Uovo
Che si tratti di bambini o di adulti con residui da infante nostalgico, nessuno è disposto a negarsi un simile peccato di gola: di ogni dimensione, a latte o fondente, decorato o tradizionale, l’ uovo di cioccolato è la sorpresa che tutti si aspettano.
Divenuto nel tempo simbolo primo della festività religiosa, meglio intesa come ricorrenza celebrativa la resurrezione di Gesù Cristo, ha avuto tratti simbolici sin dai tempi più antichi.
L’uovo, che propone una leggera similitudine con un sasso privo di vita, è stato più volte associato al sepolcro. Gli oggetti contenuti nel guscio, inoltre, simboleggerebbero una nuova vita pronta ad imporsi su ciò che sembrava tratto dalla fine.
È in quest’ottica quindi che trova accoglimento l’idea simbolica di resurrezione.
Secondo alcune credenze pagane, invece, il cielo e la terra erano visti come due emisferi separati ma relazionanti che, nella loro univoca comunicazione, creavano un disegno circolare a forma di uovo.
Per gli egizi rappresentava addirittura il fulcro dei quattro elementi dell’universo, un punto d’appoggio per l’acqua, l’aria la terra ed il fuoco.
Nella tradizione della cultura persiana era diffuso lo scambio di uova di gallina, un rito correlato con l’arrivo della stagione primaverile, il cui avvento veniva inteso come buon auspicio di fertilità.
È di origini medievale la diffusione delle uova decorate, all’epoca venivano donate in regalo alla servitù, ma tutt’oggi risultano molto in voga fra le alternative artigianali legate alla produzione del cioccolato pasquale.
È ingegno dell’età di mezzo anche la creazione di uova artificiali: la fabbricazione ed il relativo rivestimento venivano realizzati con materiali costosi e di prima scelta quali argento, platino ed oro. Sembra superfluo dire che una produzione del genere poteva essere presa in considerazione soltanto dalle aristocrazie del tempo.
A tal proposito pare che fu Edoardo I, re d’Inghilterra dal 1272 al 1307, uno fra i primi a commissionare la creazione di circa 450 uova rivestite d’oro da donare in occasione della Pasqua.
La ricca tradizione dell’uovo decorato è però dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro III di Russia il compito di realizzare una composizione per la zarina Maria; fu in quell’ occasione che venne creato il primo uovo artificiale passato alla storia con il nome del suo stesso inventore. Facilmente riconoscibile grazie alla sua particolare struttura: di colore bianco con smalto opaco, era formato da un sistema di matrioske russe che all’interno racchiudeva un tuorlo d’oro.
Insomma, qualsiasi sia il significato che preferite, qualunque utilizzo ne facciate: chi è senza uova di Pasqua, scagli la prima sorpresa!
Michela Salzillo