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edoardo bennato

italia
AttualitàCronacaEditoriale

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’?

scritto da Walter Magliocca

 

Italia 

Italia in vendita: ci propinano volutamente delle falsità per nascondere scomode verità che conosceranno solo i posteri

Il sole 24 ore riporta, nella sezione interventi, i dati statistici forniti da Paolo Becchi, professore ordinario di filosofia del diritto presso l’università di Genova e Giovanni Zibordi, trader e consulente manageriale e finanziario.

Dati statistici inconfutabili che dovrebbero far riflettere. Ma noi italiani siamo abituati a pensare solo al nostro orticello, da più parti bollati come una massa di pecore non adusi a contrastare le direttive “aziendali” (leggi stato) ed è per questo che artatamente ci fanno “stagnare” nella nostra beata ignoranza trasferendoci notizie costruite, martellanti e ripetitive. Da regime dittatoriale,  altro che da popolo libero e che Mussolini (sì proprio lui) definì di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori. Ma tutti allineati e …..coperti.

Un’analisi per valutare la situazione economico finanziaria in relazione alla chiusura totale ed alle conseguenze sociali mediante notizie non sempre veritiere trasmesseci in oltre 40 giorni di arresti domiciliari. Solo per noi, ovviamente. Loro, i nostri rappresentanti, avevano ed hanno notizie vere. Ed inoltre continuano a mantenere una serie di benefit sempre a spese degli ignari taliani: barbieri a disposizione, ristorante a Montecitorio, però per asporto, trasferimenti con autista, con mascherina e guanti però.

I dati inconfutabili

Il crollo del PIL atteso in Italia è dell’ordine del 20% nei prossimi mesi e che porterà la nazione al periodo pre crisi del 2007.

Il disastro economico è inflitto agli italiani per l’adozione spropositata della chiusura totale adottata “modello Wuhan” senza avere i mezzi e le capacità cinesi per la ripresa.

Un dato certo è che nessuno sa con certezza il numero di decessi per il virus a Wuhan che si stimano in 10 o anche 50 volte in più rispetto ai dati ufficiali.

In Asia ed Australia non è stato adottato il criterio della chiusura e il virus è stato circoscritto con una immediata ripresa economica. In Italia, con decisioni spropositate ed anticostituzionali, “sguinzagliando” le  forze dell’ordine sul territorio e usando droni ed elicotteri, con ulteriori spese in danno degli ignari italiani, per sanzionare chi esce di casa, (assurdo ed illegale aggiungiamo) la ripresa appare lontana, lenta e farraginosa 

Differenze tra nord e sud avvalorate dalle uscite folkloristiche del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ottimo showman, ma nulla più

La chiusura totale, in esterofilia diffusa, questa si virale, definita total lockdown, viene giustificata dalla mortalità triplicata o quadruplicata a Bergamo, Brescia, Piacenza, Pavia, Milano ed altre province del NORD rispetto agli anni precedenti. I numeri forniti, anche in questi casi non veritieri, riferiscono 14 mila morti in più, mentre altre fonti riportano addirittura 63 mila morti in più rispetto agli anni precedenti ed attribuiti al conteggio Covid.

Orbene, la popolazione italiana è di circa 60 milioni  e si verificano mediamente 650 mila decessi l’anno e circa 230 mila nel periodo gennaio – aprile. Quest’anno, in base ai dati ISTAT, non si riscontra alcun aumento rispetto ai dati degli anni precedenti.

E’ evidente che in Lombardia, Veneto e nelle province del nord Italia si è verificato e si verifica un picco di decessi rispetto agli anni addietro, ma quando si analizza la mortalità complessiva su tutto il territorio nazionale, i dati riportano (ad es. Bloomberg del 6 aprile) meno morti del solito.

Allo stato, dunque, l’ISTAT, relativamente agli anni precedenti ed allo stesso periodo, riporta un numero di decessi pari a 231 mila, mentre per quest’anno, nel 2020, fino alla data odierna, i decessi sono stimabili in 191 mila. Per la fine del mese, potendo fare un confronto con il passato, si stima un numero di 216 mila decessi. Pertanto un numero inferiore rispetto ai dati ufficiali.

Si può affermare che nel Nord Italia il numero di decessi sia aumentato, mentre nel resto della nazione il numero è addirittura diminuito.

Inoltre, aggiungiamo, che il bollettino della protezione civile, precisa sempre ed a chiare lettere che il numero di decessi è TOTALE e non riferito al solo COVID 19.

In pratica la chiusura totale dell’intera nazione ha prodotto un numero di morti inferiore se comparato con i dati ISTAT degli anni passati.

L’obiezione che la chiusura abbia ridotto la mortalità al punto di farla scendere sotto la media storica, non sembra valida perché il dato è che quella italiana è la seconda/terza più alta del mondo per COVID con 338 morti per 1 milione di abitanti, mentre altri paesi (Corea, Giappone, Taiwan, Hong Kong, Australia, Svezia) che non hanno adottato il tanto decantato modello Italia mettendo tutti agli arresti domiciliari, hanno mortalità inferiore a 90 morti per 1 milione.

Sembra poco plausibile che senza chiusura l’Italia avrebbe avuto una mortalità ancora più alta.

Del resto anche la Germania, con una politica che lascia molte libertà ai cittadini, continua ad ottenere ottimi risultati nell’arginare e contenere il virus.

Vi è da aggiungere che lo stato non ha tenuto conto dei numeri diversi tra NORD e SUD Italia, chiudendo la parte bassa dello stivale non afflitta da numeri preoccupanti.

Oltretutto, da servizi giornalistici, si è appreso che nel NORD Italia le fabbriche ed aziende sono rimaste aperte continuando nella produzione e, presumibilmente, il paradosso è che nelle zone più colpite si avrà una ripresa sicuramente più celere dell’economia, rispetto al Sud Italia che, more solito, sarà completamente “affossato” da una politica incapace e volutamente afflittiva nei confronti dei cittadini meridionali.

Il presidente De Luca con i suoi provvedimenti ad effetto e le sue ordinanze in contrasto addirittura con quelle restrittive nazionali, espone tutta la Campania, ma soprattutto la realtà partenopea, ad una serie di rischi incalcolabili non solo economici ma di vita sociale che potrebbero rendere invivibile il territorio.

Ed intanto dal nord Italia continuano a piovere attacchi al sud da parte di esponenti politici e della società civile. Non possono tollerare che l’epidemia, al sud, non si è sviluppata nonostante i trasferimenti e tutte le misure messe in campo affinchè ciò avvenisse. Mostrando un personale sanitario “eccellente” nelle pratiche ospedaliere e non, nonostante le enormi limitazioni di risorse e la mancanza dei presidi di emergenza per i continui tagli ai mezzi economici messi in campo proprio dal presidente della Regione Campania.

Da ultimo Vittorio Sgarbi il quale, nella trasmissione di Barbara Palombelli, ha usato affermazioni forti, con l’unico scopo di  screditare i napoletani, identificati con tutto il sud Italia. Ma sicuramente con una punta di invidia

La cultura completamente distrutta

Dal punto di vista dell’economia c’è una distruzione di reddito, dal punto di vista culturale si evidenzia una volontà palesemente afflittiva che, con la chiusura delle scuole e delle università, o meglio con la loro trasformazione in una realtà telematica, evidenzia che il governo ha deciso di far aumentare (o far perdurare) uno stato di ignoranza per una stragrande maggioranza di italiani, al fine di una manipolazione facilitata. 

In Campania, poi, De Luca si sta uniformando ad un potere oligarchico con decisioni da regime con l’avallo del governo centrale.

Nessuna richiesta atta a sollecitare un dibattito in tal senso viene recepita da chi di dovere.

Tutti bravi, senza piangere mai, in fila per tre con distanziamento sociale, anzi in fila per uno, tutti zitti e battete le mani. Edoardo Bennato lo aveva cantato molto tempo fa. 

E’ proprio quello che vogliono. Non ci vogliono far capire ma soprattutto non dobbiamo capire NULLA.

ITALIA IN VENDITA E ITALIANI PECORONI. CI PROPINANO SOLO FALSE NOTIZIE PER TRASMETTERCI PAURA E FARCI STARE A CASA. MA PERCHE’? was last modified: aprile 18th, 2020 by Walter Magliocca
18 aprile 2020 0 commenti
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AttualitàIn primo pianoMusica

EDOARDO BENNATO CONCERTO PER TELETHON TRA MUSICA ROCK, ATTUALITA’, PROTESTA E TEMI SOCIALI

scritto da Walter Magliocca

edoardo bennato

Edoardo Bennato: grande performance al Comunale di Caserta

Edoardo Bennato ha deliziato la platea del Comunale di Caserta, pochi giovani, inaugurando la rassegna di eventi denominata “Natale di Gusto” organizzata dal Comune di Caserta e Camera di commercio con la partnership di alcuni sponsor. E’ il solito Bennato che, nonostante l’età, mantiene il palco e soprattutto le ….. idee, il modo di cantare. Mette in mostra un rock eversivo contro le fazioni politiche, condito da temi attuali e di protesta contro un sistema che non è assolutamente mutato se le sue canzoni, di quasi trent’anni, sono più che attuali.

Miscellanea di canzoni tratte dal nuovo album “Pronti a salpare” e dal  vecchio ma sempre attuale “burattino senza fili”

La maggior parte dei vecchi successi sono tratti dall’album “burattino senza fili”, pubblicato nel 1977, trasformato in un musical prodotto dal Teatro Brancaccio di Roma per la regia di Maurizio Colombi, con una morale diversa da Collodi: se segui le regole, ti ritroverai legato da mille fili, come un burattino nelle mani del potere. Con un paio di inediti, intitolati ”Lucignolo” e ”Al diavolo il grillo parlante”. Ripete, così, la positiva esperienza di nove anni fa per aver trasformato  ”Sono solo canzonette” nel musical ”Peter Pan”.

Altri “pezzi” sono stati tratti dal nuovo disco «Pronti a salpare», prodotto da Brando (già lavorato con Emma e Nesli), venduto dopo il concerto, sempre per Telethon. Brano vincitore della XIV edizione del premio Amnesty International Italia, indetto da Amnesty International Italia e dall’associazione culturale Voci per la Libertà, migliore brano sui diritti umani. Il titolo scelto è facilmente comprensibile, ma si presta alla doppia interpretazione, come spiegato nel corso del concerto. Non solo decine di migliaia, centinaia di migliaia di disperati in cerca di nuove vie per scampare alle guerre, alla fame, alla miseria dirigendosi verso il conclamato benessere del mondo cosiddetto occidentale. Pronti a tutto, pronti a … salpare Ma anche tutti quanti noi dovremmo essere pronti a salpare guardando l’evolversi del mondo con un altro punto di vista. In pratica non solo gli emigranti ma tutti noi, in questo momento particolare, dovremmo essere pronti a salpare”. Mai dimenticando le proprie radici come alcune canzoni “A Napoli”, “La mia città”. Non tralasciando riferimenti alla vita sociale e dediche a personaggi dello spettacolo come Enzo Tortora e Mia Martini cui è stata dedicata la canzone “La calunnia è un venticello”.

Tutte le canzoni vecchie sempre attuali a testimoniare la lungimiranza e l’attenzione nell’analisi del sociale

Le canzoni: “sono solo canzonette”, “signor censore” “Asia” (1985), “e’ asciut pazz o padron” (dedicata a Maradona), “meno male che adesso non c’è Nerone” e la conclusiva “in prigione”, hanno dimostrato la lungimiranza del cantautore napoletano (oggi settantenne) nell’analizzare e sviscerare i problemi che affliggono la nostra società e soprattutto la città natale (“la più bella città del mondo”) mai dimenticata e sempre presente nei propri testi. Sia nel passato che nel presente,  l’ironia del cantautore flegreo si misura con temi come politica, famiglia, figli, futuro, amore, menzogna, ma senza mai dimenticare le proprie radici. Che emerge nella canzone “Vendo Bagnoli”, oggetto di un progetto mai realizzato di un architetto scozzese ma nato a Napoli, Lamont Young, che già nel  1875 avrebbe voluto trasformare in un polo turistico, stile Venezia,  la zona flegrea di Bagnoli che ancora oggi, incompiuta ed abbandonata, è oggetto solo di mire speculative. E la canzone presente nell’ultimo album “a napoli 55 è la musica”, autobiografica e che mette in evidenza la ricorrenza del numero 55 nella sua vita (è nato a campi flegrei n. 55).

E’ stato accompagnato dalla sua band composta da Giuseppe Scarpato e Gerardo Porcelli alla chitarra, Arduino Lopez al basso e Raffaele Lopez alle tastiere e Roberto Perrone alla batteria.

Un evergreen  che non ha mai tradito la sua idea

Edoardo Bennato ha dimostrato di non avvertire l’incedere degli anni. Due ore ininterrotte di concerto, musica rock and blues irriverente e fondata su temi di attualità.

L’anarchia base fondamentale di un’idea che è la vera essenza della democrazia.

Utopia ieri…. più che mai oggi.

Ma …….. ogni cosa ha il suo prezzo, ma nessuno saprà quanto costa la mia libertà.

Un’idea da  sognare.

E ….  non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te.

 

EDOARDO BENNATO CONCERTO PER TELETHON TRA MUSICA ROCK, ATTUALITA’, PROTESTA E TEMI SOCIALI was last modified: dicembre 16th, 2016 by Walter Magliocca
16 dicembre 2016 0 commenti
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