New York
Vignetta di Giuseppe La Micela
Articolo di Roberta Magliocca
Non è passato molto dall’11 Settembre, da quel triste anniversario che ogni anno ci fa alzare gli occhi al cielo e ci fa ammiccare con sospetto a qualunque aereo voli tra le nuvole. Ma tutti noi, gli americani ancor di più, sanno che l’11 Settebre è data – ormai – tristemente sicura, che il terrore, per essere tale, deve colpirti di sorpresa mentre sei a lavoro, o a casa a guardare la tv o al cinema con gli amici. La paura per essere spaventosa voglia di diventare invisibile deve sorprenderti quando la tristezza è l’ultimo dei tuoi pensieri, per poi diventarne il primo, l’unico, l’inevitabile. E così, mentre pensi che nulla ti può capitare di male perchè non ci sono fucili nei paragi, nessuna arma nucleare, nessuna epidemia che possa contagiarti, capisci che anche una pentola a pressione può minacciare la tua sicurezza. New York ha dovuto fare i conti con una vita quotidiana che può essere messa in pericolo dall’alto e dal basso, da un logico piano di odio e guerra o dalla follia di un pazzo.
New York: arrestato un sospettato
Ora sembra tutto finito. La polizia ha arrestato un giovane afghano di 28 anni. La paura è passata, per fortuna nessun ferito. Sembra si escluda l’ipotesi “terrorismo”. Ma di certo una cosa l’abbiamo capita: non dobbiamo aspettarci per forza tute mimetiche e un attacco aereo per sentirci in guerra. Non siamo al sicuro. Non più, almeno.