di Antonio Andolfi
Torniamo a parlare di morbillo, abbiamo visto che ci sono stati oltre 700 casi dall’inizio dell’anno, con un aumento del 230 per cento, e che la morte insorge solo in rari casi. Per fortuna abbiamo un’arma potentissima, il vaccino, che ha salvato tantissime vite. Purtroppo c’è ancora chi ha paura di vaccinare i propri figli. Questa paura è ingiustificata. Vi spieghiamo perché.
Come funziona il vaccino del morbillo?
Il vaccino contro il morbillo esiste da più di cinquantanni: è un vaccino vivo attenuato, cioè contiene il microrganismo in forma tale da far sviluppare la risposta immunitaria ma non da produrre la malattia. Ne fu creata una prima versione nel 1963 e una migliorata nel 1968.
Nel 1971 è stata formulata una combinazione che riunisce in un unico prodotto l’immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia: è il cosiddetto vaccino trivalente MPR. In Italia è disponibile dal 1976, mentre dall’inizio degli anni Novanta è disponibile la formulazione MPR. Dalla sua introduzione a oggi ne sono state somministrate in tutto il mondo oltre un miliardo di dosi.
In Italia il vaccino per il morbillo non è obbligatorio ma viene raccomandato dalle autorità sanitarie. La prima dose viene in genere somministrata tra i 12 e i 15 mesi di vita, dato che fin verso il nono mese di vita il neonato è protetto dagli anticorpi della madre (se ha avuto il morbillo o, per un periodo inferiore, se è vaccinata), con un richiamo a 5-6 anni. Anche ai giovani e agli adulti che non hanno avuto la malattia da piccoli è consigliata la vaccinazione, in due dosi a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra.
Otto bambini su dieci non hanno alcun effetto collaterale dalla vaccinazione. Nel restante 20 per cento dei casi, ci possono essere alcuni effetti (che compaiono in genere tra 5 e 12 giorni dopo, nella fase in cui il virus attenuato si replica nell’organismo, e soprattutto dopo la prima dose). I più comuni sono una reazione locale con rossore, prurito o gonfiore nella zona dell’iniezione, febbre (in circa un caso su sei), una lieve eruzione cutanea che ricorda quella del morbillo (in una persona su 20), un ingrossamento dei linfonodi della gola e del collo (una persona su 75).
In circa un caso su 3mila, il bambino può avere convulsioni per la febbre, che non lasciano però conseguenze. In due-quattro casi ogni 100mila vaccinati si può verificare una piastrinopenia, ovvero un’alterazione della coagulazione del sangue che può causare emorragie: sono in genere non gravi, ma bisogna intervenire subito per trattarle
Lo shock anafilattico può verificarsi come per altri vaccini all’incirca in un caso ogni milione di vaccinati.
Riguardo all’encefalite, la complicazione più temibile dopo il morbillo, anche tra le fonti più attendibili si trovano informazioni contrastanti, che non la escludono in maniera assoluta dopo il vaccino, creando confusione e allarme. Il motivo è questo: dato che il virus naturale causa l’encefalite, c’è una plausibilità biologica per cui potrebbe farlo anche quello attenuato del vaccino. Questa possibilità non è però mai stata confermata in casi concreti. Si tende a credere che anche nei rarissimi casi in cui l’encefalite si è verificata dopo il vaccino, la persona fosse in realtà già infettata dal virus naturale. E in ogni caso, va ricordato che l’encefalite da morbillo è un rischio reale e molto concreto (un caso su mille), mentre quella da vaccino è un rischio solo ipotetico, mai accertato e che riguarderebbe nella peggiore delle ipotesi meno di un caso su un milione.
Esiste il rischio di autismo legato al vaccino del morbillo?
Questo non esiste: una mole ormai considerevole di studi non ha mai trovato alcun legame tra vaccino trivalente e rischio di autismo. La storia del presunto collegamento è nata negli anni Novanta, quando il medico inglese Andrew Wakefield sostenne in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet che il vaccino potesse provocare un’infiammazione della parete intestinale e contribuire a mettere in circolo sostanze tossiche per il cervello.
Lo studio è stato smentito, la rivista stessa lo ha ritrattato dopo che è stato dimostrato che i dati erano stati falsificati, Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei medici, ma la bufala continua a circolare, portando in Italia anche a sentenze di tribunale che in qualche modo sembrano legittimare il legame, ma che sono poi state ribaltate.
Gli esperti ritengono che, come per diverse altre vaccinazioni, anche quella contro il morbillo sia vittima del suo stesso successo: molte persone oggi non hanno mai avuto occasione di vedere un caso di morbillo, o di constatare quanto gravi possono essere le complicazioni portate dalla malattia, per cui si tende a credere che sia di fatto innocua. Gli effetti collaterali del vaccino, veri e presunti, vengono invece continuamente ricordati.
Questo fa sì che in Italia, come in altri paesi europei, la soglia delle vaccinazioni sia inferiore a quella del 95 per cento ritenuta necessaria per interrompere la circolazione del virus. L’eradicazione della malattia entro il 2015 è un obiettivo che per ora è stato mancato sia dal nostro che da diversi altri paesi.