso, di posare questi pensieri lontano da noi, per dedicarmi a te per quel po’ che resta. Asciugherò la tua schiena, ti sentirò bollente pulsarmi dentro ancora una volta come se fosse l’ultima.

Ti prego, dipingi questa notte….ma non buttarla via. Questo capolavoro che ci siamo donati, salvalo. Ancora una volta mi dirai…”Non serve a nulla!”. Può essere. Ma voglio imprigionare il nostro ricordo tra queste lenzuola. Non serve a nulla. Eppure qualcosa è successo. Eppure qualcosa sta succedendo.

Le macerie che ora ci avvolgono arrestano i nostri respiri ma non il nostro grande orgoglio di essere noi, insieme. Insieme nella vita, insieme in questa morte bastarda. La terra trema e tremo anche io davanti a te. Per amore, non per paura. Stiamo morendo insieme, eppure, io sono nata quando sei nato tu. Nessun terremoto potrà sgretolare il nostro miracolo.

Storie tra le macerie was last modified: agosto 25th, 2016 by Roberta Magliocca
24 agosto 2016 0 commenti
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