Primo Maggio
Confucio diceva «scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la vita».
Una verità certamente provata ma… siamo sicuri di non desiderare neppure un “day-off”? Perché, ammettiamolo, una gita fuori porta, una romantica serata sul divano a sorseggiare thè caldo e a sgranocchiare biscotti al cioccolato non dispiace affatto.
E quale occasione migliore se non il fatidico Primo Maggio?
La Festa del Lavoro, nata in ricordo delle battaglie operaie che rivendicavano i sacrosanti diritti inalienabili che contraddistinguono la società attuale, esorta al movimento, è come una parola magica che apre le porte alla serenità. Zaino in spalla dunque, si parte!
I dati raccolti da Coldiretti un anno fa riferiscono una situazione italiana, per certi aspetti, rassicurante: un italiano su quattro ha scelto di trascorrere la Festa del Lavoro all’aria aperta, facendo una passeggiata, un picnic al sacco oppure recandosi presso un agriturismo. Dati che hanno fatto ben sperare e che proiettano il nostro Paese verso lo sviluppo e il potenziamento del turismo verde, sostenibile ed ecologico. La scelta stessa della gita in agriturismo (secondo Terranostra l’anno scorso sono stati superati oltre un milione di pasti) rilancia il settore agroalimentare, quello più genuino delle zone rurali o comunque delle periferie urbane, portando alla piacevole (ri)scoperta di borghi dall’interesse storico-culturale notevole, senza tener conto del totale isolamento dallo stress cittadino. È principalmente quest’ultimo, infatti, ad influenzare, ormai sempre di più, la maggior parte dei salariati italiani: stress da lavoro, l’ufficio che diventa una prigione, la cravatta che sembra soffocare ed i piedi che chiedono una tregua dai tacchi. Lo stress diventa il “capro espiatorio” dei nostri problemi, delle nostre preoccupazioni più celate e l’unico modo per evadere è rifugiarsi nella propria intimità, ritagliandosi un momento per sé. È questo che spinge le donne a preferire un bagno caldo piuttosto che una doccia fugace ed è lo stesso motivo che porta gli uomini a curare la barba, impiegando ore di fronte allo specchio, apportando accorgimenti che, d’altronde, sembrano quasi impercettibili ad un occhio non bene allenato. Colpevole, con un giusto movente, anche il Primo Maggio. E che non si dica che sia un giorno esattamente uguale agli altri. La concomitanza con l’inizio del mese e la coincidenza, alle volte, con un weekend prolungato, aumenta il desiderio di evasione, anticipando, di gran lunga, l’agognata estate. Troppo presto per pensare a costumi nuovi e locations mozzafiato ma appena in tempo per godere un po’ delle meraviglie che ci aspettano dietro l’angolo. La Festa del Lavoro si è trasformata, specie in Italia, in un’occasione di aggregazione sociale che, solo in parte, ricorda l’intento originario. Sempre più eventi gravitano attorno a questa data simbolica e si protraggono nei giorni, mutando in sagre dal sapore nostrano, come, per esempio, la Sagra della Fiorentina a Portico (FO), quella del Cinghiale a Bagno a Ripoli (FI) ed ancora la Sagra della Ricotta e del Formaggio a Bagnoli Irpino (AV).
Approfittando dell’iniziativa #domenichealmuseo, il Bel Paese offre mete turistiche pronte a soddisfare qualsiasi italiano: dalle aree naturali dell’altopiano del Carso, alle gite in camper nel territorio del Lago di Garda, dalle colorate città di Burano, Murano e Torcello, nell’isolotto veneto, passando in pellegrinaggio ad Assisi e la sua Basilica, piena di affreschi stupendi realizzati da grandi artisti come Giotto, Cimabue e Simone Martini. Questo “assaggio d’estate” continua attraverso la suggestiva città di Urbino con annesso Palazzo Ducale, sede di una delle migliori gallerie d’Italia, fino ad arrivare alla ricchezza culturale, artistica e paesaggistica del Sud; perdendosi tra gli innumerevoli musei napoletani, i tesori di Pompei e il mare salentino che lascia in bocca un sapore agrodolce.
Tra grigliate, scampagnate e falò in riva al mare, buona parte dei giovani trova il tempo per recarsi all’ormai tradizionale concerto a Roma, in Piazza San Giovanni. L’evento coinvolge, anno dopo anno, un numero esponenziale di artisti e spettatori e rappresenta l’unica grande manifestazione unitaria che soppianta il momento politico da cui trae ispirazione la Celebrazione ma alla quale, paradossalmente, fa capo. Nel lontano 1903 Ettore Ciccotti colse al meglio lo spirito con il quale i giovani si apprestano a partecipare in maniera attiva al Concertone di tradizione capitolina: «Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l’interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de’sensi; e un’accolta di gente chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell’avvenire, naturalmente è portata a quell’esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa».
Nell’esortazione ad uscire, a godere di ogni tipo di panorama, a realizzare ciò che si appunta sui post-it che vengono affissi al frigo, la redazione de L’interessante augura a tutti gli “interessati” e non una felice Festa del Lavoro e, continuando il gioco di parole, un generale ottimismo derivante da uno slogan coniato in Australia, nel 1855, che recitava: “otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire”.
Carmen Giaquinto