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BasketIn primo pianoSportVolley

OSCAR E BOSCIA: QUATTRO CHIACCHIERE E RACCONTI INEDITI

scritto da Walter Magliocca

oscar

Oscar e Boscia: un incontro amicale e scambio di ricordi 

Come se il tempo non fosse trascorso. Se non per il fatto che il fisico, di entrambi, è stato minato da malattie per fortuna sconfitte … fuori dal campo.

Prima Oscar in un incontro pomeridiano. Nella sala clinic del Palamaggiò, dopo un servizio davanti le telecamere di Sky, si sofferma per salutare, attraverso i mezzi di informazione, il pubblico casertano.

Oscar fiero della cittadinanza onoraria 

“Sono entrato brasiliano ed esco casertano – esordisce Oscar -. Ritornare a Caserta è sempre una grande emozione. Ricordavo molti aspetti e molte strade ma ho trovato la città migliorata. Un unico particolare: ricordavo molto più larga la strada dove abitavo (via Caduti sul lavoro). Sono contento dei riconoscimenti ricevuti e soprattutto della casertanità. Me ne ritorno in Brasile molto soddisfatto, ricordando che sono ritornato per il battesimo della nipotina di Mario Basile”.

Essere stato cacciato da Caserta: una ferita ancora aperta

“Quando venni per l’addio al basket non volevo rovinare la festa con polemiche. Ma ora non ho remore. E’ il momento giusto, Il tempo è galantuomo. Mette a posto tutte le cose, quelle buone e quelle cattive. Perché tutti ricorderete che io da Caserta, daquesta squadra, sono stato cacciato (facendo il classico gesto con la mano). Per colpa di qualcuno che conosco molto bene (chiaro il riferimento a Dell’Agnello, Gentile, Esposito e Marcelletti). Se fosse stato vivo il cavaliere (Giovanni Maggiò) io non sarei mai andato via. Nella finale di Atene io avrei dovuto giocare nel Real e forse Caserta non sarebbe mai arrivata a disputarla. Gli spagnoli mi diedero un contratto di tre anni già sottoscritto dal presidente. Giovanni Maggiò me ne offrì quattro”.

“La squadra, dopo lo scudetto ha iniziato la fase calante e non ha vinto più nulla. E se non fosse stato per Nando (Gentile) che realizzò tre tiri da tre, non avrebbe vinto nemmeno in quella occasione. Sono sicuro, più che sicuro, che quella squadra avrebbe vinto anche con me. Fino ad allora non vincemmo nulla perché i vari Gentile, Esposito erano giovani e facevano Le c….te frutto della loro giovane età. E poi Caserta non era considerata a livello federale. Perdemmo una finale perché io fui espulso per non aver commesso nulla. Gli arbitri fischiavano tutto contro e favorivano le compagini più blasonate, quali Milano e Bologna”.

Arriva Boscia e la chiacchierata si colorisce di aneddoti particolari e battute

“Sono arrivato per salvarti – dice Boscia Tanjevic rivolto ad Oscar – anche in questa occasione. Conobbi Oscar, quale giocatore del Sirio, nella finale di coppa intercontinentale contro il mio Bosna. Era il 1979. Noi avevamo vinto tutto. Ed anche in quella gara fummo avanti nel punteggio fino a quando Oscar non decise di iniziare a segnare da ogni posizione. Piangeva e segnava. Dissi a Giancarlo (Sarti) di prendere quel camion e così venne a Caserta tra la incredulità generale perché nessuna conosceva il brasiliano. In A/2 su sette partite ne perdemmo sei e il presidente voleva tagliare Oscar.. Io dissi di no, dicendogli di cacciare me. Alla fine vincemmo il campionato”.

Con i se e con i ma ….ma

“Se Delibasic non fosse stato colpito dalla malattia, avremmo vinto almeno tre titoli consecutivi. Voi non avete visto il vero giocatore. In quel periodo (precampionato 1983) non era nemmeno al 50% ed era immarcabile. Purtroppo. Nella finale di Milano ci espulsero Oscar e ci vollero far credere che per noi sarebbe stata la stessa cosa. Feci vedere lo score mettendolo sotto il naso di Dan (Peterson) e gli dissi giochiamocela alla pari”.

Boscia è un fiume in piena: “Tato (Lopez) reagì e mi disse: mister non perché mi hanno chiamato tupamaro ma sporco tupamaro”. E giù una risata.

I racconti si susseguono: “non chiedevo un centro americano perché preferivo esterni tiratori e poi mi dissero che Marco (Ricci) era un giovane promettente come un americano”. “Andai dal presidente e gli disse che era impensabile giocare tutto il campionato in trasferta (in quanto in A/1 non si poteva giocare in impianti al di sotto dei 3500 posti. E il Cavaliere mi disse, va bene lo costruisco io. Io lo guardai e lui mi disse: non ti fidi di me?. I lavori iniziarono il 5 agosto e li terminò in quei cento giorni. Era sempre presente sul cantiere”. “Qualunque cosa succedesse, al presidente dicevo che era stato Oscar. Tanto lui era il prediletto. Con lui non prendeva provvedimenti”.

Oscar: ritornerò più spesso

La chiosa di Oscar: “ Preferisco il mio basket, cuore e passione a quello di oggi più atletico e basato solo sul denaro. Ma devo dire che però qualitativamente è tutto migliorato, dalle cure mediche, all’abbigliamento, alle scarpe, il pallone ecc..  Due le cose che non dimenticherò e che porterò sempre con me di quel periodo, la vittoria ai giochi Panamericani (esibisce l’anello che porta sempre al dito) e la nascita di mio figlio. E’ la gioia più bella che un uomo possa provare. Grazie Caserta. Ora, penso, ritornerò più spesso. Sono casertano”.

Grazie a Voi Oscar e Boscia. Campioni dentro e fuori il parquet. Senza di Voi Caserta non sarebbe mai stata città di basket e l’unica città del sud ad aver vinto il tricolore. Anche se senza di Voi.

A presto.

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OSCAR E BOSCIA: QUATTRO CHIACCHIERE E RACCONTI INEDITI was last modified: gennaio 26th, 2017 by Walter Magliocca
18 dicembre 2016 0 commenti
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juvecaserta
In primo piano

JUVECASERTA PRIMA SCONFITTA CASALINGA DEL CAMPIONATO. OSCAR DISTRAE. LA FESTA E’ A META’

scritto da Walter Magliocca

Juvecaserta in campo alle ore 12, ma c’è OSCAR: il più grande. …….. e anche Boscia

Una giornata speciale. C’è la partita della Juvecaserta. Ma questa volta, nonostante la gara di campionato, e poi contro Pesaro, nonostante il piazzamento in classifica, nonostante le final eight alle porte, il pensiero è dedicato al lui. Luci soffuse, emozione “ a fette” . I cori della curva Ancilotto. A cantare i ragazzi che non hanno  mai visto giocare il campione brasiliano e forse, anzi senza forse, non erano neanhe nati.

Il più grande giocatore che abbia calcato il parquet del Palamaggiò, che è “uno di noi”, che porta e ricorda Caserta nel suo cuore e non solo. Oscar è un sentimentale. Le lacrime a testimoniare l’emozione e la gioia. E’ stato inserito nella Basketball Hall of Fame al cospetto dei più grandi, nonostante, per sua scelta, non vi abbia giocato con e contro. Ma lo avrebbe potuto fare e lo ha dimostrato, ma per cuore non lo ha fatto. Altri tempi. Altri uomini. Oggi a Caserta altri trofei, altre onorificenze. Si sono scomodati i vertici della pallacanestro italiana, le personalità cittadine e non, le televisioni. Ma anche in questa occasione  per Lui conta il cuore, il sentimento: l’affetto e l’abbraccio ideale del “suo” pubblico. Caserta  lo ama e Lui ama Caserta. “Oggi posso dire di essere casertano al cento per cento”.

Ma le sorprese non finiscono. A testimonianza dell’affetto e del legame di quegli anni anche Boscia Tanjevic venuto per salutare il giocatore che lui scelse. “Portami quel camion. Quel camion ero io” ha detto Oscar al centro del parquet nel salutare il pubblico casertano. E non poteva mancare il presidente dello scudetto Gianfranco Maggiò. “Un ricordo per mio padre che ha realizzato questo palcoscenico. Un grazie a Boscia che ha consentito la venuta a Caserta di Oscar e che ha rappresentato per Caserta quello che Maradona + stato per Napoli”. E ovviamente il saluto dell’attuale padrone di casa, il presidente Lello Iavazzi, schivo e discreto come al solito. Solo il saluto e la consegna della maglia griffata con gli sponsor che hanno caratterizzato i suoi otto anni a Caserta.

Juvecaserta contro Pesaro: sfida storica e sentita

Ma si deve anche giocare. La squadra ha avvertito l’atmosfera di festa. Oscar, il Natale. Ma niente regali a Pesaro.

Sandro Dell’Agnello, il grande escluso dai festeggiamenti, colpevole del “gran rifiuto” mai dimenticato,  non modifica il quintetto, con maglia dedicata all’occasione e solo per questa gara. 

Sosa, Bostic, Gaddefors, Putney e Watt per avere ragione di Pesaro.

Inizio incerto e primo canestro di Jones per Pesaro. Caserta non riesce a trovare geometrie offensive ma è attenta in difesa. Sosa sbaglia una facile schiacciata dopo aver recuperato un pallone a metà campo. Punteggio basso. A 6’ il tabellone segna ancora 2 a 4. Percentuali al tiro bassissime. Putney ruba l’ennesimo pallone e va schiacciare a 5’ e 30’’. Pari 4. L’unico è Putney che cerca di dare una scossa ai suoi. Prima “bomba”  di Watt a 4’ e seguente schiacciata di Putney a 3’ e 38’’ 9 a 6. Il Palamaggiò si infiamma dopo la sfiducia iniziale.  A 2’ e 37’’ prima sostituzione, Giuri per Bostic. Punteggio sull’11 a 6. Continuano gli errori al tiro. Ma il tempo si chiude con il punteggio sul 15 a 10. Falli di squadra 3 Caserta e 2 Pesaro.  Brutta frazione deficitaria soprattutto per gli attacchi.

Secondo quarto 36 pari

Stesso  trend. La Juvecaserta non c’è. Gioco farraginoso e banali errori al tiro. Watt tiene la squadra a galla che, per fortuna, in difesa regge l’impatto pesarese.  A 6’ e 59’’, sempre Watt, con un’azione da tre, con libero supplementare, porta  Caserta sul 21 a 19. Recupero difensivo e contropiede vincente di Sosa. 23 a 19. Ma gli errori si susseguono. Solo Watt e rimessa. A 5’ e 13’’ su tiro da tre di Thornton, il tabellone segna 23 a 24. La squadra non riesce a trovare il bandolo. Continua il momento poco felice. Si teme che il clima festoso possa incidere negativamente.

 Massimo vantaggio Pesaro a 3’ 30’’ 23 a 28. Bostic da tre e due liberi di Cinciarini con due punti di Nnoko portano i padroni di casa a meno 1, 28 a 29. Ma sempre Nnoko da tre ristabilisce le distanze. Si entra negli ultimi due minuti con due liberi di Bostic: 30 a 32. Pari di Watt con bella azione in velocità, l’arma mancante della Caserta di oggi, su assist di Sosa. Si prosegue con alternanza regolare. Il tempo si chiude sul 36 pari.

Nell’intervallo ancora festa: cittadinanza onoraria a Oscar

Al termine del tempo ancora festa: il presidente di lega consegna a Oscar una targa ricordo. Poi il vicepresidente fip Gaetano La Guardia consegna la Italia basket Hall of fame. E per finire il sindaco, Carlo Marino, con fascia tricolore, consegna a Oscar la cittadinanza onoraria del comune di Caserta e targa commemorativa a sancire il legame con la città della Reggia. Casertano a tutti gli effetti, non  solo d’adozione.

 Terza frazione 62 – 56

Putney inizia e poi Giuri da tre, dall’angolo sotto la tribuna pasta reggia. A 7’ e 43’’ 41 a 38. Ma comunque la giornata non è delle migliori e si prosegue sulla falsa riga torinese. Pesaro è di nuovo vanti su una bomba di Fields, 41 a 43, cui risponde Sosa, che bissa e a 5’ e 58’’ il punteggio è di 47 a 43. Ancora Sosa recupera in difesa e va a schiacciare. A 4 e 46’’ grande assist di Sosa che “no look” da un pallone a Putney al centro dell’area che vale da solo il prezzo del biglietto, 51 a 42. Ma Thornton prima da tre e poi da due smorza gli entusiasmi casertani: 51 a 48 a 3’ e 54’’. E’ sempre Thornton l’anima di Pesaro. A 2’ e 20’’ 51 a 52. Ma Cinciarini termina un’azione da 4 punti e Caserta di nuovo avanti 55 a 52. Frazione che si chiude sul punteggio di 62 a 56.

Ultima frazione 82 – 87

Harrow per Pesaro apre da tre e Sosa sbaglia un libeo. 63 a 59. Putney in alley opp di Giuri strappa gli applausi del pubblico. Ma Caserta non riesce a dare continuità ed a strappare la gara e Pesaro con Thornton resta sempre con il fiato sul collo. 65 a 63 a 7’33’’. 67 a 65 a 7’. Cinciarini commette il quarto fallo personale di squadra e Thornton castiga da tre. Giuri in sottomano ristabilisce le distanze: 71 a 68 5’ e 7’’. La Juvecaserta raggiunge i cinque falli di squadra e continua a sbagliare in attacco. Pesaro ne approfitta con Thornton e Jones.  

Si entra negli ultimi quattro minuti con il punteggio sul 71 a 72. Sosa inizia a forzare e la situazione falli, con il terzo di Watt, diventa pesante. 71 a 73. Manovra senza sbocco e giocatori in bambola. Watt commette anche il quarto fallo. A 3’ e 08’’, 71 a 75. Bomba di Cinciarini 74 a 75. Ma Jiasatis replica. Mancano due minuti. Nervosismo in campo e Pesaro sempre più bestia nera. A 1’ e 41’’ palla a Pesaro sul 74 aa 78 e bomba di Jasaitis. Ospiti sul + 7 espettro della prima sconfitta casalinga. Che dopo un canestro di Sosa si materializza su quinto fallo di Watt. A 24’’ 78 a 83. E’ finita. La Juvecaserta segna il passo. Giocatori distratti: la festa non è completa. Finisce 82 a 87. Prima sconfitta e mancato pass per le final eight.

JUVECASERTA PRIMA SCONFITTA CASALINGA DEL CAMPIONATO. OSCAR DISTRAE. LA FESTA E’ A META’ was last modified: dicembre 18th, 2016 by Walter Magliocca
18 dicembre 2016 0 commenti
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