Arti in Movimento
Attracca al Napoli Museum, Giovedì 24 Marzo, la rivoluzionaria storia d’amore e coraggio di Masaniello e Bernardina Pisa. A partire dalle 19:00 di domani sera, lo spettatore sarà protagonista dell’intima immersione nella vita di una donna intenzionalmente avulsa dal suo essere moglie, catapultata in una vita densa di sovvertimenti e segnata da un’esperienza carceraria e di prostituzione. Le vicende, colme di patos, incideranno poderosamente nella vita della protagonista femminile, tanto da trasformala più volte in qualcosa di diverso rispetto all’inizio, un’artistica sintesi di come ciò che accade è un’inevitabile porta sul cambiamento, a prescindere da quello che siamo.
Arti in Movimento
Un appuntamento voluto dagli organizzatori della rassegna Arti in Movimento, dedicata ai beni e alle tradizioni culturali campane. Un progetto realizzato dall’Associazione Jervolino (capofila) e da Orchestra da Camera di Caserta, Area Arte, Napoli Nova, Mousike’, Arabesque, Sancarluccio, Mutamenti, e finanziato nell’ambito delle iniziative per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della Campania Pac III.
La regia della messinscena, curata da Roberto Solofria, immagina una Bernardina, interpretata dall’attrice Ilaria Delli Paoli, immersa in un buio soffocante che con la forza delle sue parole, del suo essere donna, della sua sofferenza e dell’audacia, riesce a “vedere” e ad “essere vista”.
La scena è stata creata pensando ad un pubblico coinvolto nella penombra insieme a lei, vicino alla sua figura, al fine di annullare la discrasia dei tempi fra il palcoscenico e la platea, e creare un’unica energia emotiva.
La trama, una storia scritta da Marilena Lucente
Napoli, rivoluzione d’amore1647, è la storia di Bernardina Pisa, giovane, volitiva, sfacciatamente bella e piena di passione per Masaniello: protagonista, insieme al marito e ai napoletani, di una indimenticabile rivoluzione. La loro storia si intreccia con quella della città, una Parthenope piena di storie. Il loro istintivo slancio politico accese speranze e infiammò il popolo, ma generò anche equivoci e incomprensioni, che fecero di loro prima due eroi, poi due esseri umani travolti e feriti dagli eventi.
Un testo che si appoggia sull’anima, quello scritto da Marilena Lucente, scombussola, fa star male, fa vivere sensazioni mai piatte, e lascia una scossa elettrica, perpetuante durante tutta la lettura.
Qualche domanda all’autrice
Scrivere per il teatro: Se dovessi raccontare in breve la tua esperienza ai nostri lettori?
“Il teatro è spazio in cui la parola prende vita, si anima, dialoga corpo a corpo, attraverso gli attori, con gli spettatori.
Il teatro è una delle sfide più affascinanti per chi scrive. Solo a teatro le parole, ogni singola parola, raggiunge i confini estremi dell’espressività, dall’urlo al silenzio, dai dialoghi ai monologhi, al canto. Il teatro è la vera casa delle parole.”
Da scrittrice, qual è, secondo te, la differenza fra la stesura di un romanzo e la drammaturgia?
“ Non l’ho mai scritto un romanzo, ma da lettrice di romanzi, di tutti i generi dei romanzi, la differenza è tutta qui: tutto va scritto sul corpo, con il corpo. I pensieri devono diventare gesti, le sensazioni espressioni del volto, persino una indicazione atmosferica, piove o tira vento, è affidato ai gesti, alla postura dell’attore. Nulla va spiegato, a teatro, tutto va mostrato. E chi scrive un testo drammaturgico deve considerare solo questo.”
Perché hai scelto di raccontare proprio di Masaniello?
“Perché Masaniello è una delle figure più contraddittorie della storia napoletana. Perché ha davvero fatto la rivoluzione, persino con inconsapevolezza. I personaggi che vivono di contraddizioni hanno sempre tanto da dire, anche secoli e secoli dopo. Ma nel mio testo Masaniello è raccontato dalla donna, l’unica, Bernardina Pisa, che è capace di stargli accanto tutta la vita. Una donna che lo accompagna, lo ferma, se lo vede portare via, non smette di amarlo, e attraverso lui, di amare la rivoluzione.”
Grazie Marilena!
Michela Salzillo