Da Weinstein a Tornatore, da Holliwood a Roma: tutte le donne della molestia!
No, non sto con Asia Argento. Né con Miriana Trevisan, non con Giuseppina la portiera o Carmela l’estetista. Questo effetto domino di denunce a favore di telecamera sta snaturando uno dei temi più delicati – soprattutto nel nostro paese -: la violenza sulle donne.
E che il rossetto delle attrici dimenticate mi perdoni, ma la violenza è un’altra cosa. Non starò qui certo a giustificare l’atteggiamento maschilista e degradante di chi crede che una buona posizione o un bel conto in banca sia un passepartout per entrare negli slip delle fanciulle. Tanta pochezza d’animo si commenta da sola.
Ma chi accetta di fare un provino a casa di un produttore,tête-à-tête, quanto meno dovrebbe dubitare della buona fede dell’invito, della serietà del casting e dire NO! Se un datore di lavoro cerca di palpeggiare, la lavoratrice prepara quattro/cinque cattive parole da dire infilando la porta ed andandosene. E dice nuovamente NO! E così via, collezionando una serie di NO che ci diano dignità di essere umani, non cristalli da proteggere.
Perchè, vedete, il messaggio che sta passando in questi giorni è che, la donna, come nell’immaginario di comune degrado, venga vista come l’essere debole che – soggiogata dal maschio porco e potente – non riesce a ribellarsi, a dire no. E allora che si fa? Si torna da lui, ancora una volta, e ancora, e ancora (per cinque anni nel caso di Asia Argento). Costrette per l’incapacità di dire NO! Varcare la porta dell’orco che già ti ha fatto del male, ti rende complice, non fragile.
E con lo stupro, con le molestie, con la violenza sulle donne che flagella il nostro paese, questo show spicciolo di meteore dalla carriera interrotta non c’entra niente. É un insulto.
I provini, i colloqui, i casting, si fanno in uffici brulicanti di persone, non in albergo, al bar, a casa.
Le denunce si fanno in caserme brulicanti di carabinieri, non in televisione da Barbara D’Urso.