All’ombra dell’ultimo sole, tiro le somme di una giornata apparentemente uguale a quella precedente e a quelle precedenti ancora. Ma una giornata di mare non è mai uguale ad un’altra. La vita che passa tra gli scogli ad agosto profuma di salsedine e mi permette di vedere sorrisi all’onda, abbracci abbronzati, sogni costruiti con secchiello e paletta. Questa spiaggia è la mia vita, vi arrivo la mattina prestissimo dopo una nottata di lavoro in mare aperto e vi resto tutta la giornata. Perché il mare è più di un lavoro, è uno stile di vita, è un’energia talmente forte da farmi risultare difficile, quasi impossibile, pensare che possa esistere un mondo lontano da lui. D’inverno il mio mondo è silenzioso, dipinto con colori scuri, il mare è a volte arrabbiato e si agita. Ma ad agosto tutto cambia. Le spiagge sono prese d’assalto da bambini urlanti e festosi, studenti finalmente liberi da libri e interrogazioni, famiglie che si godono il riposo dopo un anno di sacrifici lavorativi. E sono quasi geloso del mio universo violato, ma poi…mi commuovo! I miei capelli, pochi e ormai bianchi, hanno così tanto assunto il colore delle tempeste che le onde, il sale e gli scogli non mi meravigliano più. Tutti loro invece, oh si!, loro guardano il mare come un dono, come se fosse concesso a pochi, ai privilegiati. E Dio solo sa se il mare è un dono! Lo è per chi, con mani piccole e inesperte, lo disegna con lo stesso colore del cielo, oltre i bordi del foglio, oltre i limiti dell’universo. E’ un dono per chi gli è nato vicino ed è stato costretto a lasciarlo, vivendo in perenne dolore il vuoto che solo lui sa lasciare. Il mare è un dono per chi lo vede per la prima volta e per chi lo può solo sognare. Il mare è la fuga per chi soffre, molto spesso diventandone, purtroppo, un’inesorabile condanna a morte. Eppure continua ad essere il posto che raccoglie le speranze e i sogni della gente.
Mare, nei capelli e nei pensieri
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