È il giorno che scandisce il via dal tutto, in qualunque direzione porti, il lunedì di Pasquetta è un’occasione per sgusciare fuori dalle case e le tavole imbandite.
Anche con la pioggia nei capelli, il casatiello sullo stomaco e il profumo delle uova di cioccolato ancora nelle narici, è l’occasione di aggregazione – familiare o di comitiva – che crea una rima di concetto col verbo partire.
Una consuetudine, al contrario di quanto si possa credere, che risulta allettante anche per i più pigri: non importa se esiste un percorso previsto o se si insegue una meta indefinita fino all’ultima indecisione, quello che conta è: bisogna andare.
Una tradizione tutta festaiola, dunque, che nasconde nella radice della sua celebrazione un’eco di tipo religioso: conosciuto anche come lunedì dell’angelo, infatti, indicherebbe l’episodio evangelico in cui si narra l’annuncio di resurrezione alle tre donne che, recatosi nel luogo di sepoltura del Cristo, per imbalsamarne il corpo con olii aromatici, appresero di una tomba completamente vuota.
Si tratta di una data che però non appare definita sul calendario liturgico, tanto da non essere considerata un precetto, sia nell’antico che nel moderno rituale cattolico.
Tuttavia, sembra esserci una vecchia similitudine fra l’idea di trasformare questa ricorrenza in un pic-nic fuori porta ed il ricordo dei discepoli di Emmaus, i quali – secondo il testo biblico – lo stesso giorno della resurrezione, ricevettero sul cammino verso Gerusalemme l’apparizione di Gesù Cristo.
È in questo lungo peregrinare degli adepti che si è insinuato il paragone con la giornata all’aperto, nata come usanza culturale molti anni dopo e che ancora oggi resta una gradevole abitudine per molti.
Come spesso accade alle festività italiane, anche questa giornata si propone in una duplice interpretazione: sia clericale, che civile. Da un punto di vista laico, viene vista come un prolungamento della domenica, una effettiva proposta che fu realizzata dallo Stato posteriormente al dopoguerra; un’estensione del tempo festivo che aveva riguardato già altre date ricorrenti, come il 26 Dicembre ed il lunedì di pentecoste.
Pasquetta, lo sapevi che…?
Il termine Pasquetta, non ha lo stesso significato in tutta Italia, a tal proposito è curioso notare come le lingue regionali intersecandosi con quelle nazionali creano curiose diversificazioni sintattiche: la Pasquêta, per i genovesi e i bergamaschi, ricorre il 6 gennaio, mentre Paschixedda per i sardi corrisponde al Natale, quindi si festeggia il 25 dicembre.
Qualunque scelta abbiate fatto, ovunque vi troviate ad accoglierla, il tempo dei ripensamenti è scaduto. Zaino in spalla, scarpe comode e via: pronti, partenza, Pasquetta.
Michela Salzillo