La notte non spengo la luce
La notte non spengo la luce è il primo lavoro di Gennaro Esposito, un ebook dalle tinte forti.
Si potrebbe pensare ad un titolo che nasconda una certa paura del buio. Niente affatto. Piuttosto nasconde una certa idea di mondo, fatto di mille pensieri. Mille pensieri appartenenti a mille sfere diverse che però fanno parte di un’unica, singola persona.
L’amore, quello lo si riconosce subito. Ma è un amore di quelli che difficilmente si trova nei film. Questo amore qui, lo si ritroverebbe alle 3 del mattino, in un bar di periferia con la saracinesca mezza abbassata, con i dipendenti che puliscono e alzano le sedie sui tavoli ed in fondo alla sala, solo loro due tra una birra e un non possiamo stare insieme, e un po’ si scannano e un po’ non si lasciano.
E la notte la luce non si spegne se si pensa a quei barconi carichi della nostra vergogna, della nostra piccolezza di esseri umani, della nostra miserabile finitezza.
Non si dovrebbe spegnere la luce, poi, sul fallimento della nostra generazione, lo sfruttamento e l’impossibilità di uscirne.
La notte non spengo la luce: messaggi come proiettili
La scrittura di Gennaro Esposito – o di Diego Math? – è diretta, senza fronzoli poetici. Non si perde negli aulici meandri dei sentimentalismi spiccioli. Ha piedi ben piantati per terra, lo si legge bene questo. Arriva dritto al punto, vuole sparare e non rischiare di andare a vuoto. Sa dove deve colpire, e non corre il rischio di essere frainteso. Nessun velo a coprire significati, nessuna metafora incomprensibile. Nelle poche pagine di La notte non spengo la luce, Gennaro vi regala quello che ha, quello che conosce, quello che ha sentito nelle quattro mura di un’anima che è la sua e sua soltanto.
E’ troppo? Troppo poco? E’ quanto ha. E non si nasconde. La luce non la spegne.
Ah, se il mondo potesse seguirne l’esempio.
Roberta Magliocca