Tratto dal romanzo che Anthony Burgess scrisse nel 1962, diventato un cult con la trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick del 1971, Arancia Meccanica è noto per essere avanti coi tempi e per la violenza attraverso la quale cerca di scuotere le coscienze
Nello spettacolo, della durata di un’ora e trentacinque, Gabriele Russo resta fedele alla volontà del testo originale di Burgess creando un meccanismo perfetto attraverso immagini, scene (curate da Roberto Crea) e musiche (curate da Marco Castoldi, in arte Morgan).
Violenza cosciente di sé
Alex, capo di una banda di “Drughi” ripete ogni sera, sui marciapiedi dei sobborghi, inconcepibili giochi di violenza.
Arancia meccanica si presenta come il manifesto della scelta tra una violenza consapevole o un mondo programmato per essere buono e inoffensivo. Lo stesso Burgess afferma che il suo personaggio è sì, malvagio oltre i limiti, ma perfettamente lucido e consapevole di questa sua cattiveria.
Giuseppe Russo, in arte Gabriele Russo, nasce a Napoli il 25/03/1979 e si diploma all’Accademia d’arte drammatica del Teatro Bellini nel 2002. Debutta come attore in teatro nello spettacolo “Chorpus Christi” di Terence McNally, mentre nel 2007 debutta come regista con “Gli innamorati” di Goldoni, riscuotendo un tale successo da essere replicato per i successivi
tre anni. È del 2013 il suo “Arancia Meccanica”‘ ripreso in tournée per tre stagioni
consecutive. Tra i lavori in cantiere per il 2016, la regia de “Il giocatore” di Dostoevskji, riscritto e adattato al teatro da Vitaliano Trevisan.
Maria Rosaria Corsino