cani
Di Luigi Sacchettino
Cari lettori interessati oggi vi porto nella calda Sicilia, dove ad aspettarci c’è Chiara Cortese- istruttore ed educatore cinofilo. Ci accoglie in terrazza, di fronte al mare, in compagnia del suo branco.
L’abbiamo raggiunta per capirne di più della convivenza di cani in branco, gestiti da un animale non umano- Chiara per l’appunto.
Siamo qui con Lei in presenza di alcuni suoi cani; come Le è nata l’ idea o il desiderio di condividere la sua vita con loro?
“Non è stato nulla di deciso in modo preventivo , mi ci sono trovata nel corso degli anni. Vivo in una parte della penisola dove purtroppo i cani randagi sono davvero tanti. Il tutto ebbe inizio nel 1996 quando mi offersi volontaria per allevare una cucciolata di 4 cani neonati trovati nel contenitore dell’immondizia, ai tempi convivevo con Freddy- un incrocio di breton- e Zara, una dobermann e mi ritrovai a quota 6 cani”.
- Quali sono state le maggiori difficoltà a cui é andata incontro nel gestire un gruppo di cani?
“All’inizio le difficoltà maggiori erano quelle legate alla pacifica convivenza con il vicinato che poco tollerava la nostra presenza , per preconcetti, scarsa conoscenza e anche per un disagio che i nuovi arrivati esprimevano quando mi allontanavo con abbai molto profondi. Solo successivamente ho scoperto essere ansia da abbandono; ma eravamo nel lontanissimo 1996”.
- A volte imponiamo la convivenza tra cani senza domandarci se veramente vogliono condividere il loro spazio, tempo e risorse con altri soggetti. Quali sono gli errori che assolutamente bisogna evitare per evitare conflitti o il degenerarsi di alcune situazioni?
“Non esiste una regola unica, di sicuro è importante avere ben presente che convivere, come nel mio caso, con un numero alto di cani che tengo a precisare non si sono scelti ma hanno saputo adattarsi ad una convivenza imposta- situazione che da tecnico noto nella stragrande maggioranza dei cani conviventi-, vuol dire vivere in una sistema dinamico in continuo mutamento e riorganizzazione . Bisogna stare attenti a cogliere i primi segni interni al gruppo di eventuali crisi e fare in modo che i conflitti siano tenuti sotto un livello di stress più basso possibile . Di sicuro quello che ho imparato è che quando avviene qualcosa che sfugge alla nostra idea di convivenza, più che pensare a forme punitive di controllo, è opportuno domandarsi il perché di certe espressioni , non fermarsi al comportamento ma risalire all’intenzione che ha fatto esprimere quel comportamento” .
- Effettivamente non sempre ci domandiamo il perché di alcuni comportamenti. Andiamo direttamente sulla gestione o sulla punizione, pensando sia la scelta più funzionale. Cosa ne pensa invece di alcuni luoghi comuni circa i cani aggressivi?
“I luoghi comuni purtroppo sono fonti del non sapere che forniscono risposte immediate e risolutive . Non credo esistano cani aggressivi di per sé , ma cani che esprimono un forte disagio attraverso un canale che è quello del comportamento aggressivo . Quando adottai Zara , la dobermann , per tutto il tempo della nostra magnifica convivenza ho incontrato numerose persone che mi raccomandavano di stare attenta alla sua improvvisa pazzia che sarebbe avvenuta- come luogo comune insegna- a 7 anni . Nei casi in cui si insinua un dubbio che non riusciamo a chiarire è sempre buona cosa ascoltare il parere di istruttore cinofilo e di un medico veterinario esperto in comportamento per la diagnosi” .
- E’ quindi possibile la convivenza pacifica e serena anche fra più cani non parenti?
“Dipende; dipende dalla volontà del cane di voler trascorrere i suoi anni in compagnia di altri cani anche non parenti , oppure desiderare di essere figlio unico. Questo aspetto lo curo molto con i miei clienti che mi informano di voler adottare un nuovo cane, chiedo loro di valutare anche il desiderio del cane di famiglia; è importate che ci sia il piacere di tutti nel vivere insieme. Nel mio caso direi che son stata particolarmente fortunata, vivo con 3 gruppi familiari tutti allevati da me , 8 cani senza fratelli e 8 gatti, i vari gruppi si sono presi cura a loro volta dei nuovi ingressi con l’accudimento che solo un cane può dare ad un altro cane nei suoi primi giorni di vita. Siamo un bel gruppo, anche noi con i nostri momenti di tensione , ma siamo un bel gruppo. Il gruppo dei cani Cortesi”.
Grazie mille alla collega per la sua disponibilità e per avermi fatto conoscere il suo gruppo.
Parlare di cani, con cani, con un tramonto palermitano che illumina le serate dicembrine, rende tutto più magico.
L’uomo non è un’isola. È portato ad appagare il suo bisogno sociale, e in questo i cani sono degli ottimi maestri.
Bisogna però evitare di tirare la corda. Non mi stancherò mai di dire che agire in prevenzione è più utile che risolvere un conflitto già innescato.