Unioni civili
Unioni Civili, l’Italia ha detto si. E se abbiamo già affrontato il problema di questa legge come se fosse un contentino (leggi qui), altra cosa è la questione cupolone.
Gli italiani sanno con cosa devono scontrarsi ogni qualvolta viene sventolata una bandiera arcobaleno. E se l’Irlanda ha detto sì circa un anno fa e l’Italia – dal punto legislativo – sta muovendo i suoi primi passi, il Vaticano continua, imperterrito a dire NO. Nessuna meraviglia, no. Rassegnati mai, ma alla chiusura ermetica della Chiesa siamo tutti abituati. Ma questa volta, forse, il limite lo si è superato. Perché le parole dell’arcivescovo teologo Bruno Forte, scelto da Francesco come segretario speciale dei due Sinodi sulla famiglia, tra le voci più aperte della Chiesa italiana, che ha definito questa legge “una sconfitta per tutti”, hanno valicato quella linea – seppur sottile – tra il diritto lecito di dire la propria opinione e la mancanza di rispetto che si ha quando si perde un’ottima occasione per tacere.
Nessuno si aspetta un’apertura mentale della Chiesa così ampia da permettere agli omosessuali di poter affermare il loro sì davanti a Dio. Nemmeno gli omosessuali lo pretendono, dimostrando un rispetto nei confronti della Chiesa, lo stesso rispetto che quest’ultima nega loro.
Ma “sconfitta per tutti” è ben altra cosa.
Una sconfitta per tutti sono state le Crociate, le guerre indette e benedette dal papato contro i musulmani.
Una sconfitta per tutti sono tutte quelle guerre combattute in nome di Dio.
Una sconfitta per tutti è chiedere i soldi a due persone che vanno a sposarsi in chiesa.
Una sconfitta per tutti è l’infanzia rubata ai bambini dall’abuso dei preti nascosti dalla protezione della Santa Sede.
Una sconfitta per tutti è un Papa che entra in carcere per perdonare chi stava per ucciderlo.
Una sconfitta per tutti è leggere sul sito Pontifex.com: “Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?”.
Una sconfitta per tutti è una porta chiusa in faccia ad un divorziato.
Una sconfitta per tutti è la mancanza di compassione e di umanità nei confronti di quelle donne lasciate sole nella decisione più sofferta e difficile della loro vita, sentendosi finanche chiamare assassine.
Una sconfitta per tutti è un prete che va a prostitute.
Una sconfitta per tutti è professare un amore dall’altare che di amore non ha proprio nulla. Perché non esistono amori soggetti a condizioni. Perché non si può accettare un amore solo se eterosessuale e benedetto da un prete.
L’amore è uno, onesto e libero.
E se è vero che Dio c’è e che è da lui che parte l’amore, beh, si vergognerebbe della sua stessa casa e di chi la abita.
Roberta Magliocca