Fratelli
Di Erica Caimi
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido” è la frase di Albert Einstein scelta per la prima pagina de “Mio fratello rincorre i dinosauri”, un libro che si legge tutto d’un fiato. Giacomo Mazzariol, l’autore, è un ragazzo giovanissimo nato nel 1997 a Castelfranco Veneto, dove vive con la sua famiglia. Nonostante la sua tenera età, le pagine sono dense di maturità, ragionamenti profondi sciolti nell’ironia, ma soprattutto pulsano dell’amore per il fratellino affetto dalla sindrome di down.
I fratelli Mazzariol e il video su YouTube
Per capire come si è arrivati alla pubblicazione del libro, bisogna fare un passo indietro e risalire a marzo 2015, quando Giacomo carica un corto su YouTube, The Simple Interview, girato insieme al fratellino Giovanni, in occasione della giornata mondiale sulla sindrome di Down. Nel video, si simula un colloquio di lavoro tra i due fratelli, durante il quale Giacomo sottopone Giovanni a una serie di domande, permettendoci di entrare nel suo universo e di capire che prima della disabilità, prima dei limiti imposti dalla sindrome di Down, viene la persona. Con la sua vita e le sue passioni, i suoi pregi e i suoi difetti, la sua ironia e la sua voglia di esistere su questo mondo. La sequenza di immagini ti ruba un sorriso. Il video ha avuto un successo virale imprevedibile, ottenendo più di 200.000 visualizzazioni e da qui nasce l’idea di scrivere un romanzo sulle loro vite, intitolato “Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più”.
La storia dei fratelli Jack & John nel libro “Mio fratello rincorre i dinosauri”
È Giacomo, il fratello maggiore, a tenere le redini della trama e ad accompagnarci nella sua vita. Si tratta, infatti, di una storia di vita familiare che evolve in un vero e proprio romanzo di formazione. Tutto inizia sulla piazzola di un parcheggio, quando papà Mazzariol ferma la macchina per comunicare a Giacomo, Chiara e Alice, le sue due sorelle, che presto avranno un fratellino. Giacomo, aveva soltanto cinque anni e non vedeva l’ora di avere un fratello con il quale poter fare giochi da maschio, finalmente, si dice, non sarà più in minoranza. Nello stesso parcheggio, settimane dopo, papà e mamma fanno un altro annuncio: quel fratellino sarà speciale. Per il piccolo Giacomo, quel misterioso “speciale” significa possedere dei poteri straordinari e comincia ad immaginarselo come un Supereroe. In fondo, anche Clark Kent era speciale.
Quando nasce Giovanni, nome, chiaramente, scelto da Giacomo, si capisce subito che è diverso dagli altri con quella sua testa così grande, quella lingua così lunga, quei piedini tanto strani. Più cresce e più le stranezze si moltiplicano, Giovanni è effettivamente diverso da tutti, ma non nel modo in cui Giacomo si aspettava e ciò attira la sua curiosità. La sua mente è presidiata da continue domande. Perché Giovanni fa così fatica a parlare? Perché deve fare continue visite mediche? Perché non potrà fare capriole per via del suo collo debole? Perché non potrà arrampicarsi sugli alberi, giocare a pallone, saltare sui letti? Perché non potrà fare la lotta con lui, il suo fratellone? Una cosa gli è chiara fin da subito: Giovanni ha una serie di difficoltà che non gli permettono di fare tutto quello che lui vorrebbe.
Intanto, cresce anche Giacomo e dalla scuola elementare passa alle medie. In classe, il ragazzo non rivela a nessuno di avere un fratello, lo tiene nascosto a tutti, persino ad Arianna, il primo amore nato sui banchi. Alla paura di essere deriso ed escluso dai coetanei, si contrappone il senso di colpa, perché nel profondo della sua immatura coscienza sente di non comportarsi come dovrebbe nei confronti del fratello. Giovanni, invece, è ignaro a tutti questi dilemmi interiori e sarà quel suo amore spontaneo, diretto e nascosto nei semplici gesti a far capire a Giacomo chi è davvero suo fratello e a costruire insieme a lui un rapporto alla pari, dopo il periodo irrequieto dell’adolescenza.
Ci sono tanti libri che ci parlano di disabilità. Alcuni scientifici, altri che ci spiegano le difficoltà vissute quotidianamente da queste persone e dai loro familiari, altri ancora che raccontano una vita buttandoci dentro i sentimenti. Questo libro è uno di questi ultimi. Con uno stile semplice sintetizza un rapporto difficile, con spontaneità ci racconta cosa significa amare attraverso esperienze complesse. Senza voler essere mieloso o eccessivamente costruito, Giacomo ci porta nella sua quotidianità e, giocando a carte scoperte, mette in tavola i propri limiti, le proprie paure legate al desiderio di sentirsi accettato dagli altri.
Quando ci si focalizza esclusivamente sui limiti, si tralascia un aspetto essenziale: il modo d’essere. Giovanni è indiscutibilmente un portatore di Down, ma è anche un ragazzo innamorato della vita, che esprime sé stesso con codice comunicativo non sempre comprensibile a tutti. Giovanni è vitalità, quando torna a casa allegro e annuncia di essersi sposato, quando balla in mezzo alla piazza al ritmo della musica di un artista di strada e trascina i passanti nella danza, quando ripete qualcosa in modo estenuante per rubarti un sorriso. Giovanni è ironia: “Giovanni che va a prendere il gelato”. “Cono o coppetta?”. “Cono!”. “Ma se il cono non lo mangi!”. “E allora?! Neanche la coppetta la mangio!”. Giovanni è amore incondizionato per la propria famiglia quando ogni giorno coglie un fiore per le sue sorelle e in inverno, se non ne trova, porta loro delle foglie secche. Giovanni vive nel suo universo popolato da passioni e preferenze, quella per i libri sui dinosauri, per la musica e per i suoi pupazzi tra cui l’inseparabile amico di pezza Rana la rana.
Questa lettura colpisce anche per il punto di vista dal quale viene affrontato il tema, poiché s’incentra sul rapporto tra fratelli, spesso trascurato nella bibliografia rispetto al rapporto genitori-figli. Grazie alla sincera onestà di Giacomo vengono alle luce le difficoltà e i timori di chi cresce accanto e insieme a un disabile, anche quando si è parte di una famiglia solida nella quale prevale il dialogo e il sostegno reciproco.
La scrittura di Giacomo, protagonista tanto quanto Giovanni, dimostra, l’importanza per un adolescente d’interrogarsi, di non smettere mai di porsi domande su sé stesso e sul mondo e di non fermarsi di fronte a preconcetti e realtà pre-confezionate. Ed è un messaggio essenziale da insegnare e imparare: con la morte della domanda, soccombe anche la conoscenza. Crescere poi significa provare a darsi delle riposte e nel farlo capita anche di sbagliare. Ma qualunque errore se analizzato e interiorizzato evolve in esperienza e si materializza in un cambiamento, che avviene effettivamente in Giacomo. Indispensabile nel libro, così come nella vita, è anche il ruolo dei genitori, come voci fuori campo che indirizzano il cammino dei figli verso la maturità seminando preziosi consigli, ma che mai si sostituiscono a loro nel percorso di evoluzione.
Quando si chiude libro si avverte la sensazione di aver conosciuto, seppur indirettamente, delle belle persone e ti rimane in bocca il piacevole gusto della lezione di vita impartita da mamma Katia a suo figlio: “Giacomo… – disse, con quella voce dolce e profonda al tempo stesso che mette su quando c’è della verità vera in quello che sta per dire, – nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. È talmente più grande di noi, la vita. È complessa, ed è misteriosa… – Mentre lo diceva aveva gli occhi che luccicavano: lei ha sempre questi occhi pieni di stelle quando parla della vita, anche oggi. – L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare, – disse. – Amare senza condizioni.”