Ora legale
È la notte delle lancette accelerate in avanti, quella fra Sabato 26 e domenica 27 Marzo.
Un’amara abitudine, specie per i pigri, che segnerà l’inizio di una grave frattura nella relazione con Morfeo, almeno fino al ritorno dell’ora solare.
Se neppure l’idea della bella stagione vi consola, sappiate che c’è un capro espiatorio a cui potrete fare ricorso quando domani mattina vi peserà persino sbadigliare.
La colpa è tutta di Benjamin Frankilin!
Per gran parte della sua esistenza, l’uomo ha distribuito le proprie attività quotidiane in direzione del movimento solare: gli occhi si aprivano all’alba e il sonno coincideva con il tramonto.
Un vezzo che impediva, però, lo scandire pieno delle giornate, comportando un conseguente spreco di luce. Con l’arrivo della società industriale e la nascita dell’orologio, si preferì l’identificazione in un orario che fosse convenzionale e condiviso al tempo stesso; rinunciando così ad una diretta cordialità col ciclo naturale.
È il 1784 quando Benjamin Franklin, scienziato statunitense, a cui è attribuita l’invenzione del parafulmine e delle lenti bifocali, pubblicò sul journal de Paris l’innovativo sistema cronologico, definito dai posteri ora legale.
La popolazione degli Stati Uniti venne invitata, mediante un pubblico annuncio, a spostare in avanti le lancette dell’orologio non appena fosse esplosa l’estate, questo – parola di luminare- avrebbe garantito il godimento di giornate più lunghe.
Ma si sa, le grandi idee hanno bisogno di maturare per essere riconosciute geniali, una regola a cui neanche questo caso fa eccezione.
La proposta, infatti, non raggiunse la credibilità desiderata, almeno non subito: fu nel 1907, grazie a William Willet che il British summer Time trovò accoglimento, complice l’esigenza di un risparmio energetico dettato dallo scoppio della Grande Guerra.
Umo slancio verso il futuro che fu in poco tempo emulato da altri paesi europei: fra questi anche l’Italia, dove il nuovo orario rimase in vigore fino al 1920, per poi essere riproposto come soluzione definitiva nel 1966, anno in cui tutta l’Europa adottò il sistema.
Ora legale: ma si risparmia davvero?
Secondo i dati ufficiali della statistica resa nota dalla società che gestisce la rete elettrica nazionale, l’ora legale genererebbe risparmi in materia di consumo parecchio elevati.
Si stima una diminuzione dello spreco pari a circa 580 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di oltre 200 mila famiglie.
Ciò non avrebbe però lo stesso effetto in tutto il territorio, poiché d’inverno in Scozia il sole sorge quasi un’ora dopo che a Londra e la conversione dell’orario avrebbe l’effetto di eliminare ogni tipo di risparmio energetico. È proprio questo il motivo che ha convinto la Russia ad abbandonare del tutto questa soluzione.
Il provvedimento del 2011, sottoscritto dall’allora presidente Medvedev, che sanciva,365 giorni l’anno, la fissazione del tempo sull’ora legale, fu un idillio durato poco più di tre stagioni invernali, quando ci si accorse che il sole non sorgeva prima delle dieci. Tutto questo dimostra che anche per il risparmio è necessario adottare la via di mezzo. Del resto l’idea di un equilibrio ci aiuta, forse, ad accettare con meno asprezza che domani anche i ritardatari cronici saranno in anticipo di un ‘ora.
Michela Salzillo