Farmacia degli Incurabili
Se l’arte non è una scienza esatta, la medicina può assumere una connotazione di straordinaria eleganza: si tratta di una verità di difficile trasposizione oggettiva, se ragioniamo secondo i canoni standard di bellezza e valore artistico. La farmacia degli incurabili, una delle gemme cardini del patrimonio culturale napoletano, potrebbe essere un inizio di buona abitudine per cambiare idea.
Il monumentale ospedale fu fondato tra il 1520 e il 1522 per volontà della nobildonna Maria Lorenza Longo, il cui desiderio affiorò in seguito ad una grave malattia, che la obbligò ad una paralisi totale ed irreversibile.
È all’interno del nosocomio che venne edificata la prima icona concreta della farmacia, successivamente ampliata e decorata, al fine di giungere all’immagine compiuta del museo attuale. Un capolavoro di epoca barocca che si presenta, al tempo stesso, come un efficiente laboratorio del farmaco ed interessante luogo di rappresentanza per l’aristocrazia scientifica dell’Illuminismo napoletano.
Si tratta di un sito unico nel suo genere, senza degne imitazioni in tutto il panorama europeo: è un sintetizzatore di opere d’arte, concentrate lungo l’enorme perimetro, adornato da strumentazioni mediche dell’epoca, medicinali e ampolle contenenti rimedi palliativi e le farmacie portatili – invenzione Rinascimentale che sorse dalla necessità del medico di avere con sé almeno il minimo indispensabile per un soccorso d’urgenza. Erano solitamente costituite da una cassetta in legno suddivisa in vari scomparti nei quali venivano inseriti pochi strumenti chirurgici e l’occorrente per una terapia farmacologica-.
Visitando il luogo, anch’esso aperto al pubblico in occasione dell’iniziativa monumenti aperti, sarà possibile visionare stampe anatomiche e volumi dal valore inestimabile che testimoniano la storia della scuola medica napoletana del 1600, nata nell’alto medioevo, si racconta –secondo leggenda- che un pellegrino greco di nome Pontus giunto nella città di Salerno , trovò rifugio sotto gli archi dell’antico acquedotto dell’Arce. In seguito all’improvviso scoppio di un temporale, altri tre viandanti si diressero verso lo stesso luogo.
Poco dopo, scoprirono che tutti e quattro si occupavano di medicina. Decisero allora di creare un sodalizio e di dare vita a una scuola dove le loro conoscenze potessero essere raccolte e divulgate.
Di questa realtà, strutturata successivamente, fece parte anche Giuseppe Moscati ( medico nato in provincia di Avellino, dedicò la sua attività all’assistenza gratuita di degenti che versavano in condizioni precarie, sia da un punto di vista sociale che da quello economico.)
La struttura della Farmacia
Le due principali sale che costituiscono la Farmacia, chiuse per oltre trent’anni, sono state riaperte al pubblico nel 2011, mostrando al mondo intero un lussuoso ambiente settecentesco: un maestoso doppio scalone in piperno, la roccia lavica tipica a Napoli, conduce nella prima sala, adornata dal pavimento maiolicato, frutto dell’opera del prestigioso “atelier” dei fratelli Massa (che avevano già dato prova delle proprie abilità nelle maioliche del Chiostro di Santa Chiara). La funzione della seconda sala è invece di rappresentanza, come testimoniano gli arredi e le decorazioni interne: rivestimenti parietali, arredi in radica di noce, armadietti ornati da capitelli intarsiati, tutte opere dell’ebanista Agostino Fucito. Sul soffitto una grande tela illustra l’eroe della mitologia greca, Achille. La visita guidata partirà dalla Farmacia per proseguire con l’annessa Quadreria dell’ospedale, da poco rinnovata, e l’interessante Museo delle Arti Sanitarie. Il percorso si concluderà con l’Orto Medico “Giardino dei Semplici”, situato nel chiostro più grande del complesso, in cui sono state ripiantate da poco tempo oltre cento specie di erbe medicinali.
Michela Salzillo