scuola
Di Maria Rosaria Corsino
“Un Paese che distrugge la scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere” diceva Italo Calvino.
La scuola di Giulia Blasi in “Siamo ancora tutti vivi”
E’ un argomento, quello dei tagli all’istruzione pubblica, che ha origine dalla notte dei tempi e che non va mai fuori moda.
L’istruzione italiana perde sempre più colpi.
Anche Giulia Blasi vuole affrontare il tema dei tagli alla scuola nel suo romanzo ‘Siamo ancora tutti vivi‘ senza ricorrere a polemiche o discorsi accusatori verso le autorità politiche, ma raccontando la storia di ragazzi che al loro futuro non intendono rinunciare.
La scuola la fanno i ragazzi
Le classi prima e seconda liceo di Villa Erminia rischiano di essere cancellate a causa della mancanza di iscritti e di conseguenza per la poca produttività, ma gli studenti della scuola non sono d’accordo e danno il via a uno dei movimenti studenteschi più noto: l’occupazione. Non una di quelle occupazioni perditempo (che tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita) ma una protesta seria con regole ben precise e una solida organizzazione. Chi non rispetta la legge è fuori!
Tanti sono i ragazzi che ne prendono parte, mossi da un sentimento di ribellione verso l’autorità e i genitori (nonostante l’occupazione sia approvata dalla preside e dai familiari degli alunni), ma i veri protagonisti sono Emilio, Erica, Stella, Greta , Enrico e Matteo. Emilio è un ragazzo tranquillo, mette la famiglia al primo posto e l’aiuta nella gestione della fattoria; non ha mai dimenticato Erica.
Erica da brutto anatroccolo si è trasformata con la pubertà in un cigno ed Emilio ritiene che sia questo il motivo per il quale lei lo abbia lasciato. Erica però ha altri grilli per la testa: la paura di perdere il suo patrigno Zeno, sua unica certezza.
Stella è una leader nata, una di quelle che quando parla nessuno, Enrico compreso (suo migliore amico da tempo), tollera.
Greta invece ama suonare la batteria, è l’orgoglio dei suoi genitori e quasi senza volerlo si trova seduta con quelli che l’occupazione la gestiscono.
Matteo è uno di quelli che ti gela solo con uno sguardo, è un mistero per chi gli sta intorno e ha un terribile segreto da celare.
I personaggi che la Blasi racconta non sono il ritratto (seppur erroneo ma molto quotato) di adolescenti perditempo e lagnosi, ma sono ragazzi che prendono in mano le redini del loro futuro senza abbassare la testa davanti ai ‘potenti’. Come si suol dire: “li volevano ignoranti, li avranno ribelli”.