spettacolo
Non dimenticando il passato, ma proiettati verso il futuro. Un tuffo nella buona musica, immersi in un palco che ha caratterizzato generazioni di casertani e continua a dare sensazioni, quelle vere, genuine, emozioni forti che – come più volte ha ripetuto Fausto Mesolella – risvegli e rinsaldi quel senso di appartenenza alla città, alla propria terra, alle proprie radici.
Spettacolo riuscito ma la città non risponde come ci si aspettava
Ma la città, nonostante la grande riuscita dell’iniziativa promossa dai due anfitrioni Alfonso Tramontano Guerritore e Giancarlo Zaza d’Aulisio, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “Io sto con la Juvecaserta”, un modo per risvegliare gli animi assopiti della “gente” casertana, non risponde come dovrebbe, come ci si aspettava. Quella connotazione di borghesismo è un’etichetta che viene fuori, riemerge nei momenti importanti, che dovrebbero travalicare quel sottile confine dal sentimento alla freddezza, dall’apparire all’essere e tuffarsi in un bagno di genuinità di passione mista al coinvolgimento per “un’iniziativa che ha fatto parlare l’Italia intera – ha detto Alfonso Tramontano.
Lo spettacolo, atto conclusivo di quel rigurgito di passione che aveva il compito di risvegliare l’entusiasmo, soprattutto materiale ed economico (perché senza soldi non ….ecc.), intorno alla società di basket a rischio scomparsa, fiore all’occhiello, forse, ma senza forse, emblema della città produttiva, etichetta della notorietà cittadina quanto la reggia, monumento voluto dai Borboni che forse … l’attuale cittadinanza non merita.
Mesolella, Lopez e Nava infiammano il San Marco
Ma Fausto Mesolella, casertano doc, ha fatto vibrare le corde della chitarra e delle sensazioni , uno dei maggiori interpreti dell’arpeggio come afferma Red Ronnie, ama ripetere Giancarlo Zaza, ha “messo insieme” e retto quasi l’intero spettacolo. Massimo Lopez ha acceso la platea e sottolineato l’interazione tra sport, musica e cultura e Mariella Nava si è esibita con acuti per palati fini. Si sono esibiti anche Ferruccio Spinetti, che ha incastrato la presenza casertana tra un concerto e l’altro, Raiz, Alessio Bonomo, Francesco Oliviero, i The Borbones che hanno offerto il loro contributo alla riuscita della serata artistica.
Ricordi del “miracolo” e presentazione della squadra
Ma il filo conduttore è la palla a spicchi, un canestro dove far finire la corsa ad un pallone per dire sono il più bravo. Emblema di una città, testimoniata da una scultura posizionata in strada. Così hanno iniziato Enzo Esposito, Nando Gentile e lo stesso Sandro Dell’Agnello. Le immagini di una Juvecaserta che fu, proiettate sul grande schermo. La faccia del mito Oscar che ha fatto riecheggiare il nome della città in tutto il mondo alle Olimpiadi di Rio, proprio per la militanza sportiva del campione carioca. Emozione per signori e signore con qualche capello bianco, speranza e convinzione “si può fare” per i più giovani. Sul palco un pezzo della storia cestistica, Giancarlo Sarti “piombato” da Milano per l’occasione e che quando si tratta di Juvecaserta sente riecheggiare la voce del cavaliere che lo chiama. Una targa ricordo e un’altra preparata per Gianfranco Maggiò, ritirata dall’inesauribile e mente storica e discreta Carlo Giannoni e Lello Iavazzi, a testimonianza della continuità, ritirata dalla moglie. Assenze giustificate.
Ancora una volta Alfonso Tramontano e Giancarlo Zaza, instancabili, un po’ sudati per la riuscita della manifestazione. “Peccato per qualche mancanza – sottolinea Giancarlo – ma era la prima volta. Se dovessimo ripetere l’esperienza, e lo faremo, limeremo “gli angoli”.
La squadra che si accinge ad affrontare la stagione. Il nuovo. il coach Dell’Agnello, con i vice, tutto lo staff, Gino Guastaferro, gli addetti e i protagonisti capitanati da Marco Giuri, con il casertano Cefarelli visibilmente emozionato. Tutti sul palco, autografi, selfie per rimarcare “io c’ero”, atleti di oggi, oggi qui grazie a quel campetto della palestra della scuola del liceo classico di Caserta e per la passione, quella si vera, e quasi per gioco, di alcuni innamorati dello sport nella sua accezione più ampia.
Impresa per curare la propria “febbre”, per lasciare qualcosa di “folle” alla cittadinanza. Continuata con altrettanto ardore ma intriso di menagerialità, imprenditorialità, ma anche cuore e follia, quella sana. Per realizzare “quel miracolo a Caserta” irripetibile nella sua connotazione da tramandare alla gente.
…… Gente, magnifica gente …… ma sta gente addò sta.