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Napoli: piano antiguerriglia per la gara Real. Ma è solo una partita e la città non è predisposta per eventi del genere
Siamo alle solite. Piano antisommossa, avvisi alla popolazione – tifosi, schieramenti anti guerriglia. Ancora una volta la città chiude. Pioggia che già blocca da sola la città, traffico in tilt, permessi negli uffici pubblici, saracinesche delle attività commerciali che si abbasseranno alle 19,00. Piano traffico e chiusura delle strade limitrofe al quartiere Fuorigrotta. Il San Paolo un miraggio. Una conquista, un’impresa riuscire a salire i gradoni e riuscire a mirare il tappeto verde su cui veder stendere il “gonfalone” della champions. C’è il Real Madrid.
Non vedere la realtà, non fare nulla per modificarla equivale ad accettarla ed ad essere connivente con chi in questa approssimazione che fa rima con disorganizzazione, ci “sguazza” e ci gode, compreso “pubblica amministrazione e “società sportiva calcio Napoli”.
L’organizzazione madrilena ha fatto da contraltare all’approssimazione napoletana
La Champions è un abito che mal si adatta al” fisico” partenopeo. Le parole di De Laurentiis riguardo la costruzione di uno stadio – teatro di ventimila posti e quelle di De Magistris a garantire che lo stadio non traslocherà da Fuorigrotta, possono far presa solo su tifosi con occhi miopi se non addirittura ciechi.,
A Madrid, tre settimane orsono nella civiltà: cancelli dello stadio aperti alle 19. Entrata e deflusso veloce e Santiago Bernabeu semivuoto fino a 15 minuti prima del fischio di inizio. Misure di sicurezza nella norma.
A Napoli apertura cancelli alle 15,00. Per le 18 si prevede un San Paolo pieno per i due/terzi. Spiegamento di forze in assetto da guerra e numeri spropositati di agenti. Quello che conta è la qualità e non la quantità. Servizi pubblici al limite dell’utilizzo e zone nei pressi di Fuorigrotta off – limits.
Sconfitti prima di giocare: civiltà contro inciviltà. Il Real accolto da un bagno di folla inaspettato
Hotel a Palazzo Caracciolo. Allenamento al San Paolo. Una folla ad attendere i “blancos” che neanche a Madrid dopo la conquista dell’ennesima Champions. Questo l’aspetto che entusiasma e intenerisce. Ma che alimenta e sottolinea le discrepanze del sistema e le paure di non riuscire a supportare un avvenimento internazionale. Un migliaio di tifosi per un selfie, un autografo di CR7 e non solo: Sergio Ramos, Benzma, Modric e ..gli altri. I campioni del mondo del Real Madrid. La squadra più titolata, Al San Paolo per ammirarli dal vivo. Ma è solo un rito scaramantico. Per dimostrare che la partita ha un esito scontato. Ma nel cuore qull’esito è solo azzurrro.
Conferenza stampa tenuta da Sarri e Hamsik e silenzio non procrastinabile per non incorrere nelle penali
Come anticipato, il silenzio stampa non poteva essere procrastinato in Champions. Altrimenti il buon De Laurentiis avrebbe dovuto mettere mano alla tasca per pagare le penali previste dai contratti televisivi. Ed allora, quel silenzio, che senso ha avuto? E’ stata solo una presa di posizione inutile e strumentale.
Appuntamento con la storia alle 20,45
Non succede ma … se succede si scrivrebbe la storia della champions azzurra. La “remuntada” napoletana dopo il 3 a 1 del Santiago Bernabeu. Basterebbe (e ti pare poco) un 2 a 0. Vendetta trenta anni dopo. L’impresa è ardua, per non dire impossibile. Ma, come suol dirsi, il pallone è rotondo. Quella speranza, quella misera percentuale varrebbe i quarti di finale. Un traguardo mai raggiunto dalla società partenopea nella massima competizione continentale. Eppure la storia è iniziata nel 1926. Ed allora, con civiltà, godiamoci lo spettacolo senza se e senza ma. E senza dietrologia. C’è tempo per processi e polemiche.
Per una sera conta solo l’urlo champions che, come ha detto il capitano, si ascolterà fino a Torino. E non è per caso.