Abete
Di Michela Salzillo
Non c’è niente da fare. Non c’è proprio nulla da fare! Se Luca Abete, o chi per lui, l’avesse raccontata così l’illegalità di piazza Pitesti nessuno avrebbe avuto da ridire. E viene facile dedurne i motivi. Forse avrebbe fatto bene a non dire nulla, perché se adesso Caserta è eco di criminalità e contraffazione è colpa del suo servizio.
Caro Abete, ma chi te lo ha fatto fare?
Ma chi te lo ha fatto fare, Caro Luca! Non sarebbe stato più facile avvicinarti ad una di quelle bancarelle, con tanta bella roba in vista, per calzare un paio di adidas ultimo modello ad imitazione impeccabile? Avresti potuto guardare dal basso uno di quei poveretti e, per dirla tutta, regalargli pure qualche euro in più. Chissà quanti soldi guadagni per fare da squadra ad Antonio Ricci, che cosa vuoi che sia, per uno come te, offrire da bere a quei poveri extracomunitari senza peccato. Oh, è inutile che tu la prenda sul personale adesso, la colpa è tua. Non lo sai che in giro si è ormai diffusa la figura dell’ opinionista generalizzatore? Nessuno te lo ha detto che si ragiona per ideologie, e che l’obiettività è ormai estinta con i dinosauri? Come hai fatto a non pensarci prima? Loro, quei poveri extracomunitari, hanno da scagliare mille pietre, perché quando vivi una condizione difficile come quella dell’immigrato, se non sei il bastardo ruba patria che toglie lavoro al figlio di Salvini, diventi la vittima di un sistema becero che, per questo, va difesa. Sempre! Ti hanno pestato? È stata una legittima difesa, perché tu dai fastidio a chi non devi. Per carità, la violenza non è giustificabile, ma quando ci sono di mezzo dei poveretti può passare pure in secondo piano. Avranno avuto i loro buoni motivi, e tu, caro Luca, sei solo un povero illuso. Mica si cambia così il mondo? La prossima volta ricordatelo, se vuoi essere l’ inviato di un tg satirico, o ti vesti da arma dei Carabinieri andando a fare il lavoro di chi la divisa ce l’ha e fa finta di niente, oppure resti a casa tua a scrivere dieci pagine di: chi si fa i fatti suoi campa cento anni. Non ti permettere mai più di gettare l’amo, sperando che qualcuno, che della giustizia dovrebbe rappresentare le vesti, si dia una mossa.
La prossima volta, o fai tutto tu o vai a proporti come porta borse ad Alfonso Signorini, perché, caro Abete, ammettiamolo, in fondo sei un ex animatore di villaggi turistici e con queste cose non ci sai fare.
Con quel servizio segnalatore sei stato inutile! Devi imparare a raccontare il meglio che c’è, per far vedere le cose meravigliose della città, così come i giornalisti di Gossip quando mettono in evidenza il lato B delle modelle anoressiche, hai presente? Come quando ci insegnano che la vita è solo questione di culo. In effetti, siccome tu non sei immigrato, non ti puoi permettere di avvicinarti ad un tipo di sofferenza che non conosci, tu hai avuto culo, caro Abete, perciò, giù le mani dagli extracomunitari che, quando sono persone, quando si chiamano uomini, quando non parlano italiano, quando sono vittime dello stesso sistema di quelli che ti hanno aggredito ma lottano con dignità, sacrificio e senso di responsabilità, allora sì, che diventano una storia meravigliosa da raccontare. Qualsiasi sia il Paese in cui accade.