Desiderio
Di Michela Salzillo
Siamo quelli del fast, lo sappiamo! Lo abbiamo detto tante volte. La velocità con cui siamo abituati a digerire gli eventi è in grado di far sembrare antica anche una notizia di qualche ora, è vero. Ma è altrettanto vero che quando certe storie arrivano lontano, vuol dire che corrispondono a un bisogno, significa che è forte la necessità di farci contaminare da tutto quanto stiamo leggendo, ascoltando o condividendo. Sto parlando delle notizie belle, quelle che raccontano trame a lieto fine, quelle a cui neppure siamo più abituati. Pochi giorni fa parlavamo di spirito natalizio, questo stato d’animo d’occasione cosi discusso, che spesso sembra uno sconosciuto, sì, ma a volte può apparirci più familiare che mai. Ci vuole poco, può bastare anche una letterina, di quelle che se non appendi all’albero, vai a consegnare al primo Babbo Natale che incontri per strada. Chi non l’ha mai fatto almeno una volta nella vita? Ebbene, nessuno di noi è stato l’ultimo, ce lo ha confermato Carmen, una bambina di soli sei anni, che qualche giorno fa, in poche righe, ha espresso uno di quei desideri che nessun bambino dovrebbe neppure imparare a sperare.
Il desiderio di Carmen e quella letterina che ha fatto commuovere il web
Era Giovedì scorso quando, al centro commerciale Apollo, a Casapulla, un Babbo Natale d’eccezione ha ricevuto l’inusuale letterina di Carmen. Non capita tutti i giorni di vedersi richiedere un desiderio simile al suo, anzi, in un Paese come l’Italia dovrebbe considerarsi un rischio alquanto superato, e invece no. Carmen, per Natale, ha sognato un lavoro per il suo papà:
“ Caro Babbo Natale… Volevo dirti che questo anno mi sono comportata da brava bambina, ho ascoltato sempre la mamma e ha scuola ho avuto tutti 10. Per Natale vorrei che mio padre trovasse un lavoro, così sarebbe felice. “
I primi a rendere pubblica questa dolce missiva sono stati i componenti dello staff del centro commerciale che, attraverso la pagina Facebook, hanno chiesto l’ausilio dei lettori affinché si risalisse, mediante la condivisione del messaggio, all’ identità della bambina, così da poter poi provare a esaudire la sua richiesta. Le parole della piccola hanno emozionato talmente tanto l’opinione pubblica, che nel giro di un solo giorno è stata rintracciata addirittura la foto che ritraeva Carmen nell’atto di scrivere la letterina. Allo scatto, che opportunamente oscura il suo volto, è stato allegato anche questo messaggio di accorato ringraziamento:
“ Amici, grazie a tutti voi…e soprattutto grazie alla sensibilità dei ragazzi dell’animazione, siamo riusciti a trovare Carmen. Molte persone hanno messo in dubbio l’autenticità della letterina, ma come si dice in questi casi “Dio è grande” …abbiamo trovato la foto di Carmen mentre scrive di suo pugno la letterina. La pubblichiamo per mandare un piccolo messaggio: Impariamo dai bambini. impariamo a sognare e sperare…I bambini hanno qualcosa che forse noi grandi abbiamo dimenticato: “Credono ancora nella forza dei loro sogni… dei loro desideri”. Babbo Natale regalerà un sorriso a Carmen e, chissà, forse il suo desiderio è talmente pulito e autentico da regalare tanta felicità anche al suo papà.
Lo staff.”
Il desiderio di Carmen e quel dubbio sull’autenticità della sua richiesta
I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor.
È Proprio questa una delle verità che ci insegnano sin da bambini. Non esiste una cosa che sia più reale dei sogni, non è vero che assomigliano a un miraggio, basta non aver paura dell’abisso, quello che ti trascina a fondo, proprio lì, vicino al cuore. Li trovi così, fra un battito, un’emozione, un respiro profondo, e quando ti accorgi di esserne stato capace la felicità dura pure di più. Per conoscere un desiderio bisogna imparare a cercarlo, bisogna accettare l’incoscienza, quella capace di farti osare liberamente, senza far sembrare pretesa una semplice volontà. Certo, non è sempre facile: quelle che da piccoli sembrano discese, da adulti diventano scalate, e l’attitudine al sogno è senz’altro uno di quei ripidi sentieri che smettiamo di percorrere nell’esatto momento in cui impariamo a ritenerci troppo grandi per le favole, per Babbo Natale e le letterine. Forse è per questo che la diffidenza è sempre in agguato, è per quella condanna alla ragione, quasi sempre distorta, che neppure un’emozione sappiamo goderci appieno. A dimostrarlo è stato un messaggio, che seppure abbia rappresentato l’ unica nota stonata in mezzo a un’ orchestra di solidarietà, ha senz’altro rubato un briciolo di magia alla storia d’amore fra Carmen e il suo papà:
“Se la bambina ha 6 anni, dovrebbe frequentare la prima elementare da tre mesi. Non può ancora scrivere così bene in corsivo, con le H al punto giusto, con la punteggiatura perfetta e le maiuscole quando servono. Per me, che sono una insegnante, questa lettera è stata dettata a qualche adulto. Ciò non toglie che il messaggio è molto dolce e va preso in considerazione…”
Così scriverà in quei giorni una persona, (la cui identità terremo segreta per l’ovvio diritto alla privacy), manifestando un dubbio legittimo, probabilmente, ma dimostrando anche quanto sia difficile, per un adulto, pensare senza malizia o preconcetto; dare spazio al cuore, quella parte di noi in cui sono chiusi i desideri più coraggiosi. Per fortuna, però, l’infanzia non cresce mai, sa reinventarsi sempre, sa riciclarsi e non disilludersi. Finché ci saranno bambini disposti a crederci, come Carmen, Babbo Natale esisterà, e sarà pronto a realizzare ogni desiderio espresso. Parola di elfo.