Cerco storie a lieto fine
Domenica mattina. Piedi scalzi. Panni sporchi. Pensieri storti. FM 106.8. Non trovo le chiavi della macchina. Cerco nella borsa. Ci trovo un po’ di tutto. L’abbonamento del treno. Un accendino. Un ricordo sporco di lucidalabbra. Cerco nel primo cassetto della scrivania dove finisce il superfluo; ci sono le tue mani che promettevano ciò che non potevano. Le chiavi no, non ci sono. Cerco nei piedi delle persone che non sanno dove vanno, eppure vanno. In un teatro che da troppo tempo ormai mi vede comprare un unico biglietto. Cerco negli anni passati. In ciò che ho scritto. Cerco nei racconti di due sorelle, ora mogli e madri, un tempo figlie spericolate. Cerco nello sguardo assente di una signora con tanti compleanni da ricordare e troppi gatti a sottolinearle solitudini e dispiaceri. Cerco in un sorriso nostalgico ad un funerale. In chi non la pensa come me. Cerco in chi la pensa come me ma per ragioni diverse dalle mie. Cerco nei panni da stirare. Nelle parole che ho ascoltato e a cui ho creduto. Nelle parole opposte a cui non volevo credere, perchè vere. Cerco in quella canzone che odio ma che la mia bocca non smette di cantare. Più cerco e più perdo. E una domanda continua ad ossessionarmi. Dove diavolo avrò messo le chiavi della macchina? I Connels, intanto, cantano “Nothing to say ‘cause it’s already said” . Sorrido. Perchè la canzone mi piace. Perchè non c’è niente da dire. Perchè tutto è già stato detto. E cosa mai potrei dire? Hai messo “noi” in una scatola, un anello al dito e lo spazzolino accanto al suo.
Io che non ho mai capito cosa fosse realmente l’amore, non lo so tutt’ora, cercavo di scoprirlo insieme a te in giorni che non fossero mai uguali ai precedenti, in parole che non fossero quelle di banali soap opera. A me che non mi è mai importato nulla di fiori e sanvalentini, bastava avere qualcosa che fosse nostro e nostro soltanto. In quelle notti abbiamo scritto la nostra storia. Niente “C’era una volta…”; niente “…e vissero per sempre felici e contenti”. E’ una storia cominciata con passione e finita con altrettanta violenza. Ma è stata la nostra storia. Nascosta e vietata ai minori. Perchè il mondo non deve sapere di corpi che pulsano, di unghie che graffiano, di pelle che suda, di mani che incendiano. Allora continua a dare al mondo cavalli bianchi e parole sussurate alla luce del tramonto. E lascia a me la libertà di amare senza dire mai “Ti Amo”, di tenere accanto a me una persona lasciandola andare altrove, di renderla felice rendendo prima felice me stessa. Lasciaci chiusi dentro quella scatola. Tu hai il tuo amore adesso. Il tuo spazzolino accanto al suo. Io? Non ho nemmeno più le chiavi della macchina.
Roberta Magliocca