Emanuela Orlandi
Di Roberta Magliocca
Trentatrè. L’ann ‘e Cristo, risponderebbe mia nonna davanti alle cartelle della tombola sotto le luci intermittenti di un albero di Natale. Ma Natale non è, e quel numero niente ha a che fare con Cristo. Non è Natale e Cristo, nella vicenda di Emanuela Orlandi, scomparsa appunto 33 anni fa, non è mai entrato. Pur volendolo cercare, pur invocandolo, pur chiedendogli un segno, un indizio, lui non c’è. Non c’è Paradiso, nè inferno, non c’è guerra, nè pace, Emanuela non è viva, nè morta.
Questo è il dramma delle sparizioni. Perchè al costante dolore, si aggiunge l’angoscia e la speranza. Ma facciamo un passo alla volta.
Emanuela Orlandi: giovane per sempre
All’età di 15 anni, Emanuela, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparisce dopo la sua settimanale lezione di musica. Denunciata la scomparsa, inizialmente si pensa ad una fuga volontaria, una bravata. Ben presto si capirà, invece, che la vicenda è ben più complicata di così e che non solo non si tratta di una bravata, ma che intorno alla sua scomparsa c’è un mistero che coinvolge i servizi segreti di diversi paesi, la banda della Magliana, gente di malaffare, giudici. Tutto questo all’ombra del cupolone. Emanuela non è ancora stata ritrovata e, molto probabilmente, nessuno la troverà mai. Il mistero non è ancora stato risolto e, molto probabilmente, nessuno lo risolverà mai.
La verità sta in cielo: Roberto Faenza cerca di ricostruirne la vicenda
Il 6 Ottobre scorso, nelle sale cinematografiche italiane, è uscito “La verità sta in cielo” film-inchiesta di Roberto Faenza sulla sparizione della giovane ragazza. Il film, in un continuo salto temporale tra il 1983 e il 2015, intreccia testimonianze, processi, inchieste come in una staffetta di luci e ombre, segreti e chiarezza. E di chiaro sembra non ci sia proprio nulla. Eppure si scava in un unico terreno fatto di sacro e profano, di chiesa e malavita, di quanto dovrebbe essere più opposto e invece si attrae fino a diventare un solo corpo.
Famiglia Cristiana attacca duramente il film
Nessuno scoop, anzi. Quanto ci si aspettava, tanto è successo. Famiglia Cristiana sostiene che, tra le varie piste aperte sulla scomparsa della ragazza, si è scelta quella della Chiesa per sparare – a detta loro – su un bersaglio preso di mira quotidianamente. Quasi come a voler trattare con saccenza e superbia la questione, Famiglia Cristiana parla di una banalità nell’intreccio di una trama che non sta in piedi perchè ogni accusa contro lo IOR e la Chiesa si è poi conclusa con un nulla di fatto. Solo chiacchiere, dunque, per il giornale in questione.
Ma se è vero che l’inchiesta è stata chiusa senza che le responsabilità di alcuno venissero accertate, se è vero che il dito puntato verso il Vaticano si è dovuto abbassare perchè nessuna prova è stata apportata, questa difesa della Chiesa e dello IOR – alla luce dei recenti scandali, appurati eccome, che li hanno coinvolti e travolti – forse risulta estrema a tal punto da far storcere il naso. E se è vero che Vatileaks e vicende annesse, nulla hanno a che fare con Emanuela Orlandi, certo servono a comprendere che il Vaticano non è quella tunica bianca scevra di macchie che Famiglia Cristiana difende a spada sguainata.
Tutto questo per dire che “La verità sta in cielo” non marcia a piedi pesanti sulla Chiesa tentando di schiacciare tutto ciò che vede. Tutt’altro. Tenta di far chiarezza. Chiarezza non per demonizzare la Chiesa, ma per farne uscire la parte sana che nel silenzio e nella chiusura non ha da guadagnare ma solo da perdere. Bisogna fare rumore, far saltare la corruzione e le mani sporche. In fondo, lo stesso Papa Francesco combatte in casa propria una guerra non certo facile, ma assolutamente necessaria per riacquistare credibilità.
Adriana Serrapica, la dolce Emanuela
In un’intervista timida e gentile, Adriana Serrapica – l’attrice che nel film interpreta Emanuela Orlandi – ci racconta di essere entrata in punta di piedi e con estremo rispetto in uno dei casi di cronaca che, come abbiamo visto, fa discutere. A volte anche troppo. Perchè in questo gioco di poteri e di scaricabarile di accuse, a volte si perde di vista quel viso: una ragazza è scomparsa, una famiglia è stata distrutta. Per le strade italiane c’è un fratello che cerca ancora la sua sorrellina, che ancora chiede giustizia, che vuole la verità. A costo di cercarla ovunque nel mondo. Anche in cielo.