un bacio
È stato un regalo, un lungo tracciato di scambio, quello che lo scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo ha riservato alla città di Capua pochi giorni fa. Martedì 3 Maggio, il talento di origine napoletana ha incontrato gli studenti del liceo Pizzi, culminando la giornata con la proiezione del suo ultimo film al teatro Ricciardi. Un’opportunità di reciproca condivisione che ha travolto anche l’entusiasmo di RAIN Associazione LGBT*casertana. In vista del primo Campania Pride, le cui adesioni possono essere effettuate cliccando su: www.campaniapride.it, l’incontro con il registra ha rappresentato uno stimolo, senza incertezze, a proseguire la strada di sensibilizzazione sul tema dell’omosessualità.
Un bacio, si chiama così la nuova pellicola di Cotroneo
Un parto quasi d’obbligo, se si considera il grande successo dell’omonimo libro, pubblicato sei anni fa da Bompiani, che ancora oggi si aggira con consenso fra i banchi di molte scuole d’Itala. Sullo schermo come tra le pagine, è una storia diretta e senza peli sulla lingua, delicata e al netto di ogni banalità. È un viaggio nelle pieghe dell’adolescenza, le prime volte, le facce tridimensionali del bullismo e il pregiudizio. È un percorso che sa di dover camminare lentamente dentro l’anima di chi lo sceglie, senza forzare la mano. La sceneggiatura, realizzata con la collaborazione di Monica Rametta, è uno specchio sui modelli e gli schemi che impediscono a tutti, ma soprattutto ai ragazzi, di essere persone felici.
La trama, in breve
Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama. E tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. La loro nuova amicizia li aiuta a resistere, fino a quando le meccaniche dell’attrazione e la paura del giudizio altrui non li colgono impreparati.
Al termine della proiezione nel teatro capuano, si è sviluppato, in maniera del tutto spontanea, un dibattito sull’omofobia e sul ruolo di responsabilità che, dopo la famiglia, riveste la scuola nella prevenzione dei fenomeni di violenza. A concludere il confronto diretto è stato Bernardo Diana, tesoriere dell’associazione RAIN. Dopo aver mostrato il punto in comune del dialogo con gli studenti degli istituti superiori, ha consegnato al regista la tessera onoraria che lo ha incoronato a socio della LGBT*casertana.
Quello nella città di Capua, per Cotroneo, è un ritorno d’affezione:
c’era stato nel 2010, quando sulle poltrone del rinomato Palazzo Lanza, aveva risposto alle domande della giornalista Marilena Lucente, ripercorrendo non solo i tratti salienti dello stesso libro da cui nascerà la trasposizione cinematografica, ma anche il ruolo centrale dei genitori nella crescita di un adolescente e l’importanza della consapevolezza di sé. Quando gli avevano chiesto cosa fosse peggio fra il saper riconoscere i propri sentimenti e il non avere percezione di ciò che si è, Cotroneo aveva risposto senza indugio: “Essere in uno stato confusionale rispetto a sé stessi, aver paura di affrontare i propri desideri, credo sia devastante.” Le sue sono spesso storie di formazione, racconti che guardano all’età in cui si percepisce la voglia di distinguere quello che si vuole fare da ciò che si preferisce evitare, o quello che si vuole essere e non diventare.
“L’affermazione della propria identità è importante non solo per la ricerca di una felicità personale, ma anche per la costruzione di una società che funzioni un po’meglio”. – dichiarò, all’epoca Cotroneo.
Sia nel libro che nel film, l’identità omosessuale è affidata ad un personaggio, Lorenzo, che sa esattamente chi è e qual è il confine dei suoi desideri. Fidanzato con Antonio, risolve la curiosità delle amiche, le quali ricercano urgentemente una risposta all’amore di un uomo per un altro uomo, con un semplice e naturale non lo so. Perché quando uno è così, è così è basta.
Farsi parlare, lasciarsi raggiungere dall’ efficacia della denuncia, oggi più che mai ,è difficile. In una realtà in cui tutti dicono la propria ma pochi ascoltano quella degli altri, in un posto in cui tutti ti invitano ad essere te stesso ma quando lo diventi c’è sempre qualcuno pronto a giudicarti.
Quando, però, si riesce a guardare in faccia il proprio desiderio, a riconoscerlo, è tutto più affrontabile.
È come un bacio. Un bacio che non sapevi di volere e che quando arriva ti riempie, un bacio che ti trascina nel posto in cui avresti voluto sempre essere, dentro te stesso, incastrato con le tue volontà.
Michela Salzillo