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campania

legalità
EventiIn primo piano

Legalità e cultura, il binomio perfetto

scritto da L'Interessante

Legalità

Di Maria Rosaria Corsino

“Ci vuole grande cautela nel parlare di ridimensionamento del clan dei Casalesi. Basti pensare che solo negli ultimi quindici giorni abbiamo arrestato circa cento esponenti di fazioni riconducibili a quel clan. In oltre vent’anni di azioni inquirenti e giudicanti di contrasto al clan dei Casalesi è stato fatto tantissimo, sono state vinte importanti battaglie di legalità (come la riduzione del legame tra il clan e le amministrazioni locali o l’indebolimento del tessuto imprenditoriale dell’organizzazione criminale), ma sarebbe un grave errore pensare di aver vinto la guerra ed abbassare la guardia. Per vincere la guerra al ‘sistema camorra’ non basta l’azione della magistratura, perché in Campania, ma non solo, ci sono condizioni economiche, sociali e culturali così difficili da favorire il proliferare del ricorso alle strade dell’illegalità e su questo terreno è soprattutto lo Stato che deve intervenire”. È un appello chiaro e forte quello lanciato dal procuratore aggiunto della DDA di Napoli, Giuseppe Borrelli, nel corso dell’appuntamento inaugurale della seconda edizione de “La Memoria degli Elefanti”, il Festival della Letteratura nel segno del mito, ideato da “Arena Spartacus Amico Bio” all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, il secondo anfiteatro al mondo per dimensioni dopo il Colosseo.

I am Spartacus e la legalità

In una rassegna che ha per sottotitolo e per comune denominatore culturale “I am Spartacus: eroi, valorosi e valori” al centro del primo appuntamento del 2017 c’erano i valori della giustizia raccontati attraverso gli spunti di “Toghe, banchieri e rotative” (Guida Editore), il libro del magistrato Vincenzo Pezzella, consigliere della Suprema Corte di Cassazione. Un libro nel quale Pezzella racconta le sue “quattro vite”:il giovane impiegato di banca che per seguire le sue passioni lascia il posto fisso, il giornalista ‘abusivo’ che lavora negli anni ’80 nella Napoli dei viceré Di Donato, De Lorenzo e Pomicino, l’addetto stampa in Bankitalia al fianco di Carlo Azeglio Ciampi e il magistrato, dal 2013 in Cassazione ha fatto parte del collegio che ha sancito la definitività dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni a carico di Silvio Berlusconi. Ad aprire la seconda edizione del Festival della Letteratura nel segno del mito, patrocinato dal Comune di Santa Maria Capua Vetere, c’erano il Sindaco sammaritano, Antonio Mirra, il direttore artistico del Festival Antonio Emanuele Piedimonte e il presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gabriella Maria Casella. Nel prestigioso parterre del talk letterario a discutere con Vincenzo Pezzella di valori della legalità, contrasto alle mafie, giornalismo d’inchiesta ed educazione alla cultura della legalità, insieme con il magistrato Giuseppe Borrelli, c’erano il prefetto Vincenzo Panico, Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso presso il Ministero dell’Interno, i giornalisti Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e Antonello Velardi, caporedattore centrale de “Il Mattino” e Sindaco di Marcianise e autorevoli esponenti del mondo accademico e delle associazioni impegnate nel contrasto alle mafie: tra gli altri Rosanna Cioffi, Pro Rettore alla Cultura dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Don Tonino Palmese, vice presidente della Fondazione Pol.i.s – Politiche integrate di sicurezza per le vittime innocenti della criminalità ed i beni confiscati.

Il programma dell’evento

La seconda edizione de “La Memoria degli Elefanti” proseguirà il 31 Marzo con i valori della pace e dell’integrazione raccontati in “The American Pope” (Libreria Editrice Vaticana) dal giornalista Massimo Milone, direttore di Rai Vaticano, e il 26 Maggio con i valori del patrimonio culturale italiano celebrati nel suo ultimo libro “Un patrimonio italiano” (Utet Editore) dal presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, Giuliano Volpe, che racconta anche l’esperienza del ristorante biologico “Amico Bio – Arena Spartacus” all’Anfiteatro Campano come uno degli esempi più innovativi in Italia di valorizzazione di un sito culturale.

Legalità e cultura, il binomio perfetto was last modified: febbraio 20th, 2017 by L'Interessante
20 febbraio 2017 0 commenti
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Sanremo
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SANREMO: I VINI CAMPANI PROTAGONISTI DELLA KERMESSE CANORA

scritto da L'Interessante

Sanremo.

TENUTA FONTANA VINO UFFICIALE DI CASA SANREMO

I VINI CAMPANI PROTAGONISTI DELLA KERMESSE CANORA

Le etichette Civico 44 (Asprinio) e Civico 28 (Sannio Aglianico)

nell’hospitality del 67° Festival della Canzone Italiana

Started! Porte aperte a Casa Sanremo. E fino a sabato 11 febbraio i vini ufficiali saranno l’asprinio Civico 44 e l’aglianico Civico 28 di Tenuta Fontana.

Il taglio del nastro con la showgirl Elisabetta Gregoraci ha segnato l’apertura dell’hospitality del Festival della Canzone Italiana. Tenuta Fontana, l’azienda con sedi in Carinaro e Pietrelcina, eccellenza campana nel settore vitivinicolo, anche ques’anno sarà technical sponsor.

Il mondo dello spettacolo internazionale frequenterà in questi giorni Casa Sanremo e potrà assaggiare i due splendidi vini, per molti sarà una conferma, per altri sarà una scoperta. Tradizione, qualità e innovazione sono i valori che contraddistinguono Tenuta Fontana, valori che ben si addicono alla kermesse canora ligure, da sempre impegnata nel confermare la propria storia, aggiungendo sempre più protagonisti della ribalta internazionale e innovando di anno in anno la propria immagine.

“E’ un vero piacere – sottolineano Mariapina e Antonio Fontana, i giovani manager dell’azienda – essere stati confermati per il secondo anno consecutivo a Casa Sanremo. Ciò significa che hanno apprezzato la nostra professionalità e la qualità dei nostri vini per accompagnare i piatti e i prodotti che saranno serviti agli ospiti”.

Casa Sanremo è un marchio del Gruppo Eventi. Responsabile delle attività gastronomiche è il mitico Fofò Ferriere, una garanzia assoluta di qualità e di raffinatezza delle proposte a tavola.

 

SANREMO: I VINI CAMPANI PROTAGONISTI DELLA KERMESSE CANORA was last modified: febbraio 7th, 2017 by L'Interessante
7 febbraio 2017 0 commenti
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Campania
AttualitàIn primo pianoParliamone

LA CAMPANIA CORRE VERSO LA SCOMPARSA TOTALE. PARTITA LA SFIDA DEL DEGRADO

scritto da L'Interessante

Campania

“LA CAMPANIA CORRE VERSO LA SCOMPARSA TOTALE.  PARTITA LA SFIDA DEL DEGRADO”

CASERTA. Sta diventando chiaro agli occhi di tutti i lavoratori  il fallimento totale della  politica. Oggi l’aspetto principale  che della politica ci colpisce  è quello  fondato su  due aspetti che  rabbrividiscono l’onestà e  la purezza della fedina penale, da qui  la riscossa supersonica  attivata  con la carta dell’onesta, ma noi lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> ci domandiamo ma quale onestà? oggi  c’è solo la clientelare  corruzione. Diciamolo subito con franchezza: si tratta solo di un’arma di distrazione  di massa per far sì che televisioni e giornali smettano di parlare della struttura antidemocratica di un partito, di una giunta regionale, ma soprattutto di lei Assessore  Sonia Palmeri che sbandiera ai quattro venti il rilancio della Campania. Bugie solo bugie, oggi  con la scusa dell’onestà escludiamo  chi  non  rispetta più  alcuna regola. Ma consideriamo oggi un po’ più a fondo questa vera e propria ideologia dell’onestà che contraddistingue  questi aspetti che riguardano la vertenza del lavoro in Campania.

Il seguito è un fatto difficilmente confutabile: la tesi dell’Assessore Palmeri,rimane una tesi fasulla. Come fa ad affermare  che gli ammortizzatori sociali sono importanti per l’occupazione. Forse l’Assessore ha dimenticato  che i lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> non hanno più la  mobilità  retroattiva ( sono 1200 lavoratori  che sono da  due anni senza sussidio). Nessuno di questi lavoratori è  incluso   per il  2017 in progetti di ricollocazione. Oggi,  si è abbassata l’asticella, in un mondo in cui determinante è “sopravvivere”, e inizia ad essere chiaro che i problemi di almeno tre generazioni sono strutturali. Assessore Palmeri si rinfreschi  la memoria insieme  a De Luca, cercate  di alzare il sedere e di scendere in campo, noi lavoratori siamo  disgustati  da questo comico teatro della demagogia, vogliamo i fatti. Per risolvere certi problemi ci vuole realismo, ma soprattutto verità  nel leggere il presente e una certa visione globale per costruire il futuro. Noi siamo completamente morti  la  speranza è finita. Un modo oggi particolarmente facile per degradare lei  donna  di potere che decide le sorti del lavoro in Campania, è  concentrarsi sulla vecchiaia del suo corpo, ma soprattutto sulla vecchiaia della sua  mente.  Facile perché oggi in Italia gli uomini e le donne di potere hanno tendenzialmente un’età avanzata: sessanta, settanta, ottant’anni e oltre. Lei che risulta essere giovane, ci colpisce, perché sta dimenticando la vera realtà dei fatti.  Facile perché sono ormai tanti anni (almeno dal 2005) che noi lavoratori  chiamiamo  «zombies», «salme», «morti viventi» i politici, le donne,  e gli uomini di potere con cui  prendersela, per evidenziare che dicono e fanno cose antiquate, superate, ma soprattutto inventate.  E a furia di sentirlo ripetere, ci siamo abituati. Facile perché al tormentone della  politica nazionale  si è aggiunto  quello   regionale  con la rottamazione, altro tormentone  a cui noi lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA>  ci siamo abituati. Perciò se anni fa era una salma Romano Prodi, oggi lo è Giorgio Napolitano,  insieme a  Bassolino,  Caldoro, De Luca, ed  Oddati.  Oggi  lei rimane il nostro <zombies>  preferito da colpire.  Nella  attuale fase di sviluppo lei caro Assessore ha  superato quella  politica che  produceva benessere, lei ha cancellato  il cosiddetto welfare state. In questa precedente fase la politica conservava ancora un margine di autonomia, la presenza in particolare di una forza operaia concentrata, con partiti che nel bene e nel male rappresentavano i suoi valori e i suoi interessi, alimentava la possibilità di un’azione, per dirla schmittianamente “katechontica“, capace cioè di frenare i peggiori spiriti animali del capitalismo.

Questa fase è finita, con la distruzione della Campania. Oggi lei ci  parla di nuove sfide lanciate,  ci viene da ridere, ma allo stesso momento  ci domandiamo ma con quale criterio lei parla di sfide per il lavoro?.  La politica, come strumento di mediazione tra i diversi interessi, diventa forte quando il capitale diventa “totale“, scomparendo  del tutto.  La politica  riduce il lavoro a puro e semplice epifenomeno del suo stesso processo.  Quando è il caso il potere finanziario sostituisce persino i governanti con suoi funzionari o ammette politici, come Renzi, Caldoro,  De Luca, compatibili con le linee guida imposte dai mercati finanziari.  Oggi assistiamo ad un  processo di dissoluzione della politica regionale   cominciato già prima, con Rastelli, anche se qualcosa evidentemente è andato storto, perché oggi ci troviamo nella stessa situazione di allora, senza però avere i partiti di allora.

La grande finanza considera i partiti politici, vecchi o nuovi che siano, come un impiccio, il residuo di una democrazia ormai morente. I cosiddetti corpi intermedi (forze politiche, sindacati eccetera) rallentano le decisioni immediate, veri propri diktat distruggono il lavoro in Campania. Decisioni che devono essere applicate immediatamente e senza discussione. Questo tra l’altro spiega anche la necessità di sostituire Costituzioni come la nostra, ancora legate ad un’epoca in cui la democrazia era considerata il valore politico per eccellenza. In un mondo sempre più dominato dalla finanza, dai grandi poteri, la democrazia ha perso ogni senso, si trasforma in democrazia di facciata. Partiti, sindacati, sono forze frenanti che devono essere delegittimate.

C’è un legame che andrebbe indagato tra sviluppo del capitale finanziario e movimenti “giustizialisti“. Lo scopo è quello di delegittimare i politici, identificati con la casta, e lo Stato sprecone ed inefficiente. Noi del <BACINO DI CRISI DI CASERTA> condanniamo questi giochetti squallidi.  Oggi questo contesto lo condanniamo in maniera definitiva.  Il giustizialismo si contrappone al ceto politico diffondendo l’idea che partiti e politici siano tutti corrotti e che tutti i nostri guai derivino dalla totale esistenza della „casta“, responsabile di aver creato un enorme debito pubblico.

La sua  politica caro Assessore Palmeri   ormai ha perso ogni significato, si trasforma così in morale, o meglio in  piccolo moralismo, nell’onestà di cui tanto si sciacqua la bocca la sua  giunta regionale: noi lavoratori siamo contro il marcio. L’unica categoria politica che noi esaltiamo  viene presa in prestito dalla giustizia rappresentando   l’onestà. Attraverso l’onestà   che nel  popolo si alimenta un risentimento sterile e impotente che non sposta di una virgola i rapporti sociali dominanti. Così la questione sociale viene trasformata in questione morale e occulta tutti i nodi fondamentali come la disintegrazione sociale, la perdita di sovranità a tutti livelli, la crisi delle istituzioni democratiche.) –  Caro Assessore non faccia discriminazione tra i bacini intervenga   coprendo  tutti i mancati pagamenti della mobilità in deroga dei mesi pregressi  (tanti  i lavoratori senza reddito dal 2015 ).
2 – Bisogna assolutamente assegnare la continuità contributiva che permette agli ex operai di rimanere collegati con i contributi.
3 – Bisogna assolutamente far iniziare al più presto i corsi di formazione retribuiti, ad oggi dopo tanto parlare a vuoto,  non c’è ancora la conoscenza della data di partenza dei corsi di formazione retribuiti,  ma soprattutto garantire il sostegno ai lavoratori.
4 – Bisogna assolutamente affrontare con azioni concrete  il 2017 con programmi di ricollocazione mantenendo fede ai vari accordi di Programma avviando il sostegno alle famiglie dei lavoratori del <BACINO DI CRISI DI CASERTA con la mobilità in deroga fino alla completa rioccupazione.>
Siamo stufi di sentire chiacchiere, siamo stufi della sua buffa  demagogia politica che lei sbandiera sui giornali,  contemporaneamente  attendiamo di conoscere anche l’incontro romano che avverrà  a Roma con il Sottosegretario Franca Biondelli per conoscere le motivazioni scadenti di Poletti sull’esclusione  di Caserta dalle aree di crisi, ma soprattutto vorremmo capire se ci saranno interventi futuri  per Caserta.

La necessità del potere finanziario è quella di soggiogare la politica costringendola a deperire. E la tecnica del controllo sociale si sposa molto bene con l’ideologia giustizialista, tutta focalizzata su un’idea astratta di legalità, come se tutti i problemi fossero risolvibili con la lotta contro l’evasione fiscale e la corruzione, dimenticando che non ci sarà mai giustizia sociale senza investimenti pubblici, senza politiche di sviluppo lavorativo,  deficit spending,   ma soprattutto senza reali piani veri di inserimento dei lavoratori, ma soprattutto senza il recupero della propria sovranità, se lo ricordi Assessore Sonia Palmeri.  È di tutto questo che la nostra regione  avrebbe bisogno per uscire dalla crisi, e invece a cosa stiamo assistendo? Ad un nuovo attivismo del suo mandato che non fa sconti a nessuno, neppure a quei lavoratori  che chiedono solo la sopravvivenza.

LA CAMPANIA CORRE VERSO LA SCOMPARSA TOTALE. PARTITA LA SFIDA DEL DEGRADO was last modified: novembre 18th, 2016 by L'Interessante
18 novembre 2016 0 commenti
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Salerno
Dall'Italia e dal MondoIn primo pianoViaggi Interessanti

Salerno: la città di sempre e di mai

scritto da L'Interessante

Salerno

Di Roberta Magliocca

« Salerno, rima d’inverno, o dolcissimo inverno. Salerno, rima d’eterno. »

Queste le parole con cui Alfonso Gatto ha dipinto questa città, che sorge sul golfo del mar Tirreno, tra la costiera Amalfitana (a ovest) e la piana del Sele ed il Cilento (a sud), nel punto in cui la valle dell’lrno si apre verso il mare. E‘ il nostro dolcissimo inverno, questo. E‘ quasi Natale, i bambini fremono, i cappotti riscaldano, le luci si accendono. ln questa città particolarmente. Non sono semplici luci, sono ritratti, storie da raccontare. E a Natale si sa, le storie incantano. Elfi, renne, slitte…certo. Ma ci sono racconti che hanno un fascino diverso, un gusto antico, una curiosità nascosta. Sono le parole sprigionate dalle strade che camminiamo, dai palazzi che abitiamo, dalle chiese in cui preghiamo, dalle piazze in cui ci innamoriamo. E‘ la storia delle nostre città. Ed io, in queste pagine, vorrei parlarvi di una delle città più affascinanti del Sud. Salerno, appunto.

Che si vada a incominciare…

Si narra di un gruppo di Maestri che, dopo aver viaggiato a lungo in cerca di una terra da amare e da abitare, riconobbero in Salerno magnificenza e splendore tanto da stabilirvi la loro dimora. Essi interpretarono la scienza d‘ Ippocrate e volgarizzarono alla città e ai suoi abitanti le loro conoscenze in campo medico, facendo importare dalla Francia e dall‘ Arabia cento tipi di spezie e dando, così, il via alla nascita di una città che sarà famosa in tutto il mondo per l’arte medica; tanto che Alfano di Salerno, scrisse:

“Allora (Salerno) era così fiorente nell’arte medica che nessuna malattia poteva in essa trovar posto”.

Alcuni studiosi hanno affermato che l’origine della città si debba assegnare agli Elleni che vennero a fondare molte colonie, durante la seconda guerra messenica, sui lidi del mezzogiorno d’italia, formando così la Magna Grecia che si estendeva da Taranto a Cuma. La città andò incontro ad un periodo di decadenza alla fine del Xll secolo con l’avvento degli Svevi. Ma tornò ben presto ad una rinascita che la portò, poco dopo l’Unità d’italia, ad un progressivo sviluppo urbano che vide la costruzione di grandi edifici pubblici e privati. Oggi, la città, si propone sempre più come una comunità accogliente per i turisti di tutto il mondo, con l’incanto di un centro storico dove possono scorgersi tanto le tracce della sua antica storia, tanto il fervore delle botteghe artigiane e centri di aggregazione culturale e musicale vissuti da migliaia di persone.

Il Centro Storico offre ai giovani squarci della vecchia città longobarda, con locali che lo rendono vivo fino a tarda notte. Ma è una città che non scontenta nessuno. Gli amanti dell’arte possono incantare gli occhi, visitando il Duomo, cattedrale romanica edificata nel 1084; con i suoi mosaici e affreschi è un trionfo di colori che abbraccia 20 secoli d’arte. Architetture religiose e civili, profumi antichi e moderni, sapori vecchi e nuovi si alternano e si fondono per contenere dentro sè, le mille sfaccettature del mondo. E ancora Alfonso Gatto diceva

“E’ la Salerno di sempre e di mai, riconoscibile nei toponimi delle sue strade, prima fra tutte la Via dei Mercanti, ma soprattutto nella prospettiva aerea di una mediterraneità, affacciata ai balconi dell’attesa e della sorpresa. La gente vive nelle strade il miracolo dell’esistere e si stringe insieme, come le sue case, nell’amore e nella rabbia della vita.”

Salerno: la città di sempre e di mai was last modified: ottobre 26th, 2016 by L'Interessante
25 ottobre 2016 0 commenti
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Chiaiano
AttualitàIn primo pianoParliamone

Chiaiano. Corteo anti-discarica

scritto da L'Interessante

Chiaiano

Di Michela Salzillo

Mentre la Campania continua a bruciare, la voce di chi ne popola angoli e distese non intende tacere. La rabbia è una delle principali forze su cui si basa la reazione di protesta di chi vede la morte in faccia tutti i giorni.  È un ‘asfissìa, quella vissuta da certi paesi e città, che per ragioni dirette o indirette, va a confluire nella direzione dell’invivibilità. La Terra dei fuochi non è più sinonimo di emergenza già da un po’. Gli S.O.S. si annullano nel momento esatto in cui una certa linea di operazione e una precisa veduta delle cose diventano abitudine, il fatto che la tossicità di alcune zone del nostro territorio sia un’assuefazione, riduce ancora di più la possibilità di fraintendere la problematica. L’estate che è appena trascorsa ha riempito pagine e capitoli di cronaca regionale che narrava di incendi e roghi di vasta gravità. L’odore di pneumatico bruciato è ormai un costante per le aree coinvolte, che non sono solo quelle del napoletano, ma riguardano anche la città di Caserta e le sue province. Tutto viene segnalato e dimenticato nello stesso momento, come se parlarne fosse un inutile dovere da assecondare piuttosto velocemente. Intanto, sulla scia di questo sfondo, continuano a consumarsi storie di vita e coraggio che tutti i giorni raccontano di persone parallelamente sopravvissute e uccise a tumori uguali e simili, la cui causa è sotto gli occhi di tutti. È in nome di queste realtà di resistenza che continuano a dipanarsi iniziative di contrasto all’ irrespirabile.

 Fra le ultime è in arrivo il corteo anti- discarica che, venerdì 16 settembre, partirà da Chiaiano

L’ora del raduno è stata fissata per le 17, 30 nei pressi della stazione della metropolitana. “Verremo alle vostre porte e grideremo ancora più forte”, questo è stato lo slogan con cui attivisti e cittadini hanno lanciato la protesta. È un manifesto che risucchia lo spazio per ogni dubbio. La resa non è prevista, anzi, è una lotta è più aperta che mai.

 L’iniziativa è stata attivata dopo la decisione della giunta De Luca che ha presentato un rinnovato piano di gestione per i rifiuti. Nuovi politici, ma la storia è vecchia, dicono gli organizzatori del corteo che, risentiti, aggiungono:

” Con quale coraggio la classe politica che per vent’anni ha avvelenato i nostri territori pensa di poter rimettere piede a casa nostra? La nostra terra ha bisogno di bonifiche, riqualificazione, presidi sanitari gratuiti, non di nuovi impianti di morte. Se vogliono ucciderci, dovranno farlo mentre combattiamo. Il governo centrale deve immediatamente stanziare fondi per il risanamento dei nostri territori e delle nostre comunità.  Scendiamo tutti in piazza per ribadire che una nuova discarica non la costruiranno, né qui né altrove.”

Chiaiano. Corteo anti-discarica was last modified: settembre 15th, 2016 by L'Interessante
15 settembre 2016 0 commenti
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Tiziana Cantone
AttualitàCronacaIn primo pianoParliamone

Tiziana Cantone l’abbiamo uccisa noi

scritto da L'Interessante

Tiziana Cantone

Di Michela Salzillo

Aveva cambiato nome, si era trasferita in un’altra città e abbandonato il vecchio lavoro, ma non è servito a nulla. Inseguita ovunque dallo scherno dilagante dei social network, alla fine, Tiziana Cantone, si è tolta la vita. Aveva trentun anni, ma l’età non ferma in alcun modo la dilatazione di un tempo diffamatorio e giudicante. Soffocata da un fardello troppo grosso per poterci convivere, si è stretta un foulard intorno al collo e si è uccisa a casa di una zia, a Mugnano, in provincia di Napoli. Era stato un gioco quello di due anni fa, quando accettò di farsi riprendere mentre faceva sesso con un coetaneo. Lei stessa aveva inviato quel video a degli amici, voleva fare ingelosire un ex. Un gesto del genere traccia un errore ancor prima che venga compiuto, probabilmente. Le leggerezze, si sa, su internet non conoscono redentori. Attraverso la moltiplicazione in clic, spesso, come in questo caso, diventano condanne indelebili che possono far male più di una coltellata. Un video, oggi , ha in sé un istante, ci mette poco a diventare virale.

 Da WhatsApp a YouTube; da Twitter a Facebook, quel:“ Stai facendo il video? Bravo!”, pronunciato da Tiziana durante la ripresa, diventa un tormentone che prolifica commenti, opinioni e reazioni discutibili. Non mancano parodie e fotomontaggi che, come una catena inarrestabile, stimolano a fare sempre di più, sempre peggio. Anche alcuni calciatori scomoderanno il loro aguzzo istinto, facendosi riprendere mentre tentano di riprodurre la scena incriminata. Nel giro di poco, il volto di Tiziana non bisogna neppure più cercarlo. Nei motori di ricerca basta inserire la parola “bravo”, affinché le prime notizie indicate diventino questa storia. Al passo con le condivisioni del contenuto porno, alla velocità della luce, crescono gli insulti. Le offese, ben presto, scivoleranno fuori da internet per attraversare il suo paese, Casalnuovo, ed è così che la vita di Tiziana diventerà un faticoso tentativo di sopravvivenza.

Prima del triste epilogo di due giorni fa, togliersi la vita era stata una prova riuscita male. Si era già imbottita di barbiturici, ma era stata salvata sul filo del rasoio. Dopo questo episodio, che di per sé costituiva il richiamo ad un malessere profondo, Tiziana aveva provato a reagire, si era regalata un ragionevole sforzo, perché chi le voleva bene l’aveva incitata a non mollare, ma il coraggio non è una paura semplice.

Aveva provato a farcela Tiziana, si era dedicata ad un processo che le riconoscesse il diritto all’oblio, con la conseguente e naturale rimozione di tutto quanto riguardasse la vicenda. Dal video hard alle pagine offensive create in suo nome, ma tutto si è rivelato più difficile a farsi. Teoricamente, l’oblio è un diritto che può assolutamente essere preteso da tutti, anche dalla Cantone, ma il web è un mondo complesso pure per cose del genere. Solo qualche giorno fa, il tribunale le aveva dato ragione, ma fattivamente quei fotogrammi non sono mai scomparsi, questo perché su internet ciò che viene pubblicato lascia sempre una tracciabilità più o meno chiara. Un’evidenza che Tiziana non è più riuscita a gestire, se non con l’irrimediabile. La procura di Napoli, intanto, ha aperto un fascicolo che cita l’istigazione al suicidio, rivolgendo le probabili accuse di stalking e violazione della privacy al primo artefice della diffusione mediatica. Ma la colpa, forse, parte da un po’ più lontano.

Tiziana Cantone l’abbiamo uccisa tutti

Sapete cosa è successo subito dopo la sua morte? Ci siamo divisi fra pentiti e arcigni ripetitori di condanna che, nel frattempo, è pure raddoppiata.  Da un lato siamo diventati tutti dei comunisti del sesso, rivendicando una libertà che in fondo non riconosciamo come lecito diritto, ma è più una facciata dalla veduta comoda. Agli esami di coscienza, e credo non sia un azzardo, veniamo bocciati parecchio spesso, però in qualche modo dobbiamo pur arrivarci al settembre dell’ipocrisia.

Dall’altro fioccano addirittura plausi per la scelta di negarsi la vita. Arriva da facebook un commento che, reso pubblico, è stato prontamente rimosso dall’autore, la cui esistenza è però provata, al pari dello stesso motivo che aveva impedito la totale eliminazione del famoso video di Tiziana.  Basta smanettare un po’ per rendere facile la lettura di queste parole:

“Ti è piaciuto zoccolare e farti guardare? Adesso non ti resta che da un foulard penzolare… stai facendo il video? Brava! Spero che da domani tutte quelle come lei facciano la stessa fine. Tutte da un foulard a penzolare”. Potrei fare il nome del rispettabile signore, ma so perfettamente che diffamazione e notizia non sono sinonimi, perciò mi sposto al lato di chi, dopo il suicidio, ha salvato Tiziana da ogni peccato, rimettendole colpe e responsabilità prima riconosciute. Non serve, e non solo perché una ragazza di trentun anni non avrà futuro, ma perché i cambiamenti repentini fanno più danni delle persistenti prese di posizione.  Se non fosse morta, sarebbe rimasta una  poco di buono da condannare, e se  questo significasse riconoscermi parzialità me ne farei una ragione.  Non diamoci assoluzioni perché l’assassino di Tiziana non è soltanto il cyberbullismo, ma lo è anche quell’opinione comune che dipinge la donna come una santa asessuata, quando le va bene, e quando invece le va peggio, colpevole di uno stupro perché non indossa il reggiseno. Lo sappiamo tutti che se la vicenda si fosse svolta a parti inverse, staremmo a consegnare trofei. Certo, Tiziana ha fatto degli errori, è stata superficiale, ma non si capisce perché questo  è abbastanza per non  citare, più di lei, il responsabile della diffusione del video. O forse è tutto fin troppo chiaro: la verità è che  le emancipazioni del mondo sono beffa difronte a chi legittima alla donna un sesso che sia finalizzato alla sola procreazione- e il fertility day ce lo insegna- mentre concede all’uomo la libertà di concedersi il fulgido vanto di una fellatio fatta bene, senza rischiare danni o lesioni di dignità.

Tiziana Cantone l’abbiamo uccisa noi was last modified: settembre 15th, 2016 by L'Interessante
15 settembre 2016 0 commenti
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Atella
CulturaEventiIn primo piano

Atella Sound Circus – 17/18 Settembre

scritto da L'Interessante

Atella Sound Circus

Di Michela Salzillo

Nell’epoca della comunicazione digitalizzata, in cui tutto sembra regolato dai concetti prìncipi di banda larga e fibra ottica, anche l’arte è sempre più costretta a modificare le modalità cardini della sua espressione. Lontani i tempi in cui la strada era la prima scelta per ogni passatempo, e non solo per quello che riguarda gli incontri e le storie. Dalle metropoli ai vicoli; dalle stagioni fredde a quelle più tiepide, lieto appare il ricordo di quando anche l’arte era la voce di piazza grande. L’artista di strada non è solo quello che canta per passione, c’è anche chi ne fa un mestiere senza pretesa, ritendo successo il gradimento di un pubblico disposto al divertere scarno, quello che unisce melodie e panchine, magia e teatri all’aperto. Il progresso, dunque, sembra destinare una più rudimentale espressione artistica nel dimenticatoio, ma è davvero così ? In realtà è innegabile che fino a quando ci saranno testimoni di un passato importante, disposti alla transumanza di origini e valori, forse non è poi tutto perduto. Sarebbe poco veritiero non stimare un vistoso calo dei buskers(termine inglese usato per definire i professionisti dell’arte urbana), rispetto ai tempi in cui l’industria dell’ intrattenimento era distante anni luce da radio, televisione, canali web e digitali, ma chi crede in questa realtà c’è ancora. A dimostrarlo è una delle iniziative che ne celebra le svariate sfumature, e sta per arrivare in Campania.

Si tratta dell’ Atella Sound Circus, un evento a cura delle associazioni culturali Artisticamente e Artenova con il patrocinio del comune di Succivo. Le date sono quelle del 17 e 18 settembre per lo spettacolo allestito nel Casale di Teverolaccio a Caserta

In occasione della due giornate il pubblico dovrà arrendersi all’incanto di un circo a cielo aperto, meteo permettendo, la strada sarà palcoscenico indiscusso per giocolieri, acrobati, maghi, trampolieri, mangiafuoco, trucca bambini, musicisti e cantori che con le loro esibizioni coinvolgeranno grandi e piccini. Il programma parla chiaro: non ci sarà tempo per la noia. Si partirà sabato con la musica de “La Terza Classe”, si tratta di una band di origine napoletana che ha da sempre considerato la strada il luogo preferito per cantare la propria musica. I loro brani sono figli legittimi della tradizione folk statunitense. dal bluegrass del Kentucky al Dixieland, o Early Jazz, degli Stati del Sud, fino ad arrivare alle canzoni da Jug Band, il tutto abbinato alla “teatralità” e all’espressività tipicamente napoletana. La band ha autoprodotto nel 2013 un primo LP, “Ready to Sail” e nel maggio 2016 è uscito il secondo lavoro, “Folkshake”, contenente 8 brani di cui uno inedito; il progetto è stato realizzato insieme alla casa editrice “Ad est dell’equatore”, ed è distribuito tramite Amazon, Spotify e iTunes. Domenica 18, invece, sarà dedicata a Shay Wapniaz della compagnia “Circo Bipolär”.

 Shay ha studiato alla Scuola di Circo Carampa a Madrid e ha continuato i suoi studi in Sud America e Francia. Dal 2008 si è esibito in diversi festival e gala in Europa e Italia. Nel 2012 ha creato il suo spettacolo di teatro di strada da solista, “ The Shay Street Show”, lavoro in continua evoluzione che unisce tecnica circense al teatro di strada. Dalla giocoleria di clave fino all’equilibrismo su scala libera, tutto mixato da una vena umoristica.

Non mancherà neppure l’angolo della solidarietà, infatti, come dichiarato dagli stessi organizzatori, nel corso degli appuntamenti saranno allestiti degli stand benefici ad opera del gruppo di volontariato “La Mescolanza”, che insieme all’associazione “Il Viaggiatore Glocale, darà vita ad una pesca di libri, il cui ricavato sarà devoluto ai terremotati del centro Italia. L’ingresso, nel pieno rispetto di un concetto di arte che resti sinonimo di libertà, è gratuito! Per consultare il programma nel dettaglio e richiedere informazioni, clicca qui.

 

Atella Sound Circus – 17/18 Settembre was last modified: settembre 9th, 2016 by L'Interessante
9 settembre 2016 0 commenti
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Romeo e Giulietta
CulturaIn primo pianoTeatro

Romeo e Giulietta a Santa Maria Capua Vetere

scritto da L'Interessante

Romeo e Giulietta

Di Maria Rosaria Corsino

Dopo il grande successo dell’anteprima nazionale nell’antico borgo viterbese di Civita di Bagnoregio è arrivata in Campania, con un trittico di appuntamenti in alcuni dei luoghi più belli della regione, la suggestiva versione ‘interattiva’ di Romeo e Giulietta, ideata e prodotta da “Il Demiurgo”, una compagnia di attori ormai specializzatasi nella valorizzazione dei siti culturali attraverso la narrazione teatrale

 Sabato 17 e domenica 18 Settembre (con due repliche al giorno alle 19 e alle 21) il tour campano de “Il Demiurgo”, grazie alla produzione di “Amico Bio”, si concluderà nello splendido scenario dell’Arena Spartacus all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, il secondo anfiteatro al mondo per dimensioni, dopo il Colosseo.

Il prezzo del biglietto, per ogni spettacolo, in ogni luogo, sarà sempre volutamente popolare: 15 euro.

“Il nostro “Romeo e Giulietta”- anticipa Francescoantonio Napppi, fondatore de “Il Demiurgo” – è stato progettato e realizzato in maniera originale e interattiva: coinvolge il pubblico in una dimensione altra, catapultandolo nelle vicende dei Montecchi e dei Capuleti, portandolo a vivere in prima persona la faida che insanguinava la Verona cantata dalla penna del Bardo immortale. Gli spettatori possono muoversi con i personaggi creati da Shakespeare, danzare con loro e seguirne le alterne vicende in prima persona”.

La presentazione dello spettacolo: una messa in scena con la cura di ogni particolare dai costumi storici alle coreografie dei duelli

Dopo il grande successo di critica e di pubblico del viaggio nell’ade di Ulisse alle Grotte di Pertosa(che ripartirà nell’ultimo week end di Settembre),“Il Demiurgo”, in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare, ha ideato un’innovativa versione di una delle opere più note e significative del più importante drammaturgo della cultura occidentale, che da giugno sta facendo il giro dei siti culturali più belli del Paese.

La vicenda dei due innamorati di Verona è arcinota: Romeo e Giulietta sono i rampolli di due famiglie rivali, i Montecchi e i Capuleti. Il loro amore tormentato, non compreso dalle rispettive famiglie di appartenenza, scocca all’improvviso: forte, impetuoso, inesorabile e folle. La passione li condurrà all’altare, alla gioia. E alla morte. Ma la messa in scena di “Romeo e Giulietta” targata Demiurgo è un vero e proprio omaggio al teatro di Shakespeare, realizzato con una maniacale attenzione al linguaggio e allo sviluppo dei personaggi, che Shakespeare concepì magistralmente donando un valore esemplare ed immortale alla storia. La romantica passione dei due protagonisti, la follia sensibile, incosciente e fragile di Mercuzio, la lealtà giovane eppure saggia di Benvolio, la forza e la temerarietà di Tebaldo, un caleidoscopio di volti, nomi, uomini e donne e personaggi immortali, che rivive ancora oggi, oltre 400 anni dopo, nell’innovativo progetto artistico de “Il Demurgo”, realizzato e concepito da Emilia Esposito, con la regia di Franco Nappi.

Ma soprattutto quello prodotto dal Demiurgo è uno spettacolo ideato con la cura di ogni dettaglio: le musiche eseguite dal soprano Ester Esposito, dal violoncellista Luigi Visco e dal flautista Antonio Ferraro, la scenografia curata nei minimi particolari da Filomena Mazzocca, i costumi di scena realizzati con assoluto rigore storico da Monica Fiorito nella celebre sartoria teatrale napoletana “Artinà”, epersino una specifica consulenza artistica per ‘la coreografia dei duelli’ fornita dal maestr Marco De Filippo grazie alla collaborazione della Compagnia d’Arme “La Rosa e la Spada”.

E anche il cast è di prim’ordine: Romeo e Giulietta sono interpretati, rispettivamente, da Roberto Matteo Giordano, attore campano formatosi alla “London Drama School”, attivo da anni sulle scene teatrali sia italiane che londinesi, dove ha lavorato con le compagnie Chaplins, Working Space Theatre e Tickled Pink, e Giuliana Ciucci, giovanissima attrice napoletana formatasi al Teatro Elicantropo. Nel ruolo di Mercuzio,Andrea Cioffi, uno dei più brillanti talenti della compagnia ELLEDIEFFE, fondata da Luca De Filippo e nel ruolo di Benvolio,Massimo Polito, uno dei migliori prodotti artistici della Scuola teatrale di Nando Paone.

William Shakespeare rivive in scena e accompagna il pubblico

In scena ci sarà anche un cammeo del maestro d’arme Marco De Filippo, e la presenza di uno zoccolo duro di ‘veterani’ che fin dalla prima ora partecipano agli spettacoli de “Il Demiurgo”: Daniele Acerra, Alessandro Balletta, Ferdinando Nappi e Marina Andeloro. Una segnalazione speciale anche per la presenza dei napoletani Roberto Ingenito (frate Lorenzo) e Nello Provenzano (padre Capuleti), due attori esperti e talentuosi già noti agli appassionati di narrazioni teatrali nei siti culturali. E per favorire l’idea di interattività della rappresentazione il pubblico verrà coinvolto sin dall’avvio dello spettacolo nella genesi creativa dell’opera, accompagnato per mano dalla presenza narrante in scena proprio diWilliam Shakespeare, interpretato da Franco Nappi.

 

Il calendario del tour casertano di Romeo e Giulietta

Sabato 17 Settembre ore 19 e ore 21 Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

Sabato 18 Settembre ore 19 e ore 21 Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

Romeo e Giulietta a Santa Maria Capua Vetere was last modified: settembre 8th, 2016 by L'Interessante
8 settembre 2016 0 commenti
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Giorgio Zinno
AttualitàIn primo pianoParliamone

Giorgio Zinno dirà si. Con la fascia tricolore, ovviamente

scritto da L'Interessante

Giorgio Zinno

Il calendario segna l’11 maggio quando, in seguito ad una lunga controversia tra favorevoli e contrari, viene approvata la mutazione in legge del DDL Cirinnà. Tra sfiduce stantie e lunghi scetticismi, due mesi fa, il governo italiano, con voto di maggioranza, ha riconosciuto dignità alle unioni civili.

Una decisione che la comunità Lgbt, e non solo, agognava da tempo. Un passo in avanti, un giorno meritevole, sin da subito, di una memoria storica senza opposizioni. Nonostante il traguardo visto da dentro, però, furono molti a non dichiararsi entusiasti di quanto ottenuto. Alcuni la considerarono una legge a metà che, a detta di qualche voce, facendo ottenere troppo poco in materia di pari diritti, deluse parte delle aspettative. La mutilazione a cui fu fatta riferimento, riguardava la stepchild adoption, un provvedimento che letteralmente vuol dire “adozione del figliastro” e permette al figlio di essere adottato dal partner (unito civilmente o sposato) del proprio genitore.

La Cirinnà si dissociò quasi subito da questo tipo di polemica e ritenne opportuno sottolineare la conquista raggiunta che, seppure agli inizi della sua maturazione, è da ritenersi comunque la radice di un essenziale cambiamento. Il risultato trascrisse 372 deputati favorevoli, 51 contrari e 99 astenuti. Numeri, questi, su cui si è appena abbozzata un Italia a colori; un Paese ancora in fasce da questo punto di vita, ma che certamente fa venire meno voglia di scappare.

E tra quelli che restano, senza ombra di dubbio, ci sono Giorgio Zinno e il suo compagno Michele. Vista da questa prospettiva, l’unione, portatrice di una novità concreta, fa parecchio parlare di sé senza che ci sia il bisogno di aggiungere altro

Ma, aprite bene le orecchie, il lieto evento non è l’unica notizia. Giorgio Zinno, infatti, non è un futuro sposo qualsiasi. A dare l’annuncio del suo matrimonio è il primo cittadino di San Giorgio a Cremano, eletto sindaco della provincia di Napoli lo scorso anno, dopo aver ottenuto una pioggia di consensi.

 L’ha dichiarato lui stesso, senza mezzi termini o giri di parole:

“ Mi sposo il 24 settembre, sono dieci anni che aspettavo questo momento”

Un’ attesa che sta per finire, quindi , e che certamente scioglie i coraggi di quanti ne hanno il desiderio.

Dinanzi a questa scelta, anche se non possediamo ancora la maturità giusta per poterci chiamare “paese civile”, azzardiamo che la strada imboccata è certamente quella più giusta.

Auguri, sindaco.

Michela Salzillo

Giorgio Zinno dirà si. Con la fascia tricolore, ovviamente was last modified: agosto 2nd, 2016 by L'Interessante
2 agosto 2016 0 commenti
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Campania by night
CulturaEventiIn primo piano

Campania by night – archeologia sotto le stelle

scritto da L'Interessante

Campania by night

L’estate non è soltanto sinonimo di albe e tintarelle in riva al mare, c’è chi la vacanza la intende diversamente, al riparo da last minute e bollini rossi.

Spesso per le alternative al solito, la scelta variegata sembra un’utopia, ma una particolare iniziativa campana, partita il 22 luglio, prova a far tacere i pregiudizi sulla questione.

 Si chiama Campania- by night – archeologia sotto le stelle– ed è un progetto promosso dalla Scabec, la società della regione Campania impegnata nella valorizzazione e promozione dei beni culturali

L’appuntamento si articola in una serie di date che forniscono un focus alternativo sulle bellezze della città di Pompei. Dal mercoledì alla domenica, fino al 17 settembre 2016, gli scavi archeologici campani metteranno a disposizione di novizi ed abitudinari un cartello di ottanta appuntamenti.  Incontri che saranno localizzati e suddivisi in cinque siti archeologici, per visitare o rivedere gli scavi di Pompei ed Ercolano,  meraviglie  celebri in tutto il mondo.  Nel fitto calendario sono previsti anche alcuni luoghi e realtà meno conosciuti che non per questo  meritano di restare fuori dalle preferenze degli appassionati al genere.

Il percorso prevede: la Visita alla Palestra Grande, il più grande impianto ginnico dell’antica provincia romana, realizzato in età augustea; escursione associata ,poi, alla mostra Egitto Pompei, dedicata ai culti e agli elementi egizi che si diffusero in tutto il Mediterraneo.

 La Visita alle Domus, recentemente restaurate, di Octavius Quartio, per poi procedere verso il  meraviglioso giardino, decorato da statue allusive all’Egitto e a quelle  della Venere in Conchiglia.

L’ultima tappa è dedicata, invece, alla Praedia di Giulia Felice, un complesso edilizio organizzato come una “villa urbana” e caratterizzato dal triclinio estivo, decorato con pitture rappresentanti paesaggi nilotici. Alla fine del percorso, nell’area della Palestra Grande, sono previste performance artistiche di musica, danza e teatro, aventi carattere internazionale.

L’evento ha definito anche e soprattutto un programma serale, il quale mette a disposizione visite guidate abbastanza desuete, sono quelle realizzate dal tramonto fino a notte fonda attraverso l’utilizzo di audio guida e itinerari tematici. Per questo genere di percorsi, i visitatori saranno muniti di necklight– affascinanti collane di luci- che rendono ancora più suggestiva la magica atmosfera dei luoghi.

Michela Salzillo

Campania by night – archeologia sotto le stelle was last modified: luglio 25th, 2016 by L'Interessante
25 luglio 2016 0 commenti
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