“Sfatiamo il mito secondo il quale le modelle sono stupide. Sono ragazze intraprendenti e indipendenti, imprenditrici di loro stesse. Ma sfatiamo anche il mito della moda che afferma che le modelle sono belle”.
Così, qualche mese fa, durante la trasmissione del simpaticissimo Pif, Il Testimone – in onda su MTV – si esprimeva un manager di moda, che questo mondo lo conosce bene. La Francia sembra essersene accorta prima degli altri. Oliver Véran, infatti, deputato della maggioranza socialista, ha promosso una battaglia contro il messaggio che la moda di tutto il mondo, soprattutto quella che sfila in passerella, manda a chi, dall’altra parte dei riflettori, sta a guardare e, troppo spesso, ad imitare. Accanto a Véran, scende in campo anche il Ministro della Salute francese Marisol Touraine. E se da un lato il messaggio “Tondo è bello” può essere soggettivo, il disperato appello “Anoressia è malattia” non solo è scientificamente obiettivo, ma deve essere necessariamente condiviso ed urlato.
La moda, da sempre, ci dice che se vogliamo essere accettati dal lato bello del mondo, dobbiamo seguire canoni, colori e taglie ben precisi, altrimenti si è out. Ed i colori possiamo farceli anche piacere, ma le taglie? Indipendentemente dalla bellezza, siamo sicuri che una taglia 38 – di un corpo di circa 180 cm di altezza – sia il giusto messaggio da mandare a ragazzine adolescenti che cercano solo di essere accettate?
Per un attimo smetto i panni della giornalista e vesto i panni – larghi, larghissimi – di una donna che da sempre ha dovuto fare i conti con i suoi chili di troppo. Entrare nei negozi e non trovare la propria taglia significa solo una cosa: la moda a te non ha pensato, la moda non sa che esisti, la moda quelle come te non le accetta. E te ne fai una ragione, inizi a credere che se sei oversize la colpa è tua.
Ma davvero è una colpa? Lungi da me essere io stessa autrice dell’ Elogio all’abbuffata, perché al pari dell’anoressia, l’obesità è una malattia. Ma dalla taglia 38 alla taglia 56 c’è una via di mezzo che si chiama normalità, c’è un corpo che dice “Sono al mondo, ho il diritto di esserci, tu – moda – hai il diritto di vestirmi e di accettarmi”.
Da tempo vediamo donne in oriente indossare il burqua pensando che subiscano un’ingiustizia inaccettabile, come una catena fatta di stoffa. Ecco, la taglia 38 in passerella è il burqua dell’occidente.
di Roberta Magliocca