Scarabeo di Onice blu
I libri sono ancora un posto di apertura verso sé stessi, il mondo e le sue forme. Una dimensione di riflessione e curiosità, anche in quelle città dove tutto sembra da rifare.
È il caso dello scarabeo di onice blu, il giallo-poliziesco di Ciro Tammaro che Sabato scorso si è confermato un successo contemporaneo di degna approvazione.
A presentarlo è stata l’associazione culturale Urbe Marcianise, una voce regionale a ramificazione nazionale, composta da giovani rappresentanti del territorio. L’incontro, che ha tagliato il traguardo alla terza tappa della rassegna letteraria aperitivo con l’autore, si è svolto nell’elegante location del Cafeina Euat Restaurant.
“Bisogna valorizzare il territorio, indirizzare lo sguardo verso ciò che permetta una visione positivistica delle cose, un atteggiamento necessario che solo attraverso la cultura può riacquistare dignità.” È con questo concetto di sentita apertura verso il possibile che il presidente dell’Urbe Marcianise, Antonio Negro, ha dato il via al confronto diretto con l’avvincente storia di Tammaro.
In piena collisione con il messaggio di speranza, rintracciabile chiaramente e senza equivoci tra le pagine dello scarabeo di onice blu, l’intervento preludio della scrittrice Maura Messina si è rivelato un ottimo antipasto di confronto.
È intervenuta, intrecciando la sua storia di sfida con quella originale di Tammaro, l’autrice di Diario di una Kemionauta, un attestato di forza, coraggio e creatività salvifica che passa dalla malattia alla chemio con la leggerezza di una sofferenza consapevole e auto ironica.
Lo scarabeo di onice blu: la trama
Le indagini del commissario Olivares rappresentano il fulcro da cui nasce e confluisce la vicenda.
Sulla superstrada che da Nola conduce a Villa Literno, a metà tra le province di Napoli e Caserta, una coppia di turisti americani viene barbaramente assassinata e poi derubata di un prezioso gioiello di onice blu, raffigurante un piccolo scarabeo.
Il giorno dopo una misteriosa donna, Patrizia Ucciero, percorre la stessa strada ignara che il destino in qualche modo ha intrecciato la sua vita a quella dei turisti uccisi.
Viene incaricato delle indagini il commissario Corrado Olivares del commissariato di polizia di Aversa. Egli è convinto che siano coinvolti nel delitto gli immigrati di un campo profughi che sorge alla periferia di Villa Literno, nelle vicinanze del luogo in cui è stato commesso il delitto.
Un losco individuo, Gaetano Ciotola, affiliato al clan camorristico della famiglia Perfetto di Marcianise, si mette alla ricerca ossessiva del gioiello che esercita sulla sua mente una strana ed inspiegabile attrazione.
Dopo numerosi colpi di scena, forze sovrannaturali guideranno il commissario Olivares alla soluzione dell’enigma.
Il romanzo, che potrebbe sembrare un’ ennesima trovata commerciale, uno squarcio nella cronaca per ricavarne successo, ha poco da invidiare alle visioni speculative sul genere. È un’esigenza di denuncia quella di Tammaro che nasce da un’opinione discordante rispetto a certe dinamiche di contenuto e stile.
Al Gomorra di Saviano dice di dovere tutto è niente: è l’inferno di quei luoghi, il punto di vista di un dramma senza via d’uscita che lo spingono a tessere la trama di una storia diversa, una narrazione all’insegna del riscatto.
“Scrivo saggi da anni, avrei potuto affidare il mio parere sulla questione ad un linguaggio freddo e didascalico, ma ho scelto il romanzo perché arrivasse a più persone possibili. Volevo che libro fosse vicino al lettore, alla sua coscienza”. – ha detto Tammaro all’avvocato Alessio Bonetto, moderatore dell’evento-
Non ha mai condiviso la rilevanza mediatica che viene concessa agli aspetti negativi.
“Credo che se ognuno di noi si rimboccasse le maniche, potremmo uscire vittoriosi da tutta una serie di problemi”.
In totale coerenza con la convinzione che il destino sia qualcosa di concretamente gestibile dall’uomo, attraverso la sua volontà, tutti i personaggi di Tammaro sottintendono un messaggio positivo. Anche il primo antagonista di Olivares, il mafioso senza scrupoli, agisce secondo un codice morale che, a tratti, pende dalla parte della dignità. Un’ ottica, quella analizzata in questo romanzo, che forse non siamo più abituati a considerare. Si fa presto a chiamare informazione un gossip o a definire fatto un dettaglio privato che garantisca audience. Viaggiando in questa direzione, abbiamo domandato a Tammaro, siamo realmente pronti a guardare il bicchiere mezzo pieno?
Non me lo sono chiesto!, ha detto, so solo che ho bisogno di scrivere e amo farlo in questo modo.
Lo scarabeo di onice blu, ad oggi, potrebbe diventare una serie televisiva. È stato, infatti, presentato sia alla Rai che alla Mediaset un progetto per la realizzazione di una serie TV dal titolo le ‘Indagini del commissario Olivares – Il romanzo giallo-poliziesco della Terra dei Fuochi’ e lo ‘Scarabeo di onice blu’ . Inoltre, è un progetto cinematografico allo studio di un paio di registi.
Michela Salzillo