Elezioni
Elezioni 2016: una riflessione sulle quote rosa
Ogni tanto, riflettendo su quanto si sente o si legge, sorgono spontanee delle domande (per dirla alla Marzullo) alle quali non sempre si riesce a dare risposte altrettanto spontanee e razionali. Altre volte , invece, la risposta è talmente ovvia e banale per cui si rimane interdetti un attimo e, sempre spontaneamente, sorge un’altra domanda: “Sono io che non riesco a capire, o sono gli altri un po’ corti di “comprendonio”, oppure, peggio ancora, sono demagogicamente in mala fede?”.
Dovendo tra un po’ andare a votare per le elezioni amministrative, ho scoperto che , nel seggio elettorale, riceverò due schede: una di colore blu, per eleggere il consigliere di sesso maschile ed una scheda, di colore rosa, per la elezione di un consigliere di sesso femminile. Questo perché nelle liste elettorali, per legge, la metà dei candidati deve essere una donna ( le famose “quote rosa”). Per le “pari opportunità”, dicono, per eliminare le sperequazioni tra i due sessi.
Sono rimasto , a dir poco, interdetto. Penso, al contrario, che ciò non fa altro che rimarcare e sottolineare vieppiù il concetto maschilista che la donna è un essere inferiore per la quale, essendo essa incapace di competere ad armi pari con gli uomini, deve essere prevista una corsia preferenziale. Come – giustamente – succede per i “diversamente abili”.
Credo che io debba votare per una “PERSONA”, che sia in grado di rappresentarmi degnamente nelle sedi istituzionali e che abbia tutti i requisiti necessari per svolgere il ruolo per cui si candidata.
E se questo porterà ad avere un consiglio comunale, provinciale, regionale e tutto il parlamento composti da soli uomini, o da sole donne non avrà nessuna importanza. Altrimenti faccio una proposta: mettiamo le “quote rosa” in tutti i concorsi pubblici: notarile, magistratura, scuola ecc.).
Rendiamoci conto che solamente quando non si parlerà più di parità dei sessi, quote rosa, maschilismo e femminismo, ecc., ci sarà effettiva uguaglianza, e solo quando considereremo le donne semplicemente “ESSERI” appartenenti al genere umano, esse avranno ottenuto la vera parità.
Mi si consenta , infine, un’ultima riflessione: sto scrivendo non con la penna d’oca, né con la biro, e nemmeno con la ormai obsoleta “OLIVETTI n. 32”, ma su un modernissimo PC col quale invierò, in tempo reale, queste poche righe, eppure il fatto che , nel 2016, si debba parlare ancora di queste cose significa che, nonostante il vertiginoso progredire della tecnologia, l’UOMO (leggi: genere umano) è rimasto ancora all’età della pietra.
Mimmo Magliocca