Fuoco
Di Christian Coduto
Oggi parliamo con Alessandro Tebano: attore, mimo, ballerino, performer … ha intrapreso un percorso di pura arte che sfocia nel sociale. Ci incontriamo al centro di Caserta, di domenica mattina. E’ già in piedi da diverse ore, mi rivela, perché fermo non ci sa proprio stare. Sta trovando nuove chiavi di lettura e di rappresentazione per il suo nuovo progetto teatrale. “E’ un work in progress continuo”. Noto immediatamente la sua serietà, la sua professionalità. Eppure, nel corso dell’intervista, si lascerà spesso andare a gradevoli momenti di piacevole ironia, alternando attimi di malinconia.
Il Fuoco Fatuo di Alessandro Tebano
Alessandro, parliamo un po’ di “Fuoco Fatuo” …
“Fuoco fatuo” è uno spettacolo che, come si evince dal titolo, ha come protagonista indiscusso uno dei quattro elementi, il fuoco appunto. Il fuoco ha una natura indomita, utile e traditrice, può sì distruggere, ma anche purificare. Nel caso specifico, il fuoco è il fil rouge che collega due atti unici. Il sottotitolo dello spettacolo è “La terra della Janara e di Pulcinella”, due personaggi caratteristici. Abbiamo ipotizzato un processo della Santa Inquisizione che avviene a Benevento. La Janara, una figura che cercheremo di redimere, era una donna che, grazie alle sue conoscenze, cercava di aiutare le persone del suo paese. Venne, però, condannata, perché le sue conoscenze non erano quelle convenzionali, in quanto ritenute pagane perché serve di Diana dalla cui distorsione dialettale RIANA deriva Janara. Da un rogo del passato, quindi, passeremo a raccontare un rogo del presente, rievocando la figura di Pulcinella, che affronterà un discorso all’interno della terra dei fuochi. Viene svelata la vera natura di una maschera dietro cui si nasconde la verità di anime traghettate nell’aldilà. Quante volte nel tradizionale teatro dei burattini c’è Pulcinella che scende a compromessi con il diavolo? Non tutto è così esplicito all’interno dello spettacolo, ovviamente, ma attraverso l’evocazione simbolica, la parte canora (con musiche della tradizione popolare) e la teatro/danza cercheremo di dare quella liricità e quella poesia necessarie per rendere più fruibile l’argomento agli spettatori. I due atti sono unici, ma si incastrano perfettamente tra di loro.
Nello spettacolo si fa riferimento alla Terra dei fuochi. Da cittadino del territorio campano, come vivi questa realtà?
La vivo con immenso dolore: questo spettacolo attinge alla mia esperienza personale. Tutto ciò che è legato alla Terra dei fuochi, che non è soltanto denuncia di un tangibile inquinamento, ma anche di insorgenze di malattie, io l’ho vissuto sulla mia pelle, con la morte di mia madre, alla quale è dedicato il nome della compagnia, “La Margherita”. Il male l’ha consumata. Un male che, per l’iter medicale, è stato trattato alla stregua di ogni neoplasia. In realtà, ogni singolo paziente dovrebbe essere trattato seguendo un preciso protocollo. Purtroppo, quelli che non hanno a disposizione milioni di euro da investire, sono costretti a seguire un percorso unico, uguale per tutti. L’ho vista ardere davanti ai miei occhi. Utilizzo questo termine perché il dolore era un vero e proprio bruciore.
Questo spettacolo è organizzato dalla compagnia de “La Margherita” a cui accennavi prima, in collaborazione con l’associazione “Gianluca Sgueglia Onlus” …
Sì. Due associazioni che collaborano perché la Presidentessa è la stessa, Maria Luisa Ventriglia. Dopo la morte di mia madre, ha avuto inizio questa collaborazione ed ora, dopo 4 anni, abbiamo ottenuto un primo risultato di cui andare fieri. Abbiamo proseguito con la giusta calma, abbiamo rispettato i tempi per maturare il progetto. “La Margherita” prosegue un percorso principalmente artistico: sono due facce di una stessa medaglia. Questa sinergia di risorse ha fatto sì che lo spettacolo diventi un evento d’arte, come da mission associativa della “Margherita Education Art”, portando in scena quattro abiti dedicati ai quattro elementi elaborati dal “Liceo artistico di Cascano” e accogliendo il pubblico nella dimensione che vogliamo manifestare, con una mostra di pittura di vari artisti.
Il fuoco distrugge, purifica. Però, da ciò che viene distrutto, c’è una ricostruzione. E’ un augurio che vuoi dare alla nostra terra?
Certo! Il nostro spettacolo vuole scuotere le coscienze, in maniera poetica. Siamo consapevoli di ciò che accade intorno a noi, ma noi possiamo fare la differenza. Ammetto, però, che questa voglia di alzare la testa, rimboccarsi le maniche e risolvere le cose non la vedo ancora nelle persone. Io uso l’arte, ma ognuno dovrebbe usare ciò che ha nella propria quotidianità per reagire. Spesso sento dire in giro “Tanto, in un modo dobbiamo morire …” eh no! Io voglio morire in maniera dignitosa … spero solo che le cose cambino.
“Fuoco Fauto” è stato scritto da te, insieme a Serena della Peruta. Quanto tempo ha richiesto la realizzazione della sceneggiatura? Che tipi di studi avete fatto?
La nostra ricerca è stata non solo storica, ma anche un percorso di tipo emozionale, perché abbiamo seguito l’intuito. Il lavoro è stato molto complesso soprattutto per quanto riguarda il primo atto dedicato, come ti dicevo prima, all’ipotetico processo della Janara. Lo spettacolo dura 80 minuti: è stata una precisa scelta, quella di contenere la durata complessiva. Il tema è sicuramente duro, ma non era nostra intenzione rendere eccessivamente drammatica la visione, infatti c’è un messaggio di speranza rivolto al pubblico all’interno dell’intero spettacolo.
Nel secondo atto c’è invece uno studio sulla commedia dell’arte, che abbiamo voluto rendere più contemporanea. Un Pulcinella che, vedrete, è vittima di se stesso: la storia vuole che questa maschera (le cui origini risalgono all’Aversano) fosse un po’ il pagliaccio del paese, che portava allegria alle persone quando tornavano dai campi dopo un’intera giornata di duro lavoro. Lui intratteneva, raccontando gioie e dolori di ciò che stavano vivendo. Quindi non è un comico in sé, ma ha un lato oscuro e un lato luminoso. Volendo fare un riferimento letterario, Pulcinella rappresenta Caronte, così come Arlecchino, per esempio, rappresenta Lucifero.
Anche Alessandro (detto in arte Alexander) è una maschera dai due volti… lo si percepisce dall’andamento di questa chiacchierata.
Quando sarà possibile vedere “Fuoco fatuo” e dove?
Domenica 16 luglio alle ore 20.45 durante la prima edizione della manifestazione “Casagiove in scena”, presso il Quartiere Militare Borbonico. Noi saremo una delle dieci compagnie del territorio che parteciperanno a questo progetto. Si parla di compagnie e associazioni culturali all’interno del comune di Casagiove che sono state censite e coinvolte dalla nuova giunta comunale. Il costo del biglietto è di soli 3 euro. Per noi è un inizio che, speriamo, ci porterà altrove.
Te lo auguriamo di cuore!
Queste le info e la sinossi dello spettacolo:
Spettacolo Inedito: debutto domenica 16 luglio al “Casagiove in Scena”
Alle ore 20:45 c/o il Quartiere Militare Borbonico di Casagiove (CE) Ingresso: 3€
Compagnia teatrale della Margherita
presenta:
“Fuoco Fatuo“
La Terra della Janara e di Pulcinella
(una storia accompagnata da danze, musica e magia)
scritto da: Serena della Peruta e Alessandro Tebano
coreografie: Natasha D’Andrea
costumi: Maria Luisa Ventriglia
Scene: Francesco Albero e Antonio Viscusi
regia : Compagnia della Margherita
direzione artistica: Alessandro Tebano
In scena
“La Margò Popolar Band”
Chitarre: Mario La Porta, Pietro Fusco;
Voce solista: Anna Maria del Sorbo;
Voce e Tammorra: Rosy Paolella;
Corpo di Ballo
Ilaria Pero, Francesca Sorbo;
Cast
La Janara: Serena della Peruta;
donna Matteuccia: Rosy Paolella;
Inquisitore e Pulcinella: Alessandro Tebano
E con Emanuele Roviello.
Uno spettacolo di teatro sperimentale, che usa svariate arti sceniche per arricchirne i contenuti sociali presenti. Coinvolgendo il pubblico in una poetica fatta di parole, canzoni e gesti simbolici che raccontano con forza espressiva due storie che hanno per protagonisti delle figure mitologiche della nostra terra come una Janara e Pulcinella collegati dall’elemento Fuoco! Ispirandoci al concetto che i fuochi fatui spesso sono interpretati come la manifestazione dello spirito dei defunti, nelle leggende nordiche diventano l’espressione di esseri fantastici che animano foreste e brughiere attirando con le loro luci i viandanti ignari.
Questo si è tradotto in una messa in scena il cui l’elemento fuoco, il vero protagonista, parte da un percorso storico sulla nostra Campania, dove abbiamo ipotizzato un processo ad una Janara del beneventano, che attraverso i secoli giunge al nostro territorio con un presente costituito dai roghi della Terra dei Fuochi. Roghi che portano il fatuo, la superficialità, la leggerezza di fare vittime, che innescano un meccanismo dal quale bisogna imparare a dissentire, seminando la voglia di risorgere come una fenice dalle nostre stesse ceneri.
La compagnia nasce all’interno dell’Associazione Culturale e di Promozione Sociale “La Margherita Education ART” coadiuvata dall’Associazione “Gianluca Sgueglia Onlus”. Quest’ultime sono due facce della stessa medaglia, che portano il nome di due persone che hanno segnato il percorso umano dei soci che hanno costituito queste realtà associative. Cooperando in sinergia in ambito sociale ed educativo, con progetti di natura artistica e di recupero umano presso comunità, carceri, scuole e comuni.
Per la compagnia teatrale, è il primo vero debutto, dopo piccole collaborazioni e spettacoli di teatro ragazzi, è la prima grande esperienza, in cui si riesce a portare in scena un prodotto per un pubblico adulto. Un passaggio fondamentale per uno spettacolo totalmente costruito da noi, con un lungo percorso personale di ricerca e trasformazione emotiva, insieme ad uno studio continuo in ambito artistico.
Lo stile è quello di portare all’attenzione del pubblico, tematiche sociali trattate con sensibilità e coinvolgimento, per lasciare un segno nell’animo di chi apre la quarta parete del teatro con noi.
L’intento è quello di sensibilizzare alla bellezza, per liberare la verità della propria espressione artistica diventando ciò che si è veramente. Giungendo ad un traguardo personale che è quello di portare sulla scena della vita, la propria anima senza preoccuparti del giudizio.
Alessandro Tebano
380 7124321