Cassazione
Così è stato detto, così è stato scritto, così è stato fatto. Avevano lasciato la figlia in macchina, per questo è scattata la denuncia dei vicini. Ma non sembrava essere questo il problema. Una volta accertato che la macchina era al sicuro e che la bimba non correva alcun pericolo di vita – per quanto possa comunque essere discutibile tale comportamento – la cassazione ha deciso che il fatto non costituiva reato. Eppure la faccenda non è caduta, non si è passato ad altro argomento, il faro è restato acceso ancora a lungo su quella famiglia.
Qualcosa non andava. L’età. Non della bimba, ma dei genitori. Lei, al momento del parto, aveva 57 anni. Lui 62. Il polverone era dietro l’angolo. E si è alzato, si è alzato eccome.
Come spesso accade, il comune pensare si è diviso in due fazioni: pro e contro. E anche i giudici l’hanno fatto. Già perchè, in un primissimo momento, la bambina è stata allontanata dai genitori. Un periodo di tempo troppo lungo a giudicare dagli atteggiamenti di distacco che ha mostrato la minore nei confronti di quei “signori” – come li ha definiti la piccola stessa – che se vedessimo in giro con una bimba di quell’età, il pensiero andrebbe a due amorevoli nonni.
Perchè l’amore e l’affetto non sono mai stati messi in discussione. Nemmeno la sicurezza della bambina che, all’inizio di questa complicata vicenda, sembrava essere il punto centrale della questione.
La Cassazione, infine, ha deciso: non ci sono limiti di età alla genitorialità. La bambina torna con i genitori anziani
Nulla da dire, dunque. Queste due persone non hanno commesso alcun reato, nessun atto violento nei confronti di nessuno, anzi. Solo di amore si può parlare quando due persone decidono di diventare genitori.
Ma l’amore basta? Davvero l’amore può fregarsene di tutto? Perchè l’amore – soprattutto in questo caso – è puro egoismo. Pensare solo al proprio desiderio di procreare senza pensare che, al mondo, si mette un essere umano che non ha chiesto di venire alla luce e che va protetto e preservato, a cui vanno riconosciuti i suoi diritti prima di qualsivoglia dovere.
E non è forse un diritto avere due genitori capaci economicamente, moralmente e fisicamente di accompagnare un figlio per un tratto significativo della sua vita? Perchè ricordiamo che questa bambina, nel momento in cui soffierà sulle sue venti candeline, avrà di fronte a sè un padre di 82 anni e una madre di 77. Più o meno la stessa età che avranno Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi quando la figlia – avuta quando un figlio non poteva ostacolare più la loro carriera – sarà poco più che maggiorenne. E ad 80 anni non si può essere genitori, genitori sani, forti e sicuri per quei ragazzi che a vent’anni ancora non hanno gli strumenti per stare in piedi da soli.
Per non parlare della privazione di nonni e cugini, primi veri pilastri a cui aggrapparsi per crescere.
Ma è inutile parlarne. L’Italia il problema non se lo pone. L’Italia davanti a due uomini o due donne giovani, sani e forti è sicura nel dire che – oltre ogni ragionevole dubbio – non possono essere buoni genitori, così, senza conoscerli. E certo, all’Italia sta a cuore solo il bene dei bambini. Condannarli ad essere orfani in giovane età non sembra essere un problema per il nostro paese. Lo dimostrano gli orfanotrofi traboccanti di bimbi che potrebbero essere amati e felici se solo fossimo più intelligenti, più liberi, più lungimiranti. Più umani.
Roberta Magliocca