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“Bianchini le mie bombe”. Il libro di Paolo Viberti fa tappa anche a Caserta
“Una riunione tra vecchi amici del basket” così Lucio Bernardo ha dato il “la” alla serata di presentazione del libro di Paolo Viberti, già giornalista di Tuttosport con il coach, denominato “vate” Valerio Bianchini e le .. “sue” bombe.
E di amici ce n’erano tanti nella sala del ristorante Leucio. Nando Gentile, “Giorgio” Glouchkov con la moglie Lucia, Mario Simeoli, Sergio Donadoni, Sergio Mastroianni, Gambardella, Antonio Di Lella, Massimo Sbaragli oltre gli ex presidenti di Caserta e Napoli, Gianfranco Maggiò e Nicola De Piano, spinto sulla sua carrozzella ma che ha risposto presente alla “rentree” casertana, dopo l’assenza napoletana di ieri al Palabarbuto.
Protagonisti di un Basket che non c’è più. “Nulla mi piace del basket moderno”, così Valerio Bianchini prima di addentrarsi in racconti ed aneddoti.
Tappa perché “Caserta è città che ha dato tanto alla palla a spicchi nazionale”, così Paolo Viberti, ricordando le imperdibili “mangiate di gusto” dell’”oro bianco” e che ha concluso “fate di tutto per salire su. Fate nuovamente canestro”, l’unico accenno alla crisi casertana. Detto con il cuore di sportivo e amante della Terra di Lavoro. Diventata terra di basket, grazie allo stile e pervicacia di un uomo venuto dal nord.
Tanti aneddoti e tanti ricordi
Molteplici gli aneddoti, presenti nel libro e raccontati. “Gli assenti hanno avuto torto”. I due protagonisti della serata hanno captato l’attenzione e la curiosità dei presenti.
Paolo Viberti a ricordare l’affetto, la disponibilità e l’amicizia con molti casertani, soprattutto nel periodo d’oro del basket cittadino. Valerio Bianchini a ripercorrere cinquantanni da protagonista sui parquet di tutto il mondo.
La sua predilezione per gli americani per raccontare che al Palamaggiò, con la sua Scavolini, un tifoso bianconero gli gridò “Bianchni hai cambiato più “neri” tu che Moana Pozzi”.
Un racconto che nel libro spazia da “Bill Bradley alle squadre Smartphone”.
Un racconto fatto anche di “chicche” e episodi, alcuni inediti con “tutto quello che nessuno ha osato dire sugli ultimi 50 anni del basket italiano”. Uno sport diverso. Fatto di cuore e valori.
E l’incasso devoluto ai più bisognosi.
Una vetrina di uno sport che sembra essere l’opposto di quello vissuto e giocato oggi. Ma sempre piacevole e affascinante.
Un tuffo nel passato, gradevole, interessante, simpatico e, per certi versi, intriso di commozione.
“Il futuro è la porta, il passato ne è la chiave”. Così ha chiuso Paolo Viberti ricordando una citazione di Victor Hugo.