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scuola

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In primo pianoLibri

Giù le mani dalla scuola

scritto da L'Interessante

scuola

Di Maria Rosaria Corsino

“Un Paese che distrugge la scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere” diceva Italo Calvino.

La scuola di Giulia Blasi in “Siamo ancora tutti vivi”

E’ un argomento, quello dei tagli all’istruzione pubblica, che ha origine dalla notte dei tempi e che non va mai fuori moda.

L’istruzione italiana perde sempre più colpi.

Anche Giulia Blasi vuole affrontare il tema dei tagli alla scuola nel suo romanzo ‘Siamo ancora tutti vivi‘ senza ricorrere a polemiche o discorsi accusatori verso le autorità politiche, ma raccontando la storia di ragazzi che al loro futuro non intendono rinunciare.

La scuola la fanno i ragazzi

Le classi prima e seconda liceo di Villa Erminia rischiano di essere cancellate a causa della mancanza di iscritti e di conseguenza per la poca produttività, ma gli studenti della scuola non sono d’accordo e danno il via a uno dei movimenti studenteschi più noto: l’occupazione. Non una di quelle occupazioni perditempo (che tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita) ma una protesta seria con regole ben precise e una solida organizzazione. Chi non rispetta la legge è fuori!

Tanti sono i ragazzi che ne prendono parte, mossi da un sentimento di ribellione verso l’autorità e i genitori (nonostante l’occupazione sia approvata dalla preside e dai familiari degli alunni), ma i veri protagonisti sono Emilio, Erica, Stella, Greta , Enrico e Matteo. Emilio è un ragazzo tranquillo, mette la famiglia al primo posto e l’aiuta nella gestione della fattoria; non ha mai dimenticato Erica.

Erica da brutto anatroccolo si è trasformata con la pubertà in un cigno ed Emilio ritiene che sia questo il motivo per il quale lei lo abbia lasciato. Erica però ha altri grilli per la testa: la paura di perdere il suo patrigno Zeno, sua unica certezza.

Stella è una leader nata, una di quelle che quando parla nessuno, Enrico compreso (suo migliore amico da tempo), tollera.

Greta invece ama suonare la batteria, è l’orgoglio dei suoi genitori e quasi senza volerlo si trova seduta con quelli che l’occupazione la gestiscono.

Matteo è uno di quelli che ti gela solo con uno sguardo, è un mistero per chi gli sta intorno e ha un terribile segreto da celare.

I personaggi che la Blasi racconta non sono il ritratto (seppur erroneo ma molto quotato) di adolescenti perditempo e lagnosi, ma sono ragazzi che prendono in mano le redini del loro futuro senza abbassare la testa davanti ai ‘potenti’. Come si suol dire: “li volevano ignoranti, li avranno ribelli”.

Giù le mani dalla scuola was last modified: febbraio 20th, 2017 by L'Interessante
20 febbraio 2017 0 commenti
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Napoli
CronacaIn primo pianoParliamone

Napoli. Si contendevano la stessa ragazzina: accoltellato uno dei due pretendenti

scritto da L'Interessante

Napoli

Di Michela Salzillo

Succede a Napoli qualche giorno fa… 

Una lite, una scuola, una di quelle del centro storico. Due adolescenti di quindici e quattordici anni, una ragazzina che in anonimato si ritrova ad essere trascritta come il vero motivo del contrasto, un coltello, una sferrata, e quello che con una certa ordinarietà succede fra i banchi degli istituti di formazione, e non solo, diventa fatto degno di nota. Quando c’è di mezzo del sangue, un ricovero in ospedale e il grido alla grazia per il sopravvissuto, è giusto che se ne parli. È importante che si cerchi di capire come sono andate le cose, dettagliare il nome della scuola che, in questo caso, sarà quello dell’istituto comprensivo Teresa Confalonieri, sito nel vico San Severino, premunirsi di specificare che se anche il diverbio sia cominciato in classe, l’accoltellamento sia invece avvenuto all’esterno della stessa. È importante dare voce all’ insegnante che, giustamente, tiene a rimarcare quanto certi casi non debbano rappresentare l’ identità comune della Napoli perbene, cercando di mettere i puntini sulle “i “ in materia di responsabilità, perché se il fatto è avvenuto nel cortile della scuola, invece che di fronte alla lavagna prima della campanella, pare cambi molto.  Vengono fuori gli sfoghi che confermano quanto tutti sapevano, ma nessuno si era mai preoccupato più di tanto.  Lo dice la zia del ragazzo ferito, quando ancora era in ospedale, prima dello scampato pericolo: “Era un bullo, lo sapevano tutti”.

Perché allora non si è evitato quest’ epilogo, per fortuna riuscito alla meno peggio? Perché chi poteva non è intervenuto? Resta un mistero, uno di quelli difficili da decifrare, ma su cui fare ipotesi viene spontaneo. Non si parla perché tanto sono cose che succedono? Perché questi insegnanti non sanno dove sbattere la testa con classi di trenta ragazzi e un programma da gestire il più degnamente possibile? Perché quello che conta è dire del bullismo come l’argomento su cui interrogare all’esame, tanto se l’alunno sa la pappardella a memoria, merita il plauso o cose del genere? Forse tra queste domande c’è quella che dà risposte, forse tutte, in parte, sono la risposta o forse niente di tutto ciò  ha a che fare con le famiglie di questi ragazzi, dove magari si insegna che l’ uomo vero è quello che tira a calci e pugni, che il rispetto lo guadagni con la violenza, perché se non sai dare schiaffi allora vuol dire che sei scemo, “sei fesso”, “ Se non difendi  la donna tua, non sei buono”.

Bullismo: una definizione abusata piena di storie

 Che il lupo mangi l’agnello è una storia vecchia come il mondo, ma non è sempre il più debole ad essere inghiottito. Ce lo insegnano i fatti, ce lo dice la cronaca, ce lo racconta una lunga serie di storie archiviate sotto la piaga del bullismo, compresa quella che, magari, si sta svolgendo in questi minuti e di cui nessuno parlerà mai. È quella del ragazzo che è costretto ad abbassarsi i pantaloni in corridoio se no non passa dalla porta di ingresso, quello che durante la ricreazione viene ficcato con la testa nel water al cospetto del riso compiaciuto del gruppo che spalleggia il bullo. È il ragazzino omosessuale che tutti chiamano ricchione, quello che quando torna a casa si chiude in camera, nel silenzio generale, e fa i conti con l’inferno. È la ragazzina che viene appellata a poco di buono nei post di Facebook con fare oppressivo, è quella che, per questo, ogni tanto, pensa che è meglio farla finita.

 Secondo la definizione da enciclopedia, “fare il bullo” vuol dire agire secondo una forma di comportamento di tipo violento e intenzionale, che abbia natura sia fisica che psicologica, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi. Di leziose spiegazioni legate al termine ne troviamo ovunque: dentro i libri, fuori dai manuali di pedagogia, nelle trame dei film e fra le prime diciture dei motori di ricerca. Non è svogliatezza se a definire la parola, in questo caso, sia stata una traduzione di tipo testuale che, fuori da questa pagina, potrete rintracciare con facilità, perché di copia e incolla, soprattutto per temi di questo tipo, ne facciamo davvero tanti. Non che sia sempre una scelta conscia, a volte è anche colpa di alcune imposizioni mediatiche, secondo cui se non ne parli, o sei poco informato o non te ne frega assolutamente nulla. Perciò finisce che si dica quello che tutti sanno, senza capire, però, come agire per diminuire l’alto tasso di drammi del genere. La materia è vasta e non essendo noi specialisti del settore, non intendiamo azzardare teorie infondate. Quel che certo, e non c’è bisogno di lauree per capire questo, è che un atteggiamento diventa vessatorio, quando oltre al branco che sostiene il bullo, a fargli forza ci sono persone che fanno finta di non vedere, quelle che si convincono che va tutto bene oltre ogni verità.

Napoli. Si contendevano la stessa ragazzina: accoltellato uno dei due pretendenti was last modified: ottobre 10th, 2016 by L'Interessante
10 ottobre 2016 0 commenti
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fotoracconto
CulturaIn primo piano

Fotoracconto: professori siate studenti!

scritto da Roberta Magliocca

Fotoracconto

Fotoracconto

Te ne accorgi dalle amicizie. Quando tra i tuoi coetanei hai più professori che studenti, allora si, stai inesorabilmente crescendo. E mi raccontano delle loro esperienze, mi descrivono i loro alunni, fotografano i loro registri. A me piacerebbe che non perdessero i loro occhi da studenti. Ora che sono sul gradino dietro la cattedra, proprio ora è necessario che fissino nella mente e non abbandonino l’immagine dell’aula dall’altra parte, vista dal basso.

Vi auguro una lunga carriera, in una scuola migliore.

Te ne accorgi dalle amicizie. Quando tra i tuoi coetanei hai più professori che studenti, allora si, stai inesorabilmente crescendo. E mi raccontano delle loro esperienze, mi descrivono i loro alunni, fotografano i loro registri. A me piacerebbe che non perdessero i loro occhi da studenti. Ora che sono sul gradino dietro la cattedra, proprio ora è necessario che fissino nella mente e non abbandonino l’immagine dell’aula dall’altra parte, vista dal basso.

Vi auguro una lunga carriera, in una scuola migliore.

Fotoracconto: professori siate studenti! was last modified: giugno 23rd, 2016 by Roberta Magliocca
22 giugno 2016 0 commenti
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supplenti
AttualitàIn primo pianoParliamone

Supplenti eterni. A fine anno si tirano le somme

scritto da L'Interessante

supplenti

Non solo capodanni innaffiati di alcool e buoni propositi disattesi già qualche minuto dopo la mezzanotte. Ci sono dei fine d’anno che non hanno nulla  a che vedere con i Dicembre imbiancati, cappotti abbottonati e lucine intermittenti.

Qualche fine d’anno arriva più silenziosa, più amara, più calda e decisamente meno rilassata.

É la fine d’anno degli insegnanti, quelli che tanti esami all’università non bastano, quelli del tfa per saggiare una preparazione che avrebbe già dovuto essere palese nelle due discussioni di tesi, quelli che post tfa anche il concorso perchè Dio non voglia non conoscano quanti anni abbia avuto Catullo quando ha contratto la varicella.

Sono gli insegnanti che vorrebbero solo stare con i ragazzi aldilà di qualunque demagogia spicciola e psicologia fai da te.

Ma come fanno ad insegnare ai nostri figli la speranza del futuro se non si da prima a loro la possibilità di crearselo un futuro. Come possono – come vorrebbero – gridare tra i banchi di scuola “Ehi, la cultura è importante”, quando gli anni ed anni di cultura che hanno alle spalle sta portando loro solo tanta precarietà e confusione.

Ci ha scritto una tra gli eterni supplenti:

Oggi era (quasi) l’ultimo giorno di scuola di un anno a dir poco paradossale. Un anno fatto di nuove esperienze, nuove colleghe, nuove conoscenze nella giungla dei punti e dei meccanismi della scuola pubblica. Posso dire di esserne uscita indenne, ma non riesco a gioire come alla fine degli altri anni scolastici. Si perché, questo 2015/16 mi ha lasciato un vuoto relazionale come nessun altro, un vuoto fatto di belle facce di circostanza con le colleghe non potenziatrici, con le veterane, con tutti coloro che pensano che noi dobbiamo solo ringraziare per essere entrate. Nessuno di loro si è preoccupato della frustrazione di girare classe ad ogni ora, di tenere testa a bambini per i quali sei più  sconosciuta del collaboratore. Nessuno ha tenuto conto della orribile sensazione di essere l’eterna supplente senza collocazione, senza materia, senza registro, senza programmazione, sempre ospite. Ma la mancanza più dolorosa è stata quella di gruppo: non avere amiche con cui ridere, confrontarsi, inciuciare e chiacchierare senza diplomazia è stato il “regalo più grande di questa bellissima fase”

Eppure dovremmo essere lungimiranti. Perchè solo gli insegnanti possono uccidere le mafie, combattere il terrorismo, abbattere i muri. Solo loro. Se solo questo paese gli permettesse di farlo.

Supplenti eterni. A fine anno si tirano le somme was last modified: giugno 7th, 2016 by L'Interessante
7 giugno 2016 0 commenti
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fisco e scuola
In primo pianoParliamone

Fisco e scuola: legalità fiscale, solidarietà e senso civico

scritto da L'Interessante

fisco e scuola

Legalità fiscale, solidarietà e senso civico nei lavori degli studenti campani

Mercoledì 8 giugno a Napoli la premiazione del concorso Fisco e Scuola

Uno spot, un cortometraggio e un manifesto: sono questi i lavori vincitori della quarta edizione del concorso Fisco e Scuola, promosso dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania e dall’Ufficio Scolastico Regionale per l’anno scolastico 2015/2016.

Il giorno 8 giugno alle 10 presso la sala “Enzo De Lucia” della Direzione Regionale della Campania si tiene la cerimonia di premiazione del concorso, nato con l’obiettivo di stimolare negli studenti, attraverso una produzione creativa e una sana competizione, una riflessione sul tema della legalità fiscale e, più in generale, sul rispetto delle regole civili.

 

Gli istituti scolastici premiati – Sul podio dei vincitori tre istituti scolastici, uno per ciascun ordine e grado, che hanno saputo meglio interpretare il messaggio educativo del progetto:

  • per la sezione scuole primarie, il Convitto Nazionale “G. Bruno” di Maddaloni (CE) ha rappresentato, con il linguaggio colorato e semplice dei bambini, l’importanza della contribuzione fiscale per il miglioramento della qualità dei servizi e, in generale, del benessere della collettività;
  • per la categoria scuole secondarie di I grado, l’Istituto Comprensivo Autonomo di Casapesenna (CE) ha interpretato con un cortometraggio, in modo originale e divertente, il principio costituzionale della capacità contributiva, quale fondamento di una giusta ripartizione del carico fiscale e “rimedio” contro iniquità e disuguaglianza;
  • per la sezione scuole secondarie di II grado, l’Istituto “Europa” di Pomigliano D’Arco (NA) ha trasmesso, attraverso uno spot altamente simbolico e di forte impatto comunicativo, la valenza dei principi di legalità, solidarietà e partecipazione, anche in ambito fiscale, quali fondamenti per concorrere alla costruzione di una società migliore.

 

Le menzioni speciali – Attribuite, inoltre, tre menzioni speciali ad elaborati che si sono particolarmente distinti nelle categorie:

  • Creatività: l’Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” di Aversa (CE) ha realizzato un gioco puzzle, in cui ogni tassello indica un servizio offerto dallo Stato al “buon contribuente”;
  • Originalità: l’Istituto Superiore “A. Torrente” di Casoria (NA) cha ideato un video efficace ed incisivo sui danni derivanti dall’evasione fiscale e i vantaggi di una giusta contribuzione, quale condizione imprescindibile per una società civile e democratica;
  • Simpatia: l’Istituto Superiore “C. Levi” di Portici (NA) in un cortometraggio ha trattato il tema serio e complesso della non corretta contribuzione fiscale, attraverso una rappresentazione acutamente ironica.

Il progetto “Fisco e Scuola” in Campania – Il progetto “Fisco e Scuola”, nato nel 2004 in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, mira a diffondere tra le giovani generazioni il senso della legalità e i principi costituzionali dell’etica contributiva per consolidare nel tempo comportamenti di tax compliance, ossia di adempimento spontaneo degli obblighi fiscali.

In Campania ogni anno vengono realizzate oltre 110 iniziative di informazione e sensibilizzazione sul tema, quali visite guidate agli uffici operativi delle Entrate, incontri e seminari nelle scuole, con lo scopo di favorire lo sviluppo di una coscienza civica e consapevole in coloro che saranno i contribuenti di domani.

 

Fisco e scuola: legalità fiscale, solidarietà e senso civico was last modified: giugno 6th, 2016 by L'Interessante
6 giugno 2016 0 commenti
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oxford
CulturaEventiIn primo piano

Oxford College Summer Camp 2016

scritto da L'Interessante

Oxford College

Oggi giorno la conoscenza della lingua inglese smette di essere una scelta per trasformarsi in una vera e propria esigenza e nel caso dei bambini, nel pieno delle loro potenzialità, l’apprendimento non può non concretizzarsi per mezzo di attività ludico sportive, del gioco e dell’arte. I bambini infatti per loro natura sono animati dal desiderio di  giocare ed esplorare per conto loro, in autonomia dagli adulti.  Facendo amicizia e socializzando imparano a superare le proprie paure, a risolvere i problemi, esprimendo se stessi lontano da timidezze o inibizioni.

Tale convinzione è alla base dell’ Oxford College Summer Camp 2016, organizzato dal 13 giugno al 29 luglio, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 17:30 per bambini dai 7 ai 14, a villa Marcello, splendida villa nel centro di Caserta

Il Summer Camp rappresenta l’occasione, dopo la fine della scuola, di sfruttare al meglio il periodo estivo, di far vivere ai ragazzi un’esperienza memorabile, divertente e dinamica mirata a stimolare la socializzazione e la creatività per mezzo di attività ludico-sportive e laboratori creativi, appassionandoli allo studio della lingua inglese. In una splendida villa immersa nel verde caratterizzata da un’atmosfera accogliente e familiare ma nel contempo elegante, i partecipanti, assistiti da personale madrelingua/bilingue altamente specializzato, potranno usufruire degli ampi spazi esterni e interni in piena sicurezza per dedicarsi ad attività educative e ricreative, durante le quali saranno motivati all’utilizzo continuo della lingua inglese così da sperimentare le competenze acquisite in aula in contesti diversi e garantire un apprendimento efficace e stimolante. Le attività prevedono lezioni di inglese interattive e dinamiche, sport, laboratori artistici e tematici, caccia al tesoro , tornei a squadre e tanti altri giochi al fine di costituire un’esperienza formativa pratica  e stimolante.

É prevista inoltre un’intera giornata da trascorrere in una delle più belle piscine di Caserta, dotata di ampie vasche con scivoli e vasti spazi verdi dove i bambini  trascorreranno momenti indimenticabili, sempre nella piena sicurezza garantita dagli operatori altamente qualificati e del personale della piscina stessa.

Il pranzo e gli spuntini saranno preparati da un catering esterno certificato, che delizierà ogni giorno i partecipanti con cibi freschi e genuini, fornendo massima attenzione a particolari esigenze alimentari preventivamente comunicate.

Oxford College Summer Camp 2016 was last modified: maggio 30th, 2016 by L'Interessante
30 maggio 2016 0 commenti
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scuola
CulturaEventiIn primo piano

Scuola Vanvitelli presenta: “La scuola che vogliamo”

scritto da L'Interessante

scuola

La Scuola che vogliamo.

La Vanvitelli chiude con laboratori e progetti interdisciplinari
Martedì 31 maggio dalle ore 17 alle 20 in piazza Ungaretti – Parco degli Aranci

Gran finale di anno scolastico per l’Istituto Comprensivo Vanvitelli di Caserta che martedì 31 maggio dalle ore 17 alle 20 presenterà al pubblico “La Scuola che vogliamo”. Una Giornata dedicata alla presentazione di tutti i laboratori realizzati durante l’anno scolastico dagli alunni. Tanti i progetti messi a punto con la supervisione dei docenti. Denominatore comune il percorso interdisciplinare di costruzione delle competenze che evidenzia la capacità dell’Istituto di spingersi oltre il comune programma scolastico. Ai classici laboratori di Matematica, Letteratura, Teatro e Sport, gli studenti hanno affiancato un ciclo di lezioni di Giornalismo  (con la realizzazione di un Blog e di un TG in lingua straniera), di Tecnologia, di Lingue straniere e un laboratorio di Coding, finalizzato allo studio del linguaggio e della programmazione informatica. Si tratta soltanto di alcune delle innumerevoli iniziative messe in campo, sin dallo scorso mese di ottobre, dalla Dirigente scolastica Rosaria Prisco per rendere l’istituto un cuore pulsante di idee per la città di Caserta. “La giornata della diversità” è stata l’occasione per sensibilizzare ragazzi e genitori sul tema della diversità in tutte le sue forme e ha portato alla produzione del cortometraggio dal titolo “Io sono diverso perché…”,così come “La giornata della legalità” che ha visto l’intervento di scrittori e associazioni per discutere di beni confiscati alla camorra e riconsegnati al territorio. Grande successo ha riscosso anche l’adesione alla manifestazione organizzata dall’Unicef #tuttigiùperterra in ricordo dei migranti scomparsi nel Mediterraneo.  Di notevole prestigio poi la partecipazione alle gare Kangourou di Inglese e Matematica e alle Olimpiadi delle varie discipline così come l’innovativo programma FlippedClassRoom (La scuola capovolta) ideato per educare le giovani generazioni ad un corretto utilizzo delle piattaforme multimediali. L’istituto riserva particolare attenzione all’aggiornamento dei propri docenti attraverso il progetto di formazione Erasmusplus e la piattaforma europea per insegnanti eTwinning. “Siamo davvero soddisfatti dei risultati raggiunti – ha dichiarato la dirigente scolastica Rosaria Prisco – che premiano l’impegno e l’entusiasmo dei nostri studenti.  Un entusiasmo contagioso che getta le basi per un nuovo anno scolastico che, siamo certi, sarà ancora più produttivo”. L’istituto Vanvitelli, forte dei suoi quasi 700 studenti, distribuiti tra i plessi della Scuola secondaria di Parco degli Aranci e Casolla e della Scuola Primaria e dell’Infanzia di San Benedetto, ingloberà – a partire dal prossimo anno scolastico – anche il plesso di San Clemente.

Per informazioni e contatti:
www.vanvitellicaserta.gov.it
www.comprensivovanvitelli.it
Facebook IC Vanvitelli Caserta

Scuola Vanvitelli presenta: “La scuola che vogliamo” was last modified: maggio 28th, 2016 by L'Interessante
28 maggio 2016 0 commenti
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Pino Daniele
CulturaEventiIn primo piano

Pino Daniele: un’aula per continuare a cantare

scritto da L'Interessante

Pino Daniele

Con la morte di Pino Daniele, Napoli ha perso un pezzo di sè

Ma nessuno butta giù un popolo che si è sempre rimesso in piedi da solo, e ancora oggi la città ricorda il maestro quasi ogni giorno dicendo che, beh, se Pino non può più cantare loro lo faranno al suo posto.
E così aumentano sempre più le iniziative per omaggiare il cantante: il commovente flash mob tenutosi in piazza Plebiscito subito dopo la sua dipartita, i video di persone che lo intonavano in metropolitana, una
mostra a lui dedicata conclusasi proprio l’8 Aprile.

Il 12 Aprile alle ore 11, invece, si terrà la cerimonia di inaugurazione di un’aula dedicata a Pino Daniele, nell’istituto “Diaz” in via dei Tribunali.
L’artista ha frequentato l’istituto dal 1969 al 1975, e la proposta di uno spazio col suo nome è stato voluto in primis dalle persone del quartiere; da quelli che lo hanno conosciuto prima come ragazzo che come artista.

Maria Rosaria Corsino

Pino Daniele: un’aula per continuare a cantare was last modified: aprile 10th, 2016 by L'Interessante
10 aprile 2016 0 commenti
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Dacia
CulturaEventiIn primo pianoLibri

Dacia Maraini al Buonarroti di Caserta

scritto da L'Interessante

Nel pomeriggio di Martedi 15 marzo  all’Istituto Buonarroti di Caserta è stato presentato l’ultimo romanzo di Dacia Maraini, dal titolo” La bambina e il sognatore”.

Il testo ha per protagonista un maestro di quarta elementare, già colpito dalla tragedia della morte per leucemia della sua bambina di otto anni e dall’abbandono della moglie. Una notte il maestro sogna una bambina con un cappottino rosso che sparisce avvolta da una nuvola di uccelli, una bambina che gli ricorda nell’andatura la figlia morta. Al risveglio apprende la notizia che realmente è sparita Lucia, una bambina  che frequentava la scuola elementare dove lui lavora. Il fatto lo colpisce particolarmente spingendolo a fare delle indagini personali, coinvolgendo gli abitanti della città e gli alunni della scuola. Lungo questo percorso il maestro si imbatte in  drammatiche e crude realtà, scontri di culture diverse, falso perbenismo, facile rassegnazione al dramma, quasi un viaggio agli Inferi di Orfeo, come affermato dalla stessa Dacia Maraini. La coscienza comune è metaforicamente rappresentata da uno strano uccello, quasi un gufo che poggiato su una spalla del maestro gli parla, come il grillo di Pinocchio, invitandolo a lasciar stare, a convincersi della morte della bambina, forse violentata. La stessa autrice ha messo in evidenza i punti essenziali del romanzo : il senso di paternità, i sogni, la narrazione. La paternità espressa da un protagonista maschile, un maestro, che soffre per la perdita della figlia, una paternità oggi smarrita,  come anche la figura del maestro è rara rispetto alla maestra nelle scuole elementari. Il sogno spesso è il segnale di qualche malessere interiore, infatti il maestro patendo dal sogno e indagando si confronta con la violenza sui minori, su falso perbenismo dei buoni padri di famiglia che praticano il turismo sessuale. La narrazione con la quale il maestro insegna e di cui c’è molto bisogno, più che della informazione, anche eccessiva. Nel testo è toccato anche lo scontro tra le culture occidentali ed orientali, quando il protagonista incontra un medico islamico nigeriano, scontro che nasce da una diversità di valori in cui l’elemento religioso è solo un inutile pretesto. I valori occidentali non sono necessariamente quelli cristiani bensì quelli universali quali la libertà, il rispetto per gli altri in particolare verso le donne e i bambini. I valori islamici sono basati sulla prevaricazione , il totalitarismo che nascondono la paura per l’emancipazione, il sapere, la libertà di pensiero. Dunque importante è recuperare e custodire i valori universali, anche in Italia dopo un ventennio di berlusconismo ispirato al concetto di capitale e mercato si ritorna a parlare di etica. Tali valori devono essere la base per la formazione delle coscienze, compito in prevalenza della scuola su cui si investe molto poco per una progettualità culturale che sia la rampa di lancio verso un futuro non unicamente economico.

Francesco Pernice

Dacia Maraini al Buonarroti di Caserta was last modified: marzo 23rd, 2016 by L'Interessante
23 marzo 2016 0 commenti
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