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Vittime

Siani
EventiIn primo piano

21 marzo: Libera chiama, Radio Siani risponde presente

scritto da L'Interessante

Siani

 

Martedì 21 marzo l’associazione Libera contro le mafie, come ogni anno dal 1995, celebrerà la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”: questo il tema che legherà tutte le manifestazioni che, nel primo giorno di primavera, si terranno in tutta Italia per ricordare le vittime innocenti delle mafie.

Il corteo del comitato regionale della Campania quest’anno si terrà a Ponticelli, periferia est di Napoli, presso il Parco Conocal, teatro in questi anni di violenza e marginalizzazione socio-culturale.

Oltre alle tante associazioni aderenti, sarà presente l’intero staff di Radio Siani per seguire il corteo ma anche per raccontarlo a chi non potrà essere presente.

«Quest’anno la giornata del 21 marzo è ancora più importante perché finalmente è stata riconosciuta dalle istituzioni come giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e poi – afferma Giuseppe Scognamiglio, presidente della cooperativa dedicata a Giancarlo Siani- perché essere in quel parco della periferia orientale di Napoli sarà ancora più significativo perché si tratta di un luogo in cui la speranza può finalmente tornare come la primavera.  Tuttavia la vera sfida ricomincia dal 22 in tutti quei luoghi di impegno già vissuti e quelli ancora da liberare, insieme, per scrivere una pagina nuova della nostra storia in cui la memoria e l’impegno siano il centro della nostra azione quotidiana. Noi di Radio Siani siamo sempre felici e pronti a dare il nostro contributo a giornate belle ed importanti come quella del 21 marzo organizzato da Libera» .

 

LA COOPERATIVA GIANCARLO SIANI

La Cooperativa Siani nasce nel 2012 con la maturazione di diverse esperienze nel campo del volontariato. Opera in due sedi: un immobile sede della radio ed un fondo agricolo, entrambi confiscati alla camorra ed intitolati alla memoria di Giancarlo Siani, giornalista campano ucciso dalla camorra. L’impegno si divide tra la radio, presenza ormai consolidata nel tempo e sul territorio, megafono di riscatto sociale, e l’impegno nel settore agricolo e apistico, curato da professionisti provenienti dalla facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. La cooperativa collabora con quest’ultima per lo sviluppo di un’agricoltura in perfetto equilibro con l’ambiente e nel pieno rispetto dei valori disciplinari di “Slow Food”. Non solo food ma anche progetti di recupero per ragazzi disagiati e grazie alla collaborazione con vari istituti scolastici di Ercolano, la Coop Siani promuove percorsi di crescita personale e lavorativi attraverso le attività della radio e del fondo agricolo. L’incasso derivante dalla vendita della nuova confezione regalo sarà totalmente devoluta al sostegno della attività della cooperativa.

 

Per informazioni:

Cooperativa Sociale Giancarlo Siani

Corso Resina 62 80056 Ercolano NA

tel & fax 08119700927

coopgsiani@radiosiani.com

www.radiosiani.com

 

21 marzo: Libera chiama, Radio Siani risponde presente was last modified: marzo 20th, 2017 by L'Interessante
20 marzo 2017 0 commenti
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ode alla solidarietà
AttualitàCronacaIn primo pianoParliamone

Ode alla solidarietà italiana

scritto da L'Interessante

Ode alla solidarietà italiana

Ode alla solidarietà

Di Erica Caimi

Il giorno dopo la tragedia è sempre quello in cui si tirano le somme e si fanno i bilanci di ciò che è perduto per sempre e di quello che invece si può ancora recuperare. In Italia,  il “post terremoto” si attiene al consueto rituale costellato da polemiche, accuse mosse verso le autorità colpevoli di non aver preso le dovute precauzioni per limitare i danni,  voracità giornalistica, denunce di soldi pubblici mal spesi e pellegrinaggi politici al ritmo di “non vi lasceremo soli, non temete, non ci dimenticheremo di voi”. 

Un paese, il nostro, malato di sfiducia verso una classe politica spesso dimentica delle reali esigenze della comunità che dovrebbe rappresentare, ma che ha l’immensa e inconsapevole fortuna di essere illuminato dal sole battente dell’attivismo solidale della gente comune, dell’italiano ordinario, che per quanto istintivamente lamentoso, si rimbocca le maniche e si mette a disposizione altrui per sostenere, come può, chi sta vivendo un momento di disagio.  Sono molte, infatti, le iniziative di solidarietà della gente del posto, dei soccorritori, dei volontari e quelle di svariati comuni, parrocchie, commercianti, albergatori, associazioni di tutta Italia che dimostrano quanto sia resistente e prezioso quell’istinto altruistico tutto italiano capace di azionarsi all’occorrenza sorvolando sul senso di scoraggiamento e abbandono per portare soccorso e alleviare le sofferenze dei propri connazionali.

Nel 2012, qualche mese dopo gli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia Romagna, insieme a un gruppo di amici e organizzatori di una festa della birra nel varesotto ci siamo recati a Moglia, in provincia di Mantova, un comune terremotato in bilico tra Lombardia ed Emilia, per donare al parroco gli introiti della nostra festa da usare per sostenere le famiglie colpite dalla calamità . Una piccola goccia in una cascata di esigenze. Di quel paese ricordo un silenzio sconvolgente, il silenzio della devastazione che si trascina marciando dentro di te, calpestando ogni corda della tua sensibilità e le macerie che ostentano ricordi di vita sbriciolati. Mai potrò dimenticare l’accoglienza delle persone del paese e i ringraziamenti, una riconoscenza che si è tramutata in una semplice cena al campo sportivo, una festa organizzata dalla squadra di rugby per riportare la normalità e raccogliere fondi per la riscostruzione del paesino ormai deserto, in cui ovunque ti girassi scorgevi un bar improvvisato in un container o una tenda accampata in giardino, perché i sopravvissuti avevano paura di tornare nelle proprie abitazioni. Questa è un’esperienza che porterò per sempre nel cuore e quando gli eventi si ripetono, seppur in zone diverse, non mancherà mai l’occasione di adoperarmi per raccontare quello che ho visto e  ricordare quanto la morte e la perdita si curino con vicinanza e partecipazione. Vero è che l’assenza di una persona cara è una compagna con la quale devi imparare a convivere  una vita intera e che la perdita della propria casa colma di ricordi e costruita con  sacrificio è una preoccupazione incombente che si somma al dramma vissuto. Ma viene anche il momento della ricostruzione, in cui, timidamente,  prevale l’istinto di sopravvivenza e così, naturalmente, si smuove quell’impellente esigenza d’interiorizzazione dell’accaduto. E’ questo l’attimo in cui diventa un po’ più facile abbandonarsi al corso della vita, quella misteriosa corrente che ci trascina  avanti, inesorabilmente e nonostante tutto.

Ode alla solidarietà italiana was last modified: settembre 1st, 2016 by L'Interessante
1 settembre 2016 0 commenti
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Profughi e terremotati
AttualitàCronacaIn primo pianoParliamone

Profughi e terremotati, alberghi e tende: e il silenzio?

scritto da L'Interessante

Profughi e terremotati

Di Michela Salzillo

A volte è proprio il caso di dirlo, la miglior parola è quella che si tace. In questi giorni, però, stare zitti sembra un mestiere difficile. Lo è sempre in verità, soprattutto quando il silenzio dice cose assordanti. Quando il dolore non è un’esistenza insoddisfatta, ma è milioni di vite che non ci sono più; è la coscienza che impazzisce nell’assegnare colpe e responsabilità senza soluzioni. Bandiere a mezz’asta e minuti di riflessione, appaiono come forme di rispetto poco oneste, dinanzi alle tante polemiche che stanno facendo deragliare il confine tra lecito ed esagerato. Che ben venga l’immagine di un’Italia solidale, il Paese pronto a sbracciarsi maglia e camicia per sostenere chi non ha più niente, chi sta vivendo il nulla vero; quello che non conti fra piatti rotti e tetti distrutti, ma l’altro che trovi negli affetti che hai perduto, insieme alla normalità. È facile stare a commentare lontano da quella polvere, affidare alle riflessioni sul divano di casa l’accusa al politico di turno o alla beneficenza troppo manifesta. Sicuramente un fondo di esibizionismo, dietro tutto questo fare, c’è, ma vista la situazione, forse faremmo meglio a tenercelo per noi. Non per omertà, ci mancherebbe, ma semplicemente perché a quelle famiglie di queste polemiche da mercato importa ben poco. Che sia necessario vigilare sul corretto investimento dei fondi giunti a cassa, oggi e pure dimani, è assoluta verità. Tutto quello che viene dopo, però, resta rumore bianco. Nonostante le smentite, la cosa più sconcertante è la perseveranza di chi ancora alimenta il ciclo delle false notizie.

Dal grado di magnitudo che sarebbe stato declassato da 6.2 a 6.0, per destinare i soldi del numero solidale alle tasche delle banche, anziché a sostegno dei terremotati; a tutta la questione legata ai profughi e “ai loro alberghi di lusso”

Purtroppo, è impossibile negare che, così come diventiamo coraggiosi nelle difficoltà, siamo anche bravi a degenerare.

 Magari in alcuni casi è pure un comportamento inconscio, ma a perdere il senso del reale ci impieghiamo ben poco. Per fortuna c’è chi non ci sta ad essere invischiato in queste sentenze gratuite, soprattutto quando si tratta di mantenere la chiarezza ai piedi della verità, quella che, ad esempio, non può confondere un profugo con un terremotato, dando all’uno la colpa del destino dell’altro. Risale a qualche giorno fa, la testimonianza di Francesca Spada, un’abitante di Amatrice, che sul suo profilo facebook, scrive:

“La mia casa di Amatrice è inagibile. Non è la mia prima casa, quindi un posto dove andare ce l’ho. Ma posso assicurare che a nessun amatriciano sentirete dire che bisogna cacciare gli immigrati dagli alberghi per metterci i terremotati. Primo perché per chi ha vissuto un dramma così, la solidarietà è un sentimento molto forte – specie se sei vivo solo grazie a chi ti ha aiutato. E uno che scappa dalla guerra lo senti un po’ un tuo simile. Secondo, perché ad Amatrice era ospitato un gruppo di richiedenti asilo, a cui tutti si erano affezionati – sì, si possono percepire gli immigrati come parte della comunità. E perché l’altra notte erano anche loro a scavare, e perché anche qualcuno di loro sta sotto le macerie . Quindi grazie lo stesso, e accoglienza per tutti quelli che ne hanno bisogno, senza ‘noi’ e ‘loro’.”

 È probabile che queste parole le abbiate lette da qualche altra parte, ma non importa, non è l’esclusiva che cercavamo. Ciò che ci sta a cuore, è provare ad attraversare i pensieri di chi quei crolli li ha guardati in faccia, così da  ridimensionare il grado giudicante  di certi pareri, quegli stessi che con prepotenza stanno ferendo  il silenzio che bisognerebbe mantenere, dando credito a quella frase di troppo che sarebbe meglio evitare, almeno nel giorno del dolore che uno ha.

Profughi e terremotati, alberghi e tende: e il silenzio? was last modified: settembre 1st, 2016 by L'Interessante
1 settembre 2016 0 commenti
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